F1 | La rivincita della Haas e l’affermazione di Komatsu
Reduce dal primo doppio arrivo a punti da quasi due anni, il team di Kannapolis può guardare con ottimismo al futuro grazie alla guida nipponica
La Formula 1 sa essere spietata per i team di bassa classifica, ma può anche regalare le storie di rivalsa più inaspettate: parliamo soprattutto della Haas, la squadra che si è classificata ultima nel Mondiale Costruttori 2023 e che si aspettava di faticare ancora nel 2024, specialmente dopo l’addio di Günther Steiner prima dell’inizio della nuova stagione.
Con pochi investimenti, strutture più piccole e modeste rispetto a scuderie più blasonate e un ingegnere, Ayao Komatsu, chiamato ad interim per sostituire il manager altoatesino come nuovo team principal della Haas, la squadra americana del Circus era stata indicata da tutti come la meno preparata del lotto e la più indiziata per finire nuovamente ultima nel costruttori.
Dopo tre gare, il bilancio della scuderia di Kannapolis ha sorpreso tutti: 4 punti, doppio arrivo in top 10 nell’ultima gara a Melbourne e settima posizione nel Mondiale Costruttori, dietro solo alla RB nel centro gruppo. La stagione è ancora lunghissima, ma l’indicazione che arriva è che la Haas è tornata a combattere e che deve questo in gran parte alla “guida” di Ayao Komatsu.
Primi mesi e primi risultati
Nominato TP a gennaio, l’ingegnere giapponese era stato chiaro fin da subito sui suoi primi obiettivi: sistemare ciò che non andava con la monoposto nel 2023 e cercare di massimizzare il pacchetto complessivo in pista. Ayao si era presentato così ai media, senza fare proclami, con uno stile e delle parole (riportate da motorsport.com) che inneggiavano alla trasparenza e alla pragmaticità, senza pensare a fare show o diventare l’idolo delle folle come fu Steiner grazie alla serie Netflix.
Non faccio politica: sono concentrato sul come migliorare e mi piace pensare di essere abbastanza corretto, educato e anche ragionevolmente diretto. Non sono familiare col marketing e l’aspetto commerciale quanto lo sono su quello tecnico e perciò ho detto a Gene di mettere qualche esperto a gestirlo così che io possa concentrarmi sull’aspetto tecnico e sull’assetto organizzativo, che man mano miglioreremo nel tempo.
Non sono qui per mettere tutto sottosopra, perché in quel caso ci fermeremmo: bisogna crescere in modo naturale. Nel 2023 non eravamo in buona condizione e per questo abbiamo fatto dei cambiamenti, ma non si può fare un grande salto all’improvviso, altrimenti il 2024 sarebbe un disastro totale, giusto? Quindi dobbiamo migliorare la squadra: la vedo come una fase di transizione in cui qualsiasi cosa impareremo ci aiuterà a definire cosa faremo tra 5, 8 o 10 anni.
Penso sia positivo che Gene sia infelice della situazione in cui ci troviamo. Se i membri della squadra pensano: “Ok, siamo ultimi, non siamo sicuri dove andare e Gene non dice nulla”, allora… Ok, Gene è contento di investire per finire in decima posizione? È chiaro che non sia cosi. Questo è uno stimolo per tutti i presenti. Ok, Gene è serio, vuole migliorare la squadra. Facciamolo insieme.
Così si arriva alla pre-season, dove il team ha accumulato nelle tre giornate di test in Bahrain ben 441 giri complessivi, più di qualunque altra squadra. Il lavoro concentratosi principalmente sul passo gara e l’usura delle gomme, punti critici dello scorso anno, ha permesso alla Haas di iniziare bene il Mondiale 2024, mostrando un ottimo andamento e consumo degli pneumatici in Bahrain e conquistando il primo punto subito a Jeddah con Hulkenberg decimo.
Tale risultato era stato messo in risalto (e in parte oscurato) dalla strategia difensivista di Kevin Magnussen che ha consentito a Nico di effettuare un grandissimo overcut sul resto del midfield per prendersi il decimo posto. Si pensava comunque che potesse essere il classico “fuoco di paglia”, e invece a Melbourne è arrivato un nono e un decimo posto che, seppur figlie dei ritiri di Verstappen e delle Mercedes, hanno evidenziato la bontà del lavoro di Komatsu nel team americano che non aveva segnato un doppio arrivo a punti da Austria 2022.
