La stagione 2024 del Motomondiale è ancora lontana. In questo mese di gennaio, piloti e team si godranno la pausa invernale, prima d’iniziare la lunga preparazione al nuovo anno sportivo. Nel frattempo, noi appassionati cosa facciamo? Che ne dite di un tuffo nel passato? In questo articolo, vi racconteremo la storia della Dorna, la società che gestisce la sezione commerciale e mediatica della MotoGP.

LA STORIA DELLA DORNA, DALLE ORIGINI AI GIORNI NOSTRI

Dorna Promocion del Deporte (oggi Dorna Sports) nacque nel 1988, per volontà della Barnesto. La banca spagnola investiva già da tempo nello sport, in quanto proprietaria della squadra di ciclismo in cui correva Miguel Indurain (la struttura esiste tutt’ora con il nome di Team Movistar). L’istituto di credito madrileno concentrò la sua attenzione sul motociclismo, altro sport che appassionava gli spagnoli. Siamo nel 1992, ed il motomondiale era gestito interamente dalla Federazione Internazionale, con risultati non sempre eccellenti. La FIM, e soprattutto le case, furono ben felici di affidare la promozione del campionato a dei professionisti del settore.

Nel 1993, Barnesto entrò in crisi, mettendo a repentaglio la stabilità finanziaria della serie. Dopo cinque anni, le quote della banca spagnola vennero rilevate dalla CVC Capital Partners, un fondo d’investimento lussemburghese. Questi rimase al timone fino al 2006, quando si aprirono per essa le porte della Formula 1. Bernie Ecclestone e la sua Bambino Holdings erano alla ricerca di nuovi partner, dopo il fallimento della società di Leo Kirch. CVC decise di partecipare all’affare, ma per farlo doveva mollare le due ruote. L’Antitrust, infatti, impose d’investire solo in uno dei due settori, essendo concorrenti. I lussemburghesi scelsero la massima formula, e cedettero le proprie quote ad un fondo inglese, Bridgepoint.

La Bridgepoint già lavorava nelle due ruote, essendo azionista di riferimento di FG Sport. La società dei fratelli Flammini aveva fondato il mondiale Superbike, che dal 2002 entrò in conflitto diretto con la MotoGP. La scelta del mondiale dei prototipi di passare al quattro tempi aveva creato disagio alle derivate di serie, che con il quattro tempi ci erano nate. Bridgepoint risolse il conflitto nel 2013, quando incaricò Dorna di prendere in gestione anche la SBK. I due principali campionati di moto sono oggi sotto lo stesso tetto, soluzione che, però, non piace a tutti.

Oggi, la Dorna, oltre ad occuparsi delle due massime categorie, gestisce altri campionati. Il CEV, oggi JuniorGP, è nel suo portfolio, assieme alla Rookies Cup, che organizza assieme alla Red Bull. La MotoE, la Asia Talent Cup, la Northen Talent Cup e la MiniGP fanno anch’esse parte della scuderia. Dal 1991 Carmelo Ezpeleta occupa il ruolo di CEO, con il figlio Carlos ad assumere la direzione sportiva. Enrique Aldama è il direttore finanziario, mentre l’ufficio commerciale è nelle mani da quest’anno di Dan Rossomondo, già responsabile del settore media e sponsorizzazioni della National Basketball Association (NBA).

QUANTO VALE OGGI LA MOTOGP

Fin qui, abbiamo narrato la storia della Dorna e del suo coinvolgimento nella MotoGP. Ma ad oggi, quanto vale il circo delle due ruote? Per comprenderlo, facciamo due calcoli. A suo tempo, CVC pagò l’equivalente di 72 milioni di euro per assorbire le quote di Barnesto. Bridgepoint rilevò le quote di CVC per 345 milioni, più di quattro volte tanto. Nel 2022 l’EBITDA dell’azienda (ossia i suoi guadagni al netto delle imposte) è stato di 161 milioni di euro, ed il fatturato è aumentato del 33% su base annua. Ma non è tutto rose e fiori.

Parlando più nello specifico del valore dell’azienda (EV), ed il suo rapporto con l’EBITDA, Dorna ha raggiunto i 15x nel 2018. La Formula 1, nel pieno della gestione di Liberty Media, ha fatto segnare un 30x nel 2019. Calandoci nei panni di un investitore, la massima formula è più appetibile delle due ruote, perché vale il doppio. Questo è il ragionamento che fanno gli sponsor, i quali si rivolgono a società di consulenza per decidere su cosa investire. E gli analisti di quest'ultime vanno a guardare proprio questi numeri.

Forse, è proprio in virtù di queste cifre che la Dorna sta imitando il Circus in diversi aspetti. Ad esempio, con il lancio di “MotoGP Unlimited”, la docu-serie in stile “Drive to Survive”, rivelatasi però un flop gigantesco, tanto che non si è andati oltre la prima stagione. Ma il voler "imitare" la Formula 1 lo si vede anche nell’introduzione delle gare sprint, di chiara ispirazione “formulistica”. Per accrescere il suo valore, la MotoGP punta sullo spettacolo puro, oltre che nell’affollare il calendario di Gran Premi nei posti più impensabili. Funzionerà?

Riccardo Trullo