Il grande giornalista RAI si è spento nella sua casa di Milano, all'età di 87 anni, portando via con sé un mondo fatto di racconti, aneddoti, ricordi ed emozioni. Ex-pilota, dopo la gavetta era entrato nella televisione di Stato nel 1971, cimentandosi nelle telecronache sia delle gare di Formula 1 che di quelle del Motomondiale. Da quel momento in poi la sua inconfondibile voce è divenuta una vera e propria icona, legata in maniera indissolubile al mondo dei motori, un po' come lo è stata quella di Nando Martellini per il calcio.

Mai una parola fuori posto e, al tempo stesso, mai un'impennata vocale nello stile che lo contraddistingueva: le ironie si sono sprecate nel corso degli anni (vedasi ad esempio gli "straordinari pisolini della domenica pomeriggio con Poltronieri"), ma l'uso talvolta spropositato delle corde vocali da parte dei moderni interpreti del mestiere non faceva di certo parte del suo carattere. Elegante e rassicurante allo stesso tempo (come dimenticare lo striscione di alcuni tifosi in Austria: "Mamma non stare nei pensieri, sono qui con Poltronieri"), il giornalista milanese ha raccontato ad almeno due generazioni di appassionati le gesta di grandi campioni: da Fittipaldi a Lauda, da Andretti a Villeneuve, fino ai magnifici anni '80 con le battaglie tra Senna, Prost, Mansell, Piquet e Alboreto.

Il tutto fino alla stagione 1994, quando ha dovuto affrontare il terribile week-end del Gran Premio di San Marino e gli incidenti mortali di Roland Ratzenberger e Ayrton Senna, gestendo l'emozione con estrema professionalità, nonostante le tragiche immagini trasmesse in diretta. Sua sarà per sempre anche la voce che ha accompagnato il duello più significativo nella storia della Formula 1: quello tra Gilles Villeneuve e René Arnoux, a Digione nel 1979, con una sequenza di sorpassi mozzafiato raccontati con emozione e intensità, ma senza mai lasciarsi eccessivamente "trasportare" dalla foga del momento. Come dimenticare, infine, i suoi puntuali "Linea a Zermiani", per cedere la parola al fido Ezio impegnato a sgattaiolare all'interno della corsia box.

Addio Mario, artefice e straordinario di una Formula 1 e di un modo di fare giornalismo che forse non esiste più.

Marco Privitera

 

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