Alex Palou, leader del campionato IndyCar prima del gran finale
Credits: IndyCar Official website

È una classifica molto meno definita di quanto possa sembrare quella che scaturisce dalla gara di Toronto, ultima prima della pausa estiva per la IndyCar. Alex Palou è leader, certo, e 411 punti sono un bottino importante, ma il rush finale del campionato nasconde tante insidie che potrebbero fare il gioco degli inseguitori, primo fra tutti il team mate Scott Dixon, fresco di compleanno. La situazione è sicuramente molto fluida, specialmente dopo la doppietta marcata Andretti in Canada. 

Un luglio infuocato 

Molti, tra team e piloti, stanno certamente benedicendo la pausa olimpica che ha imposto lo stop ai weekend di gara. Certo, tra qui la gara sull’ovale di Madison è ancora previsto un test collettivo, ma le quattro settimane di stop aiuteranno senza dubbio tutti a ricaricare le pile in vista di un finale di stagione quantomai impegnativo. Esattamente come il mese di luglio, che ha messo alla frusta i protagonisti, a partire dai tecnici. Non fossero bastate le quattro gare in tre settimane (considerando che in Iowa si è corso per due volte), l’introduzione del sistema ibrido sulle vetture ha certamente comportato un fattore di stress in più, che ha consumato tante energie aggiuntive. Particolarmente duro con il calendario è stato Ricardo Juncos, patron del team Juncos Hollinger.

Daremo a tutti i ragazzi una settimana di riposo. È difficile per chi è fuori da un team capire quanto sia negativo questo calendario. Andando avanti così, non avremo più nessuno a lavorare. Non abbiamo più una vita. Ed è dura continuare a mantenere alte le motivazioni in questo modo. Certo, si può avere una grande passione, ma così è veramente troppo. 

Un messaggio chiaro e tondo, lanciato a tutti gli organizzatori. Certo che, dando un occhio al calendario 2025, pare proprio che il team owner argentino debba mettersi il cuore in pace: la quantità di gare prevista è la stessa, senza “tregua olimpica”. Un problema a cui tutti dovranno fare fronte, magari iniziando a impostare rotazioni delle varie crew come accade in Formula 1. 

Palou vuole il terzo titolo, problemi in casa Penske?

Pare proprio che lo spagnolo di casa Ganassi voglia diventare il padrone assoluto della IndyCar moderna. Alex Palou guida al momento la classifica, ed è sembrato essere il pilota più costante in assoluto fino a questo momento. Tanti piazzamenti, di cui dieci in top five, per lui fanno la differenza rispetto ai rivali. Deve però fare molta attenzione, in particolar modo al team mate Scott Dixon. Il kiwi, come sempre, nella seconda parte di stagione potrebbe mettere in pista tutta la sua esperienza e la sua classe; al momento ha all’attivo due vittorie, proprio come Alex, e da Toronto è uscito con un interessante terzo posto. 

Will Power, secondo in classifica. Credits; IndyCar Official website

Certo, tra i due, al momento, c’è un Will Power che ricorda da vicino quello che ha vinto il secondo titolo un paio di anni fa. L’australiano, però, si trova in un team Penske che pare non essere particolarmente tranquillo. Il 2024 è stato tutt’altro che tranquillo per la squadra del Capitano, a partire dalla squalifica di St. Pete. I piloti hanno fatto del loro meglio, è ovvio, ma a Toronto è successo qualcosa che rischia di incrinare i rapporti interni, e quindi giocare un ruolo importante in vista del finale di stagione. Power ha infatti spedito a muro, nelle fasi finali, Scott McLaughlin, con tanto di applauso ironico da parte del kiwi, che nel post gara non ha risparmiato le critiche. 

Stavo facendo una bella gara. In quella curva lui era molto indietro. Si fanno queste cose ad un compagno di squadra? Non credo. Eravamo in una buona posizione per guadagnare qualche punto su Palou. Il drive through? Sono d’accordo.

Insomma, i briefing in casa Penske saranno stati bollenti. Più rilassato sicuramente l’ambiente dalle parti di Andretti Autosport, dopo la doppietta assolutamente dominante messa in pista sulle rive del lago Ontario. Colton Herta è ora quarto a 340 punti, ha superato lo sfortunato Pato O’Ward e si è rilanciato pesantemente in campionato tornando sul gradino più alto del podio, cosa che aspettava ormai da troppo tempo visto il talento di cui è dotato.

Ovali protagonisti del gran finale

La gara di Toronto è stata l’ultima, per quanto riguarda i 2024, su circuiti cittadini. Degli ultimi cinque round, ben quattro saranno disputati su un ovale, con il rientrante Milwaukee Mile che sarà il teatro del secondo double-header stagionale, con due gare da 250 miglia l’una. L’unico stradale sarà quello di Portland, grande classico della West Coast. 

Un finale così, che si disputerà in meno di un mese, promette di essere assolutamente spettacolare, considerando in Winsconsin e sul Nashville Super Speedway non si corre ormai da parecchi anni, e comunque non con questa generazione di Dallara. Anche il 2024, come la passata stagione, ha visto un dominio assoluto sugli speedway da parte del team Penske, con Newgarden, McLaughlin e Power a dividersi equamente i successi. Come detto, però, da quelle parti sembra tirare un’aria tutt’altro che positiva, e gli avversari non vedono l’ora di porre fine a questo dominio… “ovale”.

Il tracciato di Portland, invece, è una sfida più “classica”, in cui però negli ultimi anni abbiamo assistito a sfide veramente entusiasmanti. La violenta staccata di curva 1 e i lunghi curvoni da percorrere a velocità ridotta saranno terreno caccia soprattutto per chi sarà il più bravo a comprendere e sfruttare al meglio il nuovo pacchetto ibrido, un po’ come avvenuto a Mid-Ohio. 

Insomma, è il momento giusto per rifiatare, fare due calcoli e capire dove lavorare per estrarre il meglio; il gran finale Indycar è alle porte, e tutti i protagonisti devono fare in modo di non farsi trovare impreparati. Un weekend no, in questa situazione, potrebbe essere fatale per le ambizioni di ognuno dei contendenti al titolo. 

Nicola Saglia