F1 | Red Bull: una nuova galleria del vento sarà sufficiente a convincere Max?
Il team di Milton Keynes sta costruendo una nuova struttura che però non sarà pronta prima del 2026: nel frattempo cosa deciderà Verstappen?
Nonostante la vittoria del quarto titolo piloti da parte di Max Verstappen, la stagione F1 2024 è stata certamente una delle più difficili per Red Bull. Alle problematiche interne della squadra si sono aggiunte diverse criticità tecniche, amplificatesi dopo la partenza di Adrian Newey. È proprio su questi aspetti che il team sta lavorando alacremente, soprattutto in vista della rivoluzione targata 2026. Basterà a tornare agli antichi fasti e, soprattutto, a convincere Verstappen?
I problemi della passata stagione: correlazione e… meteo inglese!
A metà 2024, in seguito alla vittoria di Barcellona, Max Verstappen ha poi fatto una fatica immensa a ritrovare la prestazione che fino a quel momento era stata la cifra della sua stagione, così come di quella precedente. A poco a poco, sono iniziate a trapelare sempre più indiscrezioni in merito a quella perdita di performance, e un po’ tutti hanno iniziato a capire che il grande problema di Red Bull era la mancanza di correlazione tra pista, simulazioni CFD e risultati ottenuti nella galleria del vento di Bedford. Si tratta di una struttura datata, costruita durante la Seconda Guerra Mondiale per testare i caccia destinati alla RAF e nel 2004 acquistata dalla Jaguar F1, poi diventata Red Bull. La situazione era poi stata spiegata perfettamente dallo stesso Christian Horner.
Quando queste tre cose non combaciano tra loro, e un po’ come avere tre orologi che segnano tre orari diversi nello stesso momento. Il problema diventa: a quale puoi credere? Ultimamente, noi possiamo avere fiducia solo nel cronometro in pista, che è quello che senza dubbio dice la verità.
Uscendo dalla metafora, il fatto reale è che uno dei tre orologi di cui parla Horner, la galleria del vento, è una struttura che nel corso degli anni, come ha spiegato anche Pierre Wachè, è stata perfetta per andare a studiare e costruire alcune delle vetture più vincenti della storia di Red Bull in F1. Il problema è sorto nel momento in cui ci si è trovati a dover lavorare per limare sempre più le prestazioni per rispondere alla crescita degli altri team. Qui sono usciti tutti i limiti della struttura in sé, molto sensibile a quello che è il meteo inglese.
Sembra incredibile, è vero, ma anche nel mondo ipertecnologico della F1, e in uno dei team più importanti e forti, esistono nervi scoperti come questi. Proprio per questo motivo, il team Red Bull ha iniziato la costruzione di una nuova struttura ultramoderna vicina alla sede di Milton Keynes. Il problema è che questa non sarà pronta prima dell’anno prossimo, e quindi, se tutto va bene, la prima vettura a vedere i natali lì dentro sarà quella del 2027. Nel frattempo, le prossime due monoposto saranno ancora frutto di Bedford.
Il futuro è tutto da scrivere, a partire dai piloti
Tutto questo, per Red Bull, è un tassello importante che deve andare al proprio posto al più presto. Nonostante il successo di Max, infatti, a Milton Keynes da un po’ di tempo a questa parte non tira certo una buona aria. Se l’inizio della stagione 2024 era stato squassato dall’Horner-gate, che aveva messo in crisi la posizione del team principal e creato due fazioni contrapposte all’interno della squadra, oggi a preoccupare è la situazione legata al futuro di Max Verstappen all’interno della scuderia anglo-austriaca.
Sì, perché se fino a qualche mese fa nessuno si sognava di pensare ad uno scenario in cui il quattro volte Campione fosse lontano da Milton Keynes, oggi non si può più essere certi di ciò. L’approdo di Hamilton in Ferrari, con tutto quanto ne è conseguito e continua ad essere in voga in questi giorni, sta lì a dimostrarcelo. Già da tempo, proprio dall’inizio della querelle legata a Horner e al conseguente muro contro muro che vedeva il manager scontrarsi con Marko e, tra gli altri, Jos Verstappen, la notizia che Max si stava iniziando a guardare intorno era di dominio pubblico. Pare addirittura che ci possa essere stato un colloquio serio tra il padre e Toto Wolff, prima che questi decidesse di puntare tutto su Antonelli, ma la conferma di ciò non c’è mai stata.
Nei giorni scorsi vi avevamo invece dato conto dell’offerta che Aston Martin avrebbe messo sul piatto, che definire allettante sarebbe poco. Cosa deciderà Max? Il fattore tecnico avrà certamente un peso importante sulla sua decisione. Nel caso si rendesse conto che la vettura che scenderà in pista tra meno di un mese in Bahrain fosse poco performante rispetto agli altri team, come deciderà di muoversi? Avrà la pazienza di attendere (almeno) un anno per tornare davanti a tutti?
Difficile da dire, ma è chiaro che la vettura del 2025 avrà un peso importantissimo sulle sue decisioni. Per questo sarà fondamentale, da parte di Red Bull, trovare la quadra tra simulazioni CFD, dati usciti dalla galleria del vento e quello che poi sarà il riscontro in pista. Nel caso ciò non avvenisse, la bilancia inizierebbe a pendere sempre più verso il piatto colorato in british green, che tra l’altro al suo interno vede Adrian Newey e la PU Honda. Fattori non da poco, visto che sono stati entrambi due ingredienti fondamentali dei successi di Max. Il quale, sicuramente, qualche domanda, e forse più di una, sta iniziando a farsela.
Nicola Saglia