Questione di metodo e di carattere
A dirlo non sono solo i primi numeri o i progressi della Haas rispetto all’anno passato, ma anche il modo di lavorare dell’ingegnere nipponico, che si è prefissato di far avvicinare i gruppi situati nelle fabbriche a Kannapolis, nel Regno Unito e in Italia. Il suo metodo ha dato subito i primi riscontri nelle fabbriche, tra la motivazione dello staff e il clima che si respirava all’interno del team e di cui anche i piloti ne sono accorti.
Magnussen aveva apprezzato il fatto che abbia donato nuova energia e linfa ai ragazzi del team, come suggeriscono le sue parole a pitdebrief.com.
Non voglio compararlo a Steiner, perché quello è nel passato e stiamo guardando avanti. Io credo che l’atmosfera nel team sia molto salutare e che gli ingegneri sono super motivati. Lo si sente anche nel garage e per i ragazzi è come un nuovo inizio. E io credo che abbia dato loro una speranza, un boost: una sensazione che ci sia una nuova opportunità.
Anche Hulkenberg, intervistato dallo stesso portale, ha lodato Komatsu per essere riuscito ad ambientarsi subito bene.
È stato gettato senza esperienza nel ruolo, con nuove responsabilità e cose da fare. Ma credo che finora sia riuscito ad ambientarsi e a fare un buon lavoro nel complesso. Cerca sempre il modo per arrivare alle migliori performance, ma ha anche un sacco di idee interessanti per il futuro a medio e lungo termine. Quindi si, è rinfrescante e si è rivelato finora un cambiamento positivo.
Ma se c’è una cosa che siamo sorpresi di vedere da Ayao in queste prime gare è il carattere. In Australia, nonostante il doppio arrivo in zona punti, ha recriminato tanto per la strategia sulla prima sosta di Magnussen che ha compromesso, a sua detta, la lotta per l’ottavo posto con Tsunoda. A Jeddah, invece, egli ha parlato nel post-gara (parole riportate nuovamente da motorsport.com) difendendo il suo team contro le accuse dei rivali del midfield di una strategia “antisportiva” quando Kevin ha rallentato gli avversari per permettere a Hulkenberg di rimanere davanti e di chiudere decimo.
Accetto le critiche, ma non mi scuso per la strategia. Quando avevamo saputo della penalità di 10 secondi per Magnussen, sapevamo anche che Kevin era fuori dalla zona punti, per questo ci ha appoggiati con la strategia. In termini di creazione gap, è una cosa standard: se non lo facevi in quell’occasione, non stavi facendo bene il tuo lavoro. Qualsiasi altra squadra avrebbe fatto la stessa cosa e se qualcuno diceva: “No, no, è antisportivo.”, sono tutte stronzate.
La luce in fondo al tunnel?
Questo inizio di stagione non può che far felici Komatsu, i piloti e i meccanici della Haas, soprattutto per come avevano finito il 2023. Occhio però a dire che i giorni peggiori sono alle spalle, perché questo è tutto da verificare: in primis dalle prestazioni delle monoposto nelle prossime gare su piste “vere” e tecniche come quelle di Suzuka o anche Shanghai. Inoltre, c'è da verificare anche il lavoro del nipponico sul dipartimento R&D e sugli aggiornamenti che porteranno alla VF-24, “storico” tallone d'Achille della scuderia americana nella seconda parte della stagione.
Ovviamente non aspettiamoci di vedere la Haas sempre in lotta per la zona punti, ma se Komatsu riuscirà a dare certezza alle sue indicazioni e a indirizzare il team (e Gene) nella sua crescita, allora potremmo vedere nel futuro una scuderia americana più competitiva nel midfield e, magari, capace anche di conquistare il suo primo podio. Il materiale non manca e la collaborazione con Ferrari e Dallara può solo aiutare in questo caso: ad Ayao il compito di riportare il team di Gene Haas alla competitività e di non farla ricadere nei vecchi tranelli che la hanno fatta arrancare nelle retrovie negli ultimi anni della gestione Steiner.
Andrea Mattavelli