E' questo il caso di Marcus Ericsson, attuale pilota della Sauber alle prese con la sua quarta stagione nella massima serie. Un'avventura, quella del 26enne pilota svedese, per la verità finora senza grandi acuti: dopo il tormentato debutto con la decadente Caterham, per Ericsson è arrivato nel 2015 il passaggio nella scuderia elvetica, con un contratto a lungo termine che gli ha consentito, alla vigilia del Gran Premio d'Austria, di inanellare già 64 presenze nel Circus.

Mica roba da poco, visto che già di per sé la Formula 1 per la stragrande maggioranza rappresenta un sogno proibito: eppure, la carriera dello svedese sembra ormai essere prossima ad un bivio. Giunto al suo ultimo anno di contratto, il driver di Kumla si ritrova nella "scomoda" situazione di dover cercare una sistemazione per il proprio futuro: soluzione che potrebbe essere anche rappresentata dalla sua permanenza nel team elvetico, alle prese però con un profondo mutamento che potrebbe modificarne gli attuali equilibri interni.

Di questo e molto altro abbiamo parlato con il diretto interessato nell'hospitality del team Sauber, nell'immediata vigilia del Gran Premio d'Austria. Marcus si mostra una persona alla mano, sveglia e sorridente: una piacevole sorpresa anche per chi ha l'occasione di conoscere per la prima volta un pilota spesso lontano dalle luci della ribalta.

Marcus, sei già arrivato alla tua quarta stagione in Formula 1: ti reputi soddisfatto di questa tua prima parte di carriera nella categoria?

Sì e no. Naturalmente il fatto di essere un pilota di Formula 1 rappresenta una grossa opportunità: mi sento molto migliorato sia dal punto di vista del pilotaggio che da quello del contributo che posso fornire ai tecnici in fase di sviluppo, ma al tempo stesso mi piacerebbe poter essere maggiormente competitivo con una monoposto migliore. Purtroppo, nei miei quattro anni sono più o meno sempre stato sul fondo dello schieramento, mentre avrei invece il desiderio di potermi battere per finire spesso a punti e magari sul podio. Ovviamente è molto complicato mostrare le proprie potenzialità quando si è costretti a lottare in fondo al gruppo, dunque spero che la situazione possa presto cambiare!

Il prossimo anno ci sarà una nuova partnership, che vedrà la Sauber equipaggiata dai motori Honda...pensi che le prestazioni della vettura possano trarne giovamento o la cosa ti preoccupa visto l'attuale stato di forma della power unit giapponese?

Devo dire che finora non ci ho pensato molto...per il momento non ho ancora un contratto per il prossimo anno, dunque non so cosa succederà. Però reputo che si tratti di una scommessa: al momento Honda con McLaren sta avendo un po' di problemi, però al tempo stesso ha un grande potenziale ancora da esprimere e un budget importante per migliorare. Per cui credo che per Sauber possa essere un buon azzardo.

Essendo il tuo ultimo anno di contratto, hai già pensato a quale potrebbe essere il tuo futuro? Immagino che l'obiettivo sia rimanere in Formula 1, ma hai mai pensato di tentare un'avventura altrove...magari a Le Mans o, come Fernando, in IndyCar?

Dal mio punto di vista, cercherò naturalmente di mettermi nella condizione migliore per poter esprimere il mio potenziale. Per il momento non ho ancora pensato molto al mio futuro, sono estremamente concentrato sul presente e sulla mia stagione in Sauber. L'obiettivo, come ho detto, sarà quello di lottare per traguardi importanti. Di sicuro, prima di terminare la carriera mi piacerebbe correre a Le Mans o Indianapolis, sono gare che ogni pilota vorrebbe disputare. Ma spero di dover rimandare questo pensieri, perchè vorrà dire che sarò rimasto molto a lungo in Formula 1!

Magari avrai un po' di tempo per pensare al prossimo anno durante la pausa estiva...

