Pedro Acosta sarà il pezzo pregiato del mercato piloti 2026.
Pedro Acosta sarà il pezzo pregiato del mercato piloti 2026. Credits: Red Bull Content Pool

La grande crisi che sta investendo KTM pone grosse incognite su quello che sarà il 2025 della casa austriaca nel Motomondiale – e non solo. Nella prima assemblea dei creditori di KTM AG, avvenuta il 20 dicembre, una delle misure di riorganizzazione segnalate prevede “l’uscita dalla MotoGP/Moto3 e Moto2” in un’ottica di riduzione dei costi. Spese che, come ha riportato nei giorni scorsi il sito austriaco Der Standard, per il motorsport di KTM nel 2023 sono state pari a 95 milioni di euro, mentre un addio dalla MotoGP comporterebbe un risparmio di 46 milioni di euro annui. Cifre irrisorie rispetto al buco di 3 miliardi che il gruppo Pierer Mobility ha accumulato, ma che tuttavia consentirebbero a KTM di avere una boccata d’ossigeno fondamentale in un momento critico come quello attuale.

Tuttavia, l’ipotesi di addio dal Motomondiale già nel 2025 è stata allontanata dalla stessa KTM prima di Natale tramite un post sui social dove si ribadiva come Ready to Race” sia più di un semplice slogan. Un punto, tuttavia, sul quale comunque al momento si addensano dubbi, che potrebbero essere dissipati già dopo il 24 gennaio, quando avverrà il secondo incontro tra i creditori. Sei giorni prima della già fissata presentazione dei due team che KTM schiererà in MotoGP (il team ufficiale e il team Tech3) e una settimana prima dei test di Sepang. E in attesa di capire che ne sarà del 2025, al netto delle parole di KTM, è sul 2026 che si addensano i dubbi più grossi, che investono dipendenti e piloti.

Presentato un piano di ristrutturazione ed è caccia agli investitori

Dopo Natale, Pierer Mobility AG ha presentato un piano di ristrutturazione che prevede il rimborso di prestiti e obbligazioni per un valore complessivo di 247,5 milioni di euro da saldare entro il 2027. Nel frattempo, i creditori hanno tempo entro il 31 gennaio 2025 per registrare i loro crediti e avere così diritto di voto per il piano di ristrutturazione presentato dal gruppo di Stefan Pierer. Il tutto mentre Pierer Mobility ha affidato a Citygroup l'incarico di trovare nuovi investitori, tra i quali sono usciti nomi come l'indiana Bajaj - che già possiede il 49% di Pierer Bajaj AG, controllante al 74,9% di Pierer Mobility AG -, la cinese CFMoto o addirittura la pazza idea di Lewis Hamilton come investitore sulla parte racing (ipotesi segnalata per possibili legami di Hamilton con Red Bull, sebbene l'inglese sia stato in passato uomo Monster).

Resta chiaro comunque come questa sia una fase chiave che determinerà il destino di KTM nel Motomondiale e non solo, visti i tanti posti di lavoro in gioco al momento tra tutti i marchi del gruppo Pierer. Nello specifico, parlando del Motomondiale, sembra comunque chiaro come KTM non andrà oltre il 2025 - come dichiarato da più parti - a meno di miracoli. Così facendo, nel 2026 la MotoGP dovrà capire come sostituire KTM per mantenere 22 moto in griglia.

Come sostituire 4 moto? 

È questa forse la domanda più importante che si stanno ponendo Dorna, IRTA, MSMA e Liberty Media, dato che è nel pieno interesse della MotoGP e delle entità già citate – con Liberty Media fortemente interessata sul tema, in attesa del via libera finale della Commissione Europea sull’acquisto di Dorna – mantenere 22 moto in griglia per non diminuire il valore di un prodotto che ha un disperato bisogno di crescere ulteriormente e di consolidarsi dal punto di vista commerciale. La crisi di KTM non poteva arrivare in un momento peggiore per le parti in causa: se dal punto di vista sportivo, nonostante Ducati stia ammazzando la competizione, si è assistito a un ultimo Mondiale estremamente combattuto, così come lo era stato quello del 2023, da un punto di vista commerciale avere l’abbandono di un grosso player come KTM è un colpo bassissimo. Dopo l’addio di Suzuki nel ’22, mai sostituita numericamente, avere fuori dai giochi KTM senza un sostituto abbassa l’appeal di una MotoGP che ha estremo bisogno di nuovi costruttori e che spera di accogliere nuovi giocatori al suo tavolo grazie al nuovo regolamento tecnico in vigore dal 2027.

