Nulla da recriminare per Dovizioso. Ha lottato fino alla fine andando oltre i suoi limiti e quelli della sua Ducati. Dopo il recupero di Marc Marquez ha spinto troppo ed è andato giù. Ha recuperato la moto e tra tantissimi applausi è tornato ai box. Nessun rimprovero ad Andrea di Forlimpopoli, ma tanti ringraziamenti per il suo duro lavoro che ha regalato un grande sogno a tutti gli italiani ed i ducatisti. 

La magia di questa stagione non sarà cancellata dal risultato finale. Certo Dovizioso non è riuscito a battere un mostro del calibro di Marquez. Ma si tratta di un fuoriclasse che a 24 anni è già a quota 6 titoli mondiali. Lo spagnolo è cresciuto tantissimo nel corso della stagione ed ha giocato con il limite. Tra tante critiche, MM93 è caduto ben 27 volte in stagione, ma quasi sempre in prova. Durante le gare si è reso protagonista, invece, di recuperi innaturali e fortunati proprio come quello di domenica. Con il gomito si è rimesso su e ha recuperato nella ghiaia. Neanche lui nel rivedere le immagini ha saputo spiegare come ha fatto. Grande tributo a Dovizioso anche da parte sua: “Ho imparato tanto da lui, soprattutto dal punto di vista mentale”.

La Ducati ha dimostrato di essere un grande costruttore con un progetto sportivo che ha messo alle corde il colosso Honda per lunga parte della stagione. Ha portato novità poi copiate da tutti. Grande orgoglio, quindi,  per le Rosse di Borgo Panigale ed il suo stile fatto di uomini cresciuti a suon di mortadella e motori. Il DNA di quest’azienda è ben evidente e Dovizioso è stato l’uomo giusto al momento giusto. La marcia in più è sembrata essere la professionalità cresciuta in casa senza tanti fronzoli, proprio come piace ai motociclisti veri. Grande merito va tributato all’Ing. Gigi Dall’Igna, un genio determinato in grado di mettere prima le ali e poi la maneggevolezza alla Desmosedici. Un compito arduo ed ambizioso, proprio come vuole la sua azienda guidata da Claudio Domenicali. Un AD dal grande cuore emiliano, che prima e dopo la gara era con i suoi uomini.

A Borgo Panigale hanno lavorato tanto per consentire ad Andrea Dovizioso di giocarsi il mondiale fino alla fine e lui, non partito con i favori dei pronostici a dirla tutta, si è conquistato tutto sul campo. Il romagnolo a testa bassa, tra gare favorevoli e brutte debacle, non ha mai mollato. Ha conquistato il rispetto di tutto il paddock proprio per i suoi modi pacati. Ha dimostrato che si può essere il numero uno nel box senza fare la primadonna. È questo che piace di lui. Un motociclista vero, un professionista granitico. Complimenti a lui ed alla Ducati: il 2018 è già qui e sarà tutta un’altra storia da scrivere. 

Fabrizio Crescenzi 

 

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