Gp Usa, libere 2: Mercedes veloci ma fragili
Sono state ancora una volta le due Mercedes a primeggiare nella seconda sessione di prove libere del Gp Stati Uniti, in programma domenica sul circuito texano di Austin. Solo tre millesimi hanno separato i due contendenti in lotta per il titolo, Lewis Hamilton e Nico Rosberg, in una giornata che nel contempo ha nuovamente messo in evidenza come l'affidabilità continui a rappresentare il vero tallone d'Achille della W05. Prima il tedesco e poi l'inglese, infatti, hanno accusato problemi al cambio della propria vettura, con il leader del Mondiale costretto ad interrompere anticipatamente la propria sessione per consegnare la monoposto alle cure dei tecnici. In ogni caso, è emerso anche ad Austin come la battaglia tra i due galletti d'argento si giochi realmente sul filo dei millesimi: come avvenuto al mattino, Hamilton è riuscito a prevalere sul compagno, anche se con un margine davvero ridottissimo che lascia presagire una battaglia serrata per la pole.
Discorso a parte, invece, meritano tutti gli altri: Fernando Alonso è riuscito ad ottenere il terzo tempo, anche se la sua Ferrari nelle simulazioni sul passo gara ha palesato qualche difficoltà in più rispetto ai propri diretti rivali, ovvero Williams, Red Bull e McLaren. Il team di Grove si sta confermando anche negli States quale principale antagonista della Mercedes, grazie ad un Felipe Massa capace di ottenere i migliori rilievi cronometrici nei long run con tanta benzina a bordo, tanto da riuscire a girare con continuità sotto l'1'44". Discorso simile anche per la Red Bull, dove Vettel (che sarà costretto a partire dai box domenica in seguito all'utilizzo della sesta power unit stagionale) si è concentrato sul lavoro in ottica gara riuscendo a ricavare riscontri molto interessanti. Si è confermato su ottimi livelli Kvyat, quarto in mattinata e immediatamente alle spalle di Raikkonen nella seconda sessione. Pur continuando nella propria sequenza di testacoda, i due piloti Lotus sembrano aver fatto un passo avanti almeno dal punto di vista delle prestazioni, lasciando alla Sauber l'ingrato ruolo di fanalino di coda.
Marco Privitera
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