Piloti sul mercato: Acosta è il pezzo pregiato

E per un costruttore che se ne andrà quasi certamente, sicuramente ci sono 4 piloti che saranno sul mercato a caccia di una sella per restare in MotoGP nel 2026. 4 piloti, ciascuno con diverse ambizioni e una diversa reputazione agli occhi di Costruttori e team manager. 

Pedro Acosta – Non ci sono dubbi su quello che è il futuro di Acosta, vero pezzo pregiato di quello che sarà il mercato piloti per il 2026. A suo favore ci sono una lunghissima serie di fattori che costringono la MotoGP, Dorna e Liberty Media a dovergli trovare un posto che – a prescindere – per lui ci sarà. Su di lui investe pesantemente la Red Bull e vorrebbe investire, a sua volta, qualsiasi costruttore attualmente presente e che non si chiama KTM. Normale vista l’età – è un 2004 – e il curriculum dove figurano 2 titoli Mondiali in 4 anni di Motomondiale. Ducati è già sulle sue tracce, ma non è ovviamente l’unica interessata ad Acosta come ha ammesso qualche settimana fa il suo manager, Albert Valera.

Tutti i costruttori mi hanno contattato chiedendomi come sta Pedro, dicendomi che sperano come questa situazione non lo colpisca, mi hanno dato sostegno e ci hanno augurato il meglio. So che tutti, nel momento in cui dovremo cercare un’alternativa, saranno aperti ad aiutare Pedro. Lui è un diamante, ha 20 anni, ha già dimostrato tantissimo e chiunque vorrebbe avere i suoi servizi.

Brad Binder corre con KTM dal 2016: è nel team ufficiale in MotoGP dal 2020.
Brad Binder corre con KTM dal 2016: è nel team ufficiale in MotoGP dal 2020. Credits: Red Bull Content Pool

Brad Binder – Anche per Binder, blindato da un contratto valido fino a fine 2026 e pilota di bandiera di KTM, essendo un pilota KTM dal 2016 quando dominò in Moto3, non dovrebbero esserci troppe difficoltà a restare in MotoGP. Avendo anche lui, come Acosta, un contratto di sponsorizzazione con Red Bull, il colosso austriaco dovrebbe consentirgli un aiuto per restare nella classe Regina. Se Ducati punta Acosta, Binder può essere un ottimo cavallino per Aprilia e Honda, mentre Yamaha è più defilata vista la presenza di Monster come title sponsor. A meno che non ci sia spazio in Pramac, dove Oliveira e Miller sono atleti Red Bull (sebbene non figurino nella lista di atleti sul sito di Red Bull, i due sono appoggiati dal brand austriaco) e dove l’australiano al momento ha un contratto valido solo per il 2025, a differenza del portoghese che ha firmato un biennale. Ricomporre la coppia Oliveira-Binder potrebbe essere un bel colpo per Yamaha.

Enea Bastianini è approdato in KTM dopo 2 anni nel team ufficiale Ducati.
Enea Bastianini è approdato in KTM dopo 2 anni nel team ufficiale Ducati. Credits: Red Bull Content Pool

Tech3, Bastianini e Viñales – Più complessa è la situazione dei due piloti del team Tech3, Enea Bastianini e Maverick Viñales. Entrambi i piloti, provenienti da Ducati e Aprilia, e il team francese, che l’anno prossimo correrà con le insegne di KTM e di Red Bull con materiale – teoricamente – identico a quello del team ufficiale, sono costretti a guardarsi attorno per poter sperare in un futuro in MotoGP nel 2026. Difficile al momento ipotizzare una casa che potrebbe mettere a disposizione due moto per un team nel 2026. Soprattutto, impossibile pensare a una casa che possa mettere a disposizione due moto ufficiali per Bastianini e Viñales che, dovessero riuscire a trovare una soluzione, potrebbero essere costretti ad accontentarsi di una moto vecchia di un anno. Un downgrade importante per due piloti (ma il discorso è applicabile anche a Tech3) che fino allo scorso anno erano in team ufficiali di alto livello e che ora sono costretti a nuotare a vista per restare nell’elite del motociclismo. 

Mattia Fundarò