Credits: Alpine Media
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La Formula 1 perde uno dei marchi più storici del suo sport: il team Alpine ha confermato dopo mesi di voci e rumors che abbandonerà le Power Unit Renault dopo la fine della stagione 2025 e, di conseguenza, l’impianto di Viry-Chatillion non produrrà più motori F1 e verrà invece trasformata nel progetto “Hypertech Alpine” per la produzione di supercar, batterie e altre tecnologie legate alla mobilità elettrica e al motorsport.

Una decisione che farà senza dubbio discutere, soprattutto alla luce della protesta portata avanti dai dipendenti di Viry-Chatillon durante il weekend del GP Italia a Monza. L’impianto, che produceva motori fin dal primo debutto di Renault in Formula 1 nel 1977 con il primo motore turbo, ha creato i propulsori che hanno portato alla conquista del titolo mondiale piloti Nigel Mansell, Alain Prost, Michael Schumacher, Damon Hill, Jacques Villeneuve e Fernando Alonso.

Il comunicato Alpine

La storia si interromperà dopo quasi 50 anni con la chiusura del programma F1 per Viry-Chatillon e il passaggio, ormai in attesa dell’ufficialità, di Alpine alle PU Mercedes dal 2026 in avanti. Queste le parole estratte dal comunicato stampa del team:

A seguito di diversi confronti con i rappresentanti dei lavoratori, durante il quale le discussioni sono state costruttive ed è stata condotta una valutazione indipendente, il management Alpine conferma il suo progetto per trasformare il sito in un centro di eccellenza ingegneristica e high-tech entro la fine del 2024. Le attività di Formula 1 a Viry, escluso lo sviluppo del nuovo motore, continueranno fino alla fine della stagione 2025.

Gasly Ocon Alpine GP Italia F1 2024
Credits: Alpine Media

A ciò si aggiungono le parole del CEO del marchio transalpino, Phillipe Krief:

La creazione del centro Hypertech Alpine è fondamentale per la nostra strategia di sviluppo e, più importante, della strategia di innovazione del Gruppo. Si tratta di un punto di svolta del sito di Viry-Chatillon, che garantirà la continuità del suo “savoir-faire” e l’inclusione delle sue rare competenze nell’ambizioso futuro del Gruppo, rafforzando allo stesso tempo la posizione del marchio Alpine come “garage dell’innovazione”.

Il completamento della rivoluzione Briatore

Per quanto potranno esserci inevitabilmente delle polemiche sul fatto che il team di proprietà Renault non monterà più i propulsori della casa madre, non si nega che tutto ciò va a completare la rivoluzione messa in atto da Flavio Briatore. Il manager italiano, condottiero dei due Mondiali vinti da Alonso e Renault nel 2005 e 2006, era tornato ad Enstone ad inizio estate come consulente dirottando subito la strategia che era già stata impostata dalla Alpine.

Dopo la rimozione dal ruolo di TP di Bruno Famin e la nomina di Oliver Oakes come suo successore, che seguiva gli addii nell’organico di Prost, Brivio, Szafnauer, Permane, de Beer, White e di Esteban Ocon (unico vincitore col marchio Alpine), Flavio ha convinto Luca de Meo e i vertici del gruppo che la strada giusta per tornare competitivi in F1 sia quello di abbandonare lo status di factory team e di affidarsi ad un partner esterno per i motori (in questo caso, Mercedes-Benz).

Se avrà ragione o meno, questo sarà tutto da verificare: in ogni caso, saranno mesi turbolenti per il team e i suoi dipendenti mentre il circus della Formula 1 si prepara così a dare un lungo addio alla Renault, marchio che ha fatto la storia dello sport con i suoi motori e le tante vittorie ottenute con essi nel corso degli anni.

Andrea Mattavelli