Sì, esattamente! Devo dire che in Sauber mi trovo molto bene, sono qui da tre anni e conosco tutte le persone nonché il loro metodo di lavoro. Mi piacerebbe dunque rimanere qui, ma in Formula 1 le cose si evolvono in maniera molto rapida, pertanto rimaniamo con gli occhi aperti per capire anche se ci potranno essere opportunità altrove.

Recentemente, Monisha Kaltenborn ha lasciato la scuderia dopo un lungo periodo nelle vesti di Team Principal. Cosa è cambiato per voi? Come pensi potrà evolversi la situazione nell'immediato futuro?

Non è cambiato molto a dire la verità in questo breve periodo. Dopo l'addio di Monisha le cose sono proseguite regolarmente, qualcuno ha assunto una nuova posizione in seno al team, ma tutto è filato via in maniera piuttosto regolare. Naturalmente a brevissimo contiamo di poter avere un nuovo Team Principal, in grado di poter imprimere la direzione da seguire per tutti noi.

Avete in programma di apportare degli aggiornamenti sulla vettura nelle prossime gare?

Sì, abbiamo un buon piano di sviluppo da qui a breve. Ci saranno degli update in ogni gara, ma credo che lo step più importante verrà presentato in occasione della gara di Budapest. E' una cosa molto importante e stimolante per tutto il team, anche perchè non avendo la possibilità di effettuare miglioramenti sulla power unit, saremo chiamati a dover spingere molto sul pacchetto aerodinamico per cercare di migliorare le nostre prestazioni.

Com'è la tua relazione con il tuo compagno di squadra Pascal Wehrlein? Riuscite a collaborare?

Credo che abbiamo un buon rapporto. E' un pilota molto veloce, come ha dimostrato nelle occasioni in cui è salito a bordo della Mercedes nonché in occasione della conquista del titolo in DTM. Siamo molto vicini tra noi in tutte le sessioni, quindi è una buona battaglia tra compagni di squadra, discutiamo a proposito della macchina e ci spingiamo a vicenda!

Come ben sai, il primo rivale in pista è il proprio compagno di squadra...

Sicuramente, ma lui rappresenta un ottimo punto di riferimento per me. La sua carriera finora ha evidenziato quanto lui sia veloce, quindi per me rappresenta una situazione ideale per dare il massimo.

La tua presenza in Formula 1 è molto sentita in Svezia: credi di aver dato un contributo importante alla crescita della popolarità di questo sport tra i tuoi connazionali?

Penso di sì, anche perchè prima di me erano 23 anni che un pilota svedese non correva in Formula 1...

Credo l'ultimo sia stato Stefan Johansson, giusto?

Sì, esattamente! Avverto sicuramente un interesse crescente nei miei confronti e per la categoria in generale: la gente guarda le gare in Tv, ci segue sui giornali e sul web...ma credo che la chiave possa avere un pilota in grado di poter lottare per la vittoria, al momento c'è un interesse tutto sommato "rilassato"...

Forse servirebbe di nuovo un Gran Premio in Svezia, visti i trascorsi sul circuito di Anderstorp...

Già! (ride) Ma in realtà è un po' troppo vecchio allo stato attuale...dunque non vedo grosse novità almeno per i prossimi anni!

Ultima domanda: dal tuo punto di vista, come giudichi l'episodio che ha visto coinvolti Vettel e Hamilton a Baku?

Credo che sia stata una situazione piuttosto difficile da giudicare. Vedendola da fuori, di certo non è stata una bella manovra quella di Vettel, dunque secondo me lui ha sbagliato e sicuramente la sua azione è stata giustamente sanzionata. Il problema è che in simili casi è difficile stabilire la corretta entità della punizione: è stata una situazione piuttosto atipica, quindi è davvero complicato valutare se lo stop and go sia stato sufficiente o meno. Ma ribadisco, per quanto mi riguarda Vettel ha sbagliato, anche se trovo difficile dire se la sanzione sia stata adeguata o meno.

Da Spielberg - Marco Privitera

 

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