Dopo il trionfale weekend australiano targato Mercedes, il Circus della Formual 1 si era trasferito in Malesia con il timore di dover assistere ad un altro monologo della scuderia campione del mondo. Ma in pochi avrebbero potuto prevedere un simile epilogo, con la pioggia in qualifica e la sicurezza messa in mostra da Sebastian Vettel fin dal sabato, prologo al trionfo sul circuito di Kuala Lampur avvenuto dominando e gestendo la gara come un suo illustre e titolato connazionale in Ferrari: Michael Schumacher.

Ma andiamo ad analizzare team per team il weekend malese:

FERRARI - La ciliegina sulla torta sarebbe stata la doppietta o un piazzamento a podio per Kimi Raikkonen che, invece, bersagliato anche in questa gara dalla sfortuna, compie un autentica rimonta rimanendo però ai piedi del podio. Per il resto la gestione tattica è sembrata quella dei giorni migliori ed è stato sicuramente uno dei fattori, oltre all'eccellente vettura portata in Malesia, determinante per un successo che la Rossa attendeva da quasi due anni. Sognare è lecito ma, come ha detto Arrivabene, bisogna rimanere con i piedi ben saldi per terra.

MERCEDES - Per una volta ha dovuto fare da cacciatore, ma l'impressione avuta qui è che il Mondiale non sarà una passeggiata per Rosberg ed Hamilton come lo fu l'anno scorso. Limitandoci alla gara in Malesia, la Mercedes tatticamente non è stata al passo della Ferrari, non cogliendo l'attimo giusto per il cambio gomme e producendosi, poi, in una rincorsa affannosa che ha portato due piazzamenti a podio per entrambi i piloti. Resta comunque il team di riferimento e già da Shangai è lecito attendersi la riscossa.

WILLIAMS - Immediatamente dietro Ferrari e Mercedes ci sono loro, penalizzati in questo avvio di stagione da circuiti che non esaltano le caratteristiche della FW37 e da qualche errore di troppo ai box che oggi, ad esempio, è costato la posizione a Felipe Massa nei confronti del compagno di squadra Vallteri Bottas. Con i prossimi aggiornamenti e qualche sbavatura in meno, lottare per il podio non sarà più un'utopia.

TORO ROSSO - Battere, o meglio surclassare, la sorella maggiore Red Bull deve essere stata davvero una grande soddisfazione per il team di Faenza che oltre alla solidità e alla velocità della STR10, ha tra le proprie armi i due rookie "terribili", Carlos Sainz jr e Max Verstappen, i quali hanno commesso pochi errori mostrando quella consistenza e quella concentrazione che li fanno sembrare dei veterani. Per lo spagnolo una rimonta dal 15° all' 8° posto e secondo piazzamento a punti consecutivo, per l'olandese il record del più giovane pilota della Formula 1 a segnare punti iridati. In qualche gara "particolare" si potrebbe ripetere il successo di Vettel (Monza 2008) per uno dei due.

RED BULL - Forse non è tutta colpa della Renault, come invece sostenevano solo 15 giorni fa gli uomini di Milton Keynes. Gara anonima per le "lattine", doppiate dall'ex Vettel e addirittura battute dalle sorelline Toro Rosso equipaggiate con lo stesso propulsore. La frustazione dei due piloti, Daniel Ricciardo e Daniil Kvyat, è lo specchio del weekend malese della squadra di Mateschitz, che l'anno scorso di questi tempi aveva colto un terzo posto con Sebastian Vettel. Darla per spacciata sarebbe ingeneroso oltre che irrazionale, ma in Red Bull dovranno fare tanto lavoro per cercare di lottare con chi li precede.

LOTUS - A ridosso della zona punti con Romain Grosjean, ritirata con Pastor Maldonado. E' questo il magro bottino della Lotus, che rispetto all'anno scorso va sicuramente meglio in qualifica ma non è finora riuscita a concretizzare in gara quanto fatto al sabato. I piloti nel dopo gara hanno professato ottimismo, consapevoli che la power unit Mercedes possa dare loro una mano, ma la situazione attuale è la casellina zero alla voce punti in classifica.

SAUBER - Un passo indietro (anche due) rispetto a Melbourne, con un dodicesimo posto (Nasr) come bilancio di un weekend difficile per la scuderia elvetica, apparsa molto in difficoltà sul passo rispetto alla gara d'apertura. Alle difficoltà tecniche si sono sommati errori più o meno gravi dei piloti (testacoda di Ericcson nelle fasi iniziali della gara e contatto di Nasr con Raikkonen) che hanno compromesso una situazione di per sé già problematica.

FORCE INDIA - Aver preceduto l'unica Manor presente in gara non è sicuramente l'obiettivo del team indiano. Qui in Malesia l'alto degrado delle gomme e diversi contatti, costati delle penalizzazioni per Sergio Perez e Nico Hulkenberg, hanno reso la conquista della zona punti ancora più difficile del previsto.

MANOR - Già essere presente in Malesia e correre è stato un successo, finire la gara (a differenza della McLaren) è stato come ottenere una vittoria. Le prospettive a breve e lungo termine non autorizzano voli pindarici, ma già essere davanti ad un team campione del mondo può essere motivo di vanto considerando le innumerevoli difficoltà del pre-stagione e la totale assenza di test.

MCLAREN - Come in Australia, nonostante il ritorno di Fernando Alonso. L'eliminazione immediata nel Q1 e il doppio ritiro in gara fanno proseguire l'agonia di un binomio che per il momento è lontano anni luce dai fasti degli anni '80-'90. L'ottimismo è di casa sia a Woking che a Tokyo ma, francamente, fare peggio di così è obiettivamente imposssibile. Chissà cosa avrà pensato Fernando Alonso nel veder trionfare il rivale Vettel con la macchina che è stata sua per ben cinque anni.

Vincenzo Buonpane

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