Credits: ACI / X.com
Credits: ACI / X.com

Un vero e proprio terremoto scuote in queste ore i vertici ACI. Il suo presidente Angelo Sticchi Damiani, infatti, dopo essere stato dichiarato decaduto dal suo ruolo, avrebbe lasciato l'ufficio nella sede di Via Marsala, in attesa della nomina di un Commisario al suo posto che dovrebbe avvenire nella giornata di domani. Le redini dell'ente di riferimento del motorsport italiano dovrebbero essere prese da Tullio Del Sette, ex comandante generale dell'arma dei Carabinieri, che andrebbe ad occupare il ruolo di “traghettatore” fino alle prossime elezioni in programma il 9 luglio.

Lo scontro tra Damiani e il governo e l'articolo 7 del DE

Un situazione scaturita dal Decreto Emergenze contenuto nella Legge di Bilancio 2025, approvato lo scorso 31 dicembre dal Governo Meloni. In questo documento, la parte “incriminata” è quella dell'articolo 7, intitolato “Disposizioni urgenti necessarie a garantire lo svolgimento delle elezioni degli enti pubblici con natura anche di federazione sportiva”. Nel testo si evidenzia quanto segue:

Gli enti pubblici che hanno anche natura di Federazione Sportiva continua ad applicarsi la disposizione per cui la persona in carica in qualità di presidente o vicepresidente di istituti e di enti pubblici, anche economici, non può essere confermata per più di due volte. Entro 45 giorni dalla data di entrata in vigore del provvedimento tali enti pubblici dovranno adottare ogni atto necessario all'indizione di nuove elezioni. Decorso tale termine, con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri o dell'Autorità politica delegata in materia di sport, da adottare entro i 15 giorni successivi, si provvede alla nomina di un commissario straordinario per l'indizione di nuove elezioni.

Questo punto è andato a toccare in particolar modo i vertici di ACI e CONI, dove i rispettivi presidenti (Sticchi Damiani e Malagò) erano giunti entrambi al loro quarto mandato. Sticchi Damiani, che era stato rieletto nel mese di ottobre col 90% di preferenze, era finito ai ferri corti con l'esecutivo Meloni (specialmente con il ministro dell'Economia Giorgetti) soprattutto dopo l'ultima Legge di Stabilità, in cui era stato deciso che ACI avrebbe dovuto versare un contributo annuale di 50 milioni di euro per le casse pubbliche.

Damiani Salvini Lavori Monza
Credits: ACI / X.com

Terremoto ACI: Monza e Imola rischiano l'uscita dalla Formula 1?

In ogni caso, al nuovo Commissario verrà lasciata in mano una situazione assai spinosa, soprattutto per quanto riguarda le relazioni internazionali con la FIA e Liberty Media. Angelo Sticchi Damiani aveva assicurato il futuro a lungo termine di Monza in Formula 1 tra l'inizio dei lavori lo scorso anno e il rinnovo del contratto con Liberty Media fino al 2031 per il GP Italia.

Tuttavia la nuova situazione nata nelle ultime settimane ha messo all'erta il CEO Stefano Domenicali e i vertici della Federazione Internazionale, spingendolo a chiedere ai vertici continuità e stabilità ai progetti portati avanti dall'ormai ex N.1 di ACI. L'ex team principal Ferrari e presidente di Lamborghini aveva inviato una lettera al Governo per chiedere "garanzie che i lavori di Monza possano essere eseguiti nei tempi, rispettando le clausole del contratto.

Tra gli altri punti lasciati in ballo ci sono anche il rinnovo del contratto di Imola con la F1 che scade quest'anno (anche se dovrebbe comparire nel calendario 2026 per recuperare l'edizione 2023 del GP Emilia Romagna) e la conferma del Rally Italia Sardegna nel WRC, nel cui ambito l'ultimo accordo portato avanti da Sticchi Damiani scade anch'esso nel 2025.

Il tutto senza dimenticare le prossime elezioni, dove al momento i due nomi “favoriti” per la successione risultano quelli di Giuseppina Fusco, direttrice di AC Roma, e di Geronimo La Russa, direttore di AC Milano nonché figlio dell'attuale presidente del Senato. 

Andrea Mattavelli