F1 | Amarcord: Enzo Ferrari e la nascita della rivalità con Ford
Il 34° anniversario della scomparsa di Enzo Ferrari rappresenta anche l'occasione per approfondire una delle pagine più controverse della sua lunga avventura nel mondo delle corse. Si tratta della sua rivalità con Henry Ford II, nipote del fondatore della casa americana. Un confronto nato con l'obiettivo di conquistare il Mondiale Vetture Sport ed esploso anche in seguito alla fallita trattativa che avrebbe dovuto portare gli statunitensi ad acquisire l'azienda di Maranello.
L’entrata di Ford nelle corse e la trattativa con la Ferrari
All'inizio degli anni Sessanta, Henry Ford II decise di far entrare la propria azienda del mondo delle corse automobilistiche. A convincerlo fu un motivo molto semplice: maggiore pubblicità per la propria azienda sul mercato europeo, vedendo anche lo stesso successo ottenuto dalla Ferrari. Dal 1962, la Ford iniziò quindi a gareggiare nelle gare statunitensi con la scuderia di Carroll Shelby, ma ben presto divenne chiaro come per raggiungere certi obiettivi sarebbero stati necessari soldi e tempo.
Ma Ford non intendeva perdere tempo. Accettò dunque l’idea suggeritagli dal manager italo-americano Lee Iacocca di acquistare direttamente la Ferrari per farne il proprio reparto corse, facendo leva anche sulle non floride condizioni economiche in cui si trovava l'azienda di Maranello in quel periodo.
Le trattative partirono nell'aprile 1963 grazie a Filmer Paradise, presidente di Ford Italia, il quale riuscì ad ottenere un appuntamento a Modena da Ferrari in persona. Il Drake si mostrò interessato ad intavolare una trattativa e lo stesso Iacocca inviò in Italia cinque dei suoi più stretti collaboratori per avanzare la proposta. Dal canto suo, Ferrari non volle farsi trovare impreparato, sondando il terreno con le tre principali Case automobilistiche italiane del momento: Lancia, Alfa Romeo e FIAT. Una volta ottenute risposte negative, Ferrari proseguì quindi la trattativa con Ford, ribadendo (come fatto sin dall'inizio) come condizione essenziale quella di mantenere l'assoluta indipendenza per quando riguarda l'aspetto sportivo.
L'accordo va in fumo
Quando venne trovato un accordo sulla valutazione di 18 milioni di dollari, con la creazione di due reparti distinti (uno per il commerciale e uno per il reparto corse), qualcosa andò storto. Nel momento in cui il Drake andò revisionare il contratto, si accorse che in realtà una clausola poneva importanti limiti per la gestione dell'attività sportiva, addirittura impilicando l'approvazione da parte di Detroit di ogni cifra superiore ai 10mila dollari rispetto alla somma pattuita ad inizio anno.
Ferrari decise di fare saltare l'accordo, rimandando a casa gli americani con sdegno. Henry Ford si irritò parecchio di fronte a questo smacco e la sua rabbia verso la Ferrari aumentò quando la Ferrari finì nell’orbita della FIAT. Ford prese la decisione di investire una grande somma di denaro per il programma sportivo, con il chiaro obiettivo di battere la Ferrari. Da lì nacque la storica rivalità sportiva che culminò nel confronto di Le Mans, dove la Ford riuscì a dominare nella seconda metà degli anni Sessanta. Ma questa è un'altra storia...