F1 | L’eterno dilemma della Superlicenza, tra età e punteggi
Anche se le modifiche alle regole per l'ottenimento della Superlicenza F1 possono fare il gioco di Antonelli, qualche dubbio comincia a sorgere.
Se ne parlava già da qualche tempo, ma adesso che le modifiche ai prerequisiti per l’ottenimento della Superlicenza F1 sono ufficiali, vale la pena di spendere qualche parola. Sì, perché se da una parte c’è l’intima soddisfazione per la possibilità di vedere Andrea Kimi Antonelli prendere parte ad un GP ancor prima del fatidico 25 agosto, data in cui compirà 18 anni, alcune domande sorgono spontanee. E le risposte, come sempre più spesso accade quando c’è di mezzo la Federazione, paiono quantomeno nebulose.
No a un nuovo Max, sì a… Kimi
Partiamo da un dato: per ottenere la Superlicenza necessaria a guidare un’auto di F1 nelle sessioni ufficiali di un weekend occorreva, almeno fino allo scorso 11 giugno, rispettare in particolare due prerequisiti fondamentali. Aver ottenuto i punti necessari nel corso degli anni precedenti e aver compiuto i 18 anni, età in cui in gran parte dell’Europa è possibile conseguire una regolare patente di guida. Questo sistema ha governato gli ingressi nel Circus negli ultimi otto anni. L’età minima di ingresso e i punteggi attuali erano stati istituiti dopo l’arrivo del ciclone Verstappen, le cui intemperanze nel corso dei primi anni avevano fatto storcere il naso a più di uno dei protagonisti che si aggirano nel paddock. Come se il talento dell’olandese fosse inferiore ad una sua presunta pericolosità; secondo questi parametri, piloti come Grosjean la pista avrebbero dovuto vederla forse con il binocolo, ma…lasciamo perdere.
Oggi, ecco che queste colonne d’Ercole cadono con la modifica all’articolo 13.2 del regolamento. La FIA, infatti, avrà la facoltà di poter derogare a tale regola, ammettendo piloti con 17 anni compiuti “che abbiano dimostrato incredibili abilità e maturità nelle formule minori”. Ora, non ce ne voglia nessuno in particolare, soprattutto dalle parti di casa nostra, ma non può essere un caso che questa modifica sia arrivata appena dopo che Toto Wolff ha indicato Andrea Kimi Antonelli come possibile sostituto di Hamilton in Mercedes? Tutti gli indizi portano in questa direzione, ed è bello ancora una volta sottolineare come Mercedes, e Wolff in particolare, abbiano un peso enorme nelle stanze del potere. Difficile credere che una tale modifica sarebbe stata apportata se il talento in questione fosse stato vestito di colori diversi, magari rossi.
Chi giudica?
Tutto bene, sia chiaro: chi scrive ritiene che l’età sia tutto meno che un parametro con cui valutare la maturità di un pilota per debuttare nella massima formula. Ma una cosa viene da chiedersela: chi è che prenderà la decisione finale? Quali sono queste “abilità incredibili” da dimostrare nelle formule minori? Occorre anche stabilire quali siano queste categorie, perché se stiamo parlando di F2 e F3 (al massimo) va benissimo, ma se parliamo di F. Regional o F4, beh, la musica cambia, e non di poco.
Troppe, infatti, le differenze tra queste categorie, formative certamente, e la F1. Cavalleria, ibrido, effetto suolo esasperato, e sono solo alcuni degli esempi che potremmo fare. Si parla tanto, e quasi sempre a sproposito, di sicurezza: beh, qui pare proprio che sia finita in secondo piano. Vedremo quali effetti sortirà questa modifica, ma al momento sono ancora tanti i punti oscuri.
Restano le vecchie incongruenze
Un dato va registrato, prima di chiudere. Il fattore età non cambia le vecchie incongruenze che erano emerse al momento del passaggio di Logan Sargeant in Williams. Chi ha buona memoria, ricorderà certamente la ridda di polemiche scatenata dalla concessione della Superlicenza F1 all’americano dopo una stagione incolore in F2 chiusa al quinto posto, e il rifiuto nei confronti di Colton Herta, plurivincitore di gare IndyCar e la cui richiesta era stata depositata da Red Bull.
Ecco, al momento restano questi “bug” del sistema, che non sono stati appianati. Più che sull’età, occorrerebbe agire sui punteggi che garantiscono la Superlicenza, ben più pregnanti.
“Ognuno di noi potrebbe fare bene in F1”.
Parole e musica di Josef Newgarden, fresco due volte vincitore a Indy. Ha esagerato, è ovvio, la sua è certamente una provocazione. Di una cosa però si può essere sicuri: lui e tanti altri suoi colleghi al posto di Sargeant, non ce ne voglia il buon Logan, potrebbero fare molto meglio!
Nicola Saglia