Il toboga ungherese regala spettacolo
Sono tanti gli spunti di discussione al termine di una gara che ha riservato emozioni e colpi di scena dal primo all'ultimo metro. Senza dubbio, le condizioni meteo instabili hanno contribuito a creare le premesse di quello che si è poi rivelato come uno dei Gran Premi più avvincenti ed imprevedibili degli ultimi anni, con lo scroscio di pioggia a mezz'ora dal via che ha bagnato copiosamente l'asfalto. Ciò ha costretto tutti i piloti a partire con gomme intermedie ma, soprattutto, a doversi confrontare con condizioni della pista sino a quel momento mai verificatesi nell'arco del week-end, caratterizzato da sole e caldo durante le prove. Un elemento che ha contribuito di per sè ad equilibrare i valori in campo, a dispetto di chi voleva un Rosberg capace di andare già in fuga sin dalle prime battute. Situazione che poi si è effettivamente realizzata nei giri iniziali, prima che le cose iniziassero a prendere una piega storta per il leader del Mondiale. A cominciare dalla prima Safety Car, resasi necessaria dopo il violento crash del solito Ericsson dopo soltanto otto giri: mentre le McLaren tentavano l'azzardo di rimanere in pista con gomme intermedie (nella speranza di un nuovo scroscio di pioggia, poi mai arrivato), ad approfittare della situazione sono stati soprattutto Ricciardo e Vergne, capaci di anticipare gli avversari sfruttando un pronto rientro ai box. Hamilton, nonostante l'errore alla seconda curva che avrebbe potuto costargli molto caro, è riuscito così rapidamente a portarsi a ridosso dei primi nel giro di poche tornate: una situazione che senza dubbio ha messo grande pressione su Rosberg, ben presto alle prese con preoccupanti problemi ai freni posteriori. Mentre Alonso in testa è riuscito a sfruttare al meglio una situazione di asfalto che andava progressivamente asciugandosi, Rosberg dopo il secondo pit stop si è ritrovato persino alle spalle di Hamilton, reclamando strada via radio pur non dando mai l'impressione di poter attaccare il compagno. E' così arrivato l'ordine del team ad Hamilton di lasciare strada al rivale: ordine che l'inglese ha fatto comprensibilmente "finta" di non sentire, prima che Rosberg fosse costretto all'ultima sosta nel finale. Le due Mercedes hanno poi regalato spettacolo nel giro conclusivo, al termine della furiosa rimonta di Rosberg, con il tedesco che però si è dovuto accontentare di concludere alle spalle del proprio compagno di squadra. In ogni caso, in gara la Mercedes è sembrata soltanto una lontana parente della macchina pigliatutto che sin qui ha dominato questo Mondiale, mostrando un volto decisamente più umano che ha consentito ai rivali di coltivare (e, nel caso di Ricciardo, realizzare) sogni di gloria. Se questo sia scaturito dall'abolizione del FRIC, piuttosto che all'enorme numero di variabili oggi andato in scena, sarà solo il prosieguo del campionato a chiarirlo.
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