Thierry Neuville, Campione del Mondo WRC 2024.
Credits: WRC Official FB page

Finalmente ce l’ha fatta, Thierry Neuville, a portare a casa il tanto agognato Mondiale Piloti nel WRC. E pensare che il destino sembrava essersi messo di traverso anche questa volta, sugli asfalti giapponesi, sotto forma di un problema elettrico che in pratica gli ha impedito sin dal venerdì di lottare per la vittoria. L’errore finale di Tanak ha però messo la parola fine alla competizione, e il belga ha potuto finalmente festeggiare come si deve, prendendosi gli applausi e i complimenti di tutti i rivali, a partire da Sebastien Ogier. Già, il francese: il 2024 per lui poteva rappresentare l’ultima chance di agguantare Loeb a quota nove titoli Mondiali?

Thierry al settimo cielo spezza il dominio Toyota

Vincere il primo Mondiale a 36 anni, dopo averne passati una decina inseguendo quel titolo, non è roba da tutti. E se, in questo lasso di tempo, Neuville ha certamente mostrato di avere la velocità per essere un campione, in tanti dubitavano che avrebbe mai raggiunto il suo obiettivo a causa di altre caratteristiche che lo contraddistinguono. Perché, va detto, ad una serie di grandi prestazioni il belga ha sempre contrapposto amnesie, errori e rovesci spesso difficili da spiegare. Basti pensare alle stagioni 2017 e 2018, con una Hyundai quantomeno al pari con la Fiesta di Ogier, o a quel 2020 terminato praticamente contro il pilone di uno dei cancelli dell’Autodromo di Monza. Cinque volte vicecampione: eccolo, l’eterno secondo per eccellenza. 

Il 2024, finalmente, ci ha mostrato un Neuville nuovo, conscio della grande chance che aveva in mano, dal momento che il vero fenomeno della categoria, Kalle Rovanpera, aveva deciso di prendersi una stagione da part time, alternando ai rally ottime prestazioni in pista con Porsche. Due i successi, a Monte Carlo e all’Acropoli, che gli sono bastati; ma sono stati soprattutto i sei podi conquistati a portare a casa quel bottino di punti che gli ha permesso di avere la meglio sul team mate Tanak e su un Elfyn Evans che ha probabilmente sprecato l’opportunità di appuntarsi i gradi di capitano in casa Toyota, soprattutto in ottica 2025. 

I meriti di Neuville vanno condivisi con Hyundai, chiaramente, e con il navigatore Martyn Wydaeghe, che aveva preso il posto di Gilsoul nel 2021. L’unico errore evidente commesso dalla coppia, forse, è da far risalire al Rally di Sardegna; per il resto, pare proprio che, finalmente, la tanto cercata maturità sia arrivata anche dalle parti del belga, che la ha messa a frutto nel migliore dei modi. Peraltro, lottando contro un avversario che, lo ha ricordato anche il team principal Abiteboul, resta ancora il più forte. Sì, perché non va dimenticato che Toyota ha vinto ancora il titolo Costruttori. E, forse, proprio all’interno dello squadrone nippo-finlandese c’è chi ha perso una grande occasione. 

Ogier, nessun rimpianto?

Credits: WRC Official FB page

Ha subito fatto i propri complimenti al nuovo Campione del Mondo, Sebastien Ogier, dimostrando di essere un uomo vero, prima di essere un grande sportivo e uno dei migliori piloti da rally mai visti al volante di una vettura. Il pilota di Gap ha sottolineato i meriti del rivale, mettendo in risalto la forza dimostrata dopo che per ben cinque volte era finito in seconda posizione assoluta. Ma, in qualche angolo della sua mente, il pensiero deve essergli balenato nella testa, altrimenti non sarebbe il campione che tutti conosciamo. 

Il 2024, per Sebastien Ogier, poteva rappresentare la possibilità per entrare ancora di più nella storia del WRC, lottando fino alla fine per ottenere quel nono titolo che lo avrebbe portato ad appaiare Sebastien Loeb, suo grande rivale ai tempi della Citroen, quando il Seb di Gap era un giovane rampante e arrogante che si prefiggeva lo scopo di buttare giù dal trono quello di Strasburgo, il Cannibale. Le stelle sembravano essersi allineate: la Toyota è ancora la macchina da battere, mentre il due volte campione del Mondo destinato alla gloria, Kalle Rovanpera, ha deciso di fare una stagione da part-time, per rimettersi un po’ in sesto anche dal punto di vista mentale, concedendosi delle belle variazioni sul tema, tra Carrera Cup e un test sulla Red Bull di F1. 

Forse ci ha pensato tardi, Ogier: fatto sta che aver saltato i Rally di Svezia, Kenya e Polonia non gli ha permesso di lottare fino alla fine. Gestendola diversamente, probabilmente, questa stagione avrebbe potuto per lui essere qualcosa di totalmente diverso, perlomeno lo avrebbe potuto portare a lottare fino alle ultime speciali intorno a Toyota City. È infatti arrivato subito a podio a Monte Carlo, ha vinto in Portogallo, Sardegna e Finlandia; insomma, per un pilota part-time, tutto questo è qualcosa di fenomenale. Prendendo parte anche a solo uno degli eventi saltati, molto probabilmente, la lotta per il titolo avrebbe preso una piega diversa, al netto chiaramente delle varie vicissitudini che sono sempre dietro l’angolo.

Che storia sarebbe stata, una specie di favola sportiva. Ma così non è stato, e forse, tra un rimpianto e l’altro, alla fine è anche giusto così; per Neuville, per Hyundai e anche per Rovanpera, che la prossima stagione sa benissimo che dovrà lottare contro un Campione del Mondo in più. Per quanto riguarda Ogier, continuerà ad essere impegnato in parte della stagione, e, per noi appassionati, questa è forse una delle notizie più belle, in attesa di un 2025 che si preannuncia entusiasmante. 

Nicola Saglia