Exor, Ferrari e i giochi in Borsa: quando finanza e automotive convivono
Il mondo della finanza, si sa, è complesso ed imprevedibile così come spesso lo sono le decisioni degli "attori" che indirizzano le dinamiche di Borsa.

Dietro scelte che apparentemente possono risultare per certi versi assurde, si celano delle strategie che ai più non sono immediatamente chiare. Sembra questo il caso di Exor, che ha ceduto il 4% delle azioni Ferrari, pari ad un valore di 3 miliardi di euro. Immediata è stata la reazione della Borsa, che ha reagito con diffidenza nei confronti della vendita, facendo perdere al titolo un 8% del suo valore.
Ma la trama si infittisce ancora di più dato che di questa quota ceduta la Ferrari ha acquistato un 10%, operazione dal valore di 300 milioni di euro. Allora cosa si cela dietro questa dinamica di compravendita? Exor ha subito dichiarato di voler diversificare il suo pacchetto azionario. Scelta più che lecita dato che è uno dei principi cardine della finanza come Markowitz e la sua teoria ci hanno insegnato, ovvero che un portafogli ben diversificato riduce il rischio complessivo senza sacrificare i rendimenti attesi, ma c’è di più, ciò che ha dettato sospetto e sfiducia nei confronti della manovra è stata la velocità con cui sono state vendute e acquistate le azioni. Questa tecnica di vendita viene chiamata in finanza Accelerated BookBuilding, che consiste nel vendere azioni con un determinato sconto, proprio per attirare acquirenti, acquirenti che in questo caso “giocano in casa”, dato che Ferrari ha provveduto a parte dell’acquisto.
Le reazioni del mercato

Nel breve termine tutto ciò ha praticamente scosso il mercato, ma gli analisti assicurano che queste fluttuazioni siano più che normali e che probabilmente nel medio/lungo termine potrebbero ristabilizzarsi, riportando la reputazione azionaria del cavallino rampante stabile come prima dell’operazione.
Uno sguardo verso il futuro
Exor ha comunque nel suo futuro degli investimenti chiari, lontani dall’automotive che spaziano dall’intelligenza artificiale alla biotech, per passare poi al lusso e al made in Italy. Grazie alla capitalizzazione di 3 miliardi di euro, ora la Holding è pronta per emergere in nuovi mercati. Ferrari dall’altro lato perde il suo investitore storico e subito ci si chiede se potrà continuare ad affrontare il mercato azionario con crescita costante o sé dovrà prestare il fianco a questo mondo già complesso di suo. La famiglia Elkann promette di si, a noi sta solo aspettare e stare a vedere come le dinamiche azionarie si evolveranno.
Lucio Urgu