A Roma abbiamo avuto modo di interagire con Felipe Drugovich, campione in carica della Formula 2, terzo pilota di Aston Martin in Formula 1 e protagonista in Formula E dei test con la Maserati. Con il brasiliano, che nei Rookie Test disputati venerdì pomeriggio ha chiuso al comando, abbiamo discusso di Formula 1, Formula E e delle sue intenzioni per il futuro.

Ciao Felipe, lo scorso anno hai vinto la Formula 2 che ti ha aperto le porte di Formula 1 e Formula E: questi campionati come ti stanno aiutando a crescere? Rispetto al 2022, che pilota sei adesso? Dove pensi di essere migliorato sia a livello professionale sia a livello personale?

“Il 2022, dove ho imparato molto, è stato un anno molto bello personalmente. Quest’anno, all’inizio, pensavo che non sarei riuscito a correre e che non avrei imparato nulla. In realtà, riesci ad assorbire tante cose, specialmente in Formula 1 a guardarli da fuori, ma anche qui in Formula E. Anche a livello mentale, riesci a capire tanto – da fuori – su come sono i piloti. A volte ci penso e mi chiedo: ‘Ah, perché ho fatto questa cosa se dovevo invece fare diversamente?’. Hai una visione più fresca delle cose da fuori. A livello mentale impari davvero molto. Sicuramente sono più completo quest’anno, anche per i test che sto facendo”.

Sei qui a Roma perché venerdì hai svolto i rookie test, dopo quelli di maggio a Berlino: come è nata l’opportunità di girare con Maserati in Formula E? Pensi che possano esserci altri test dopo questo di Roma, considerando anche che il TP Rossiter è stato molto contento del lavoro che avevi fatto in Germania?

L’accordo che avevamo era di fare solo questi due test, la giornata intera di Berlino e il test che si è svolto qui, come esperienza per quest’anno. Solo dopo avremmo visto come sono messi i team e le situazioni per l’anno prossimo. Come dico a tutti, il mio obiettivo principale sarà sempre la Formula 1, però comunque la Formula E è un campionato bellissimo e molto professionale”.

Le tue intenzioni mi sembra siano abbastanza chiare, ma hai già avuto delle offerte? Se non dovessero esserci offerte dalla F1, valuteresti, oltre alla Formula E, anche altri campionati come IndyCar o WEC?

“Dovrò valutare, secondo me non è ancora il momento giusto per fare questa scelta. Tutti questi campionati fuori dalla Formula 1 sono molto professionali, dovrò fare delle valutazioni”.

Essendo tu proveniente dal paddock del Circus, mi piacerebbe capire quali sono le principali differenze che hai potuto notare tra Formula 1/Formula 2 e Formula E. Ovviamente non a livello tecnico, ma vorrei capire quali sono le differenze a livello di procedure da seguire, a livello di preparazione fisica e mentale e quali sono le principali differenze a livello di guida.

“La Formula 2 è un campionato molto tecnico, il livello è molto alto sia a livello di ingegneri sia a livello di piloti. Sento il paddock della Formula 2 un po’ più teso, perché alla fine tutti i piloti che sono lì si giocano la carriera. Se si fa bene, si ha poi un futuro da costruire. La Formula E è un passo avanti rispetto alla Formula 2, in F1 i piloti sono professionisti, sia che tu faccia bene sia che tu faccia male quello è il tuo lavoro e devi concentrarti solo sul migliorarti. A livello di macchina, in F2 hai due ingegneri per macchina, qui ne hai 4 a tua disposizione, mentre in Formula 1 ne hai molti di più. Qui comunque è molto professionale, ma la Formula 1 è il top”.

Pensando a Formula 1 e Formula E: c’è una cosa che dalla Formula E porteresti alla Formula 1 e viceversa? Pensa a qualsiasi cosa…

“Ci sono tante cose. In ogni caso per qualsiasi cosa tu faccia, puoi imparare tanto. Puoi imparare cosa fare e cosa non fare. A livello di macchina, elettronicamente la Formula E ha un miliardo di sistemi, meccanicamente è molto pura, non ha downforce – o pochissimo – e nel lento la devi guidare con uno stile più puro. In Formula 1 impari a lavorare con gli ingegneri e puoi trasferire alla Formula E tanti aspetti”.

Parlando di Formula 1, tu quest’anno sei in Aston Martin che è la squadra maggiormente migliorata rispetto allo scorso anno: che clima si respira nel team? Mi racconteresti in che modo stai supportando la squadra? Come li stai aiutando durante la settimana e – anche – durante il weekend di gara?

L’aria che si respira nel team è molto buona, ovviamente hanno fatto un passo gigantesco in avanti rispetto al 2022. Tutti erano contentissimi all’inizio, poi la situazione si è stabilizzata nel momento in cui si è visto il livello. Abbiamo portato degli aggiornamenti che hanno funzionato, mi sembra che anche gli altri però abbiano portato upgrade grossi recentemente. In Aston si vede che vogliono spingere, il boom iniziale è passato, siamo diventati un top team e adesso dobbiamo lavorare per restare lì. Per quanto mi riguarda, lavoro moltissimo al simulatore, faccio test privati con la vettura 2021 dove, comunque, si può imparare qualcosa. Ho fatto i test (in Bahrain a inizio marzo, ndr) al posto di Lance a inizio anno e anche lì sono riuscito a dare il miglior feedback possibile”.

Com’è lavorare con Fernando Alonso? Qual è il consiglio più importante che ti ha dato sinora, se ne hai avuto uno da lui?

“Lavorare con lui è molto bello, da lui e dal suo feedback si riesce a imparare moltissimo. È molto bravo a ricordarsi ogni singolo dettaglio della macchina, ti fa capire che così fa crescere la squadra. E poi devo raccontare uno scherzo: lui si siede bassissimo in macchina e non vede niente, dice che meno vedi e più forte vai”.

Da Roma - Mattia Fundarò