La IndyCar ha fatto un buco... nell'acqua. E' proprio il caso di dirlo, dopo il "balletto" che per circa due ore e mezza si è protratto sul circuito di Toronto, dove si sarebbe dovuta svolgere la tredicesima prova della serie. La quale, clamorosamente, ha finito per non disputarsi, in seguito alle difficili condizioni meteo presenti sulla metropoli dell'Ontario. Dopo la conclusione delle qualifiche, infatti (le quali avevano visto svettare Sebastien Bourdais davanti a Will Power), una forte perturbazione si è abbattuta nella zona del circuito, rendendo proibitive le condizioni della pista. Dopo oltre due ore di attesa, e altrettanti tentativi di dare il via alla gara (con tanto di...Safety Car finita in testacoda), gli organizzatori hanno dunque comunicato ufficialmente il rinvio della stessa, con l'attività in pista che a questo punto dovrebbe (il condizionale è d'obbligo) riprendere domani con due gare che si svolgeranno nell'arco di poche ore. Un vero peccato, soprattutto per Luca Filippi, il quale ha visto per il momento sfumare una preziosa opportunità di ben figurare dopo aver ottenuto uno splendido settimo posto nelle qualifiche.

Di certo, un simile epilogo lascia alquanto perplessi, per quello che è considerato come il principale campionato a ruote scoperte d'oltre-oceano, anche perché i motivi sono da imputare in maniera tutt'altro che esclusiva alla pioggia presente in pista. Le cause reali, infatti, vanno ricercate in alcune lacune inaccettabili per una serie così prestigiosa, spettacolare e competitiva. Innanzitutto, il calendario: la volontà imposta dallo sponsor del campionato di adottare una stagione corta (l'ultima gara si svolgerà terminerà infatti a fine agosto) e ricca di impegni, con numerosi doppi appuntamenti previsti nell'arco del weekend, ha di fatto scombussolato gli abituali programmi ai quali eravamo abituati, impedendo di far fronte a simili evenienze. Nello specifico, la presenza (come a Toronto) di un doppio appuntamento nell'arco di un week-end, ha reso necessario lo svolgimento delle prove libere al venerdì, con qualifica al mattino e gara al pomeriggio nelle giornate di sabato e domenica. Questo ha così comportato lo slittamento dell'orario d'inizio della gara alle ore 16 locali, rendendo impossibile attendere troppo a lungo un miglioramento del meteo anche per il sopraggiungere dell'oscurità. In secondo luogo, le piste continuano a rappresentare un fattore critico per il mondo IndyCar: troppo spesso i circuiti (soprattutto quelli cittadini) sono totalmente inadeguati ed obsoleti, e sicuramente non all'altezza di un campionato così importante e seguito; nel caso specifico di Toronto, poi, la pista presenta un drenaggio pressoché inesistente, dal momento in cui le condizioni avrebbero molto probabilmente consentito (in un circuito con condizioni e tipologia d'asfalto diverso) di dare il via alla gara. Occorre ricordare, inoltre, come proprio sul circuito canadese nel 1996 Jeff Krosnoff perse la vita in un terribile schianto contro un palo che delimitava il tracciato; da rabbrividire, soprattutto ripensando a quell'episodio, la foto postata su Twitter da un addetto ai lavori presente sul circuito, la quale mostrava come la rete metallica non fosse fissata, bensì semplicemente appoggiata al muretto nei pressi della curva 1. Infine, la classica idiosincrasia degli americani alla pioggia è stavolta...emersa in tutta la propria evidenza: nelle dichiarazioni rilasciate dai piloti, infatti, si notava la differenza di vedute tra i "vecchi volponi" della serie (Castroneves, leader del campionato: "C'è una bella differenza tra essere coraggiosi ed essere incoscienti") ed i giovani rookies europei come Hawksworth e Aleshin, con il russo che ha affermato: "Siamo piloti da corsa, e dobbiamo correre". Insomma, alla fine di tutto ciò la IndyCar non ci fa certo una bella figura. La notizia ufficiale (giunta nella notte italiana) parlava della disputa di entrambe le gare nella giornata di domenica, opzione che ha prevalso sull'ipotesi di svolgere un'unica gara con l'assegnazione di un doppio punteggio, al fine di "recuperare" quanto perso in gara-1. Troppo tardi, se a perderci la faccia è un intero campionato. Pensate se fosse accaduta una cosa simile in Formula 1...

Marco Privitera

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