Il rettilineo di partenza del Circuit of The Americas con la Old Glory che sventola sulla prima curva
Credits: Red Bull Content Pool

Dopo l’inedita pausa autunnale, il Gran Premio degli Stati Uniti attende il Circus della F1 nel prossimo weekend. La gara di Austin darà il via al triple-header nordamericano, che poi porterà tutti in Messico e Brasile. Come accade ormai dal 2012, sarà il bellissimo Circuit of the Americas, forse il migliore dei tilkodromi in calendario, a fare da sfondo al secondo GP in terra americana. 

La pista è stata ricavata alla periferia della capitale del Texas e modellata prendendo spunto dai circuiti più importanti del panorama mondiale. Un primo settore di curve veloci, dove conta molto il carico aerodinamico, è alternato ad un secondo in cui è presente un rettifilo lungo un chilometro e un terzo pieno di curve lente a 90°. La sua costruzione ha permesso agli Stati Uniti di tornare in calendario, dopo un’assenza che durava dal 2007. La sede stradale è volutamente molto larga, per consentire ai piloti di tenere traiettorie diverse e facilitare così i sorpassi.

Nella terra dello zio Sam assisteremo ancora una volta alla Sprint Race il sabato, con il weekend che quindi vedrà solo una prova libera il venerdì. A seguire, la Sprint Shootout, mentre il sabato sarà dedicato alla gara breve e alle qualifiche per il GP nella tarda serata italiana.

Il tracciato

Credits: F1 Official website

Il rettilineo di partenza presenta subito una delle peculiarità della pista: una ripidissima salita che porta verso la staccata di curva 1. Alla fine del dritto si arriva a 315 km/h per poi frenare violentemente fino agli 85 km/h necessari per affrontare la curva, la Big Red. La larghezza della sede stradale qui lascia ai piloti diverse possibilità di tentare il sorpasso. A seguire, una picchiata porta verso la velocissima curva 2 a sinistra, in cui non si solleva il piede dall’acceleratore. Qui si entra in un settore che ricorda molto da vicino quello di Silverstone compreso tra Maggots, Becketts e Chapel, con una serie di curvoni veloci in cui è fondamentale il carico aerodinamico che tiene la vettura incollata a terra.

Da curva 3 fino alla 9 è un susseguirsi di pieghe in cui i piloti non hanno la possibilità di sbagliare traiettoria, perché rischierebbero di finire fuori pista; ulteriori difficoltà sono i continui saliscendi che non lasciano alcuna tregua. Fortunatamente la via di fuga in asfalto li agevola nel rientrare in pista senza ulteriori danni. Curva 10, velocissima verso sinistra, pone fine alla serie di curve, e immette in discesa verso il tornantino della 11.

All’uscita del tornante le vetture si lanciano sul lunghissimo rettilineo, in cui si apre il DRS e si raggiunge la velocità di punta di 330 km/h. La staccata successiva riduce la velocità a 110 km/h per affrontare la secca sinistrorsa che immette in un settore costituito da curve lentissime. Curve 13, 14 e 15 si affrontano ad una media di 85 km/h, per poi in uscita affrontare le successive tre velocissime pieghe verso destra. Queste formano un unico curvone che ricorda molto da vicino curva 8 del tracciato di Istanbul. A questo punto, le due curve verso sinistra 19 e 20, entrambe a 90° riportano sul rettilineo dei box, seconda zona DRS del tracciato del Gran Premio degli Stati Uniti.

 

ANNO DI COSTRUZIONE: 2012

LUNGHEZZA: 5.513 km

CURVE: 20

GIRI: 56

DISTANZA DI GARA: 308.405 km

 

Gli orari del GP degli Stati Uniti in TV e sul web

Venerdì 18 ottobre

PL1: 19:30-20:30 diretta Sky Sport F1 HD 

SQ: 23:30-00:15 diretta Sky Sport F1 HD / Cronaca web su Livegp.it

Sabato 19 ottobre

Sprint Race: 20:00-21:00 diretta Sky Sport F1 HD / Differita TV8 alle 23:30 / Cronaca web su Livegp.it

Domenica 20 ottobre

Q: 00.00-01.00 diretta Sky Sport F1 HD / Differiti TV8 alle 01:30 / Cronaca web su Livegp.it

Gran Premio: 21.00-23.00 diretta Sky Sport F1 HD / Differita su TV8 alle 23:30 / Cronaca web su Livegp.it

 

Orari GP Stati Uniti su Radio Live GP

Sabato 19 ottobre

Diretta qualifiche dalle 23.45

Domenica 20 ottobre

Diretta gara dalle 20.45

 

Nicola Saglia