F1 | Test Bahrain, Day 1: Mick Schumacher debutta in Ferrari
I tratti somatici simili, la posa quasi uguale e una tuta rossa: ci vuole poco per infiammare i ferraristi e trasformare il debutto in pista di Mick Schumacher, proprio sulla Ferrari, in una madeleine di Proust e così ritornare, per qualche fugace istante, con la memoria a quel glorioso passato targato Michael Schumacher, che sembra così lontano. Senza farci prendere troppo dalla nostalgia, andiamo ad analizzare il debutto in Formula 1 del giovane pilota tedesco.
Come pianificato da tempo, Mick Schumacher ha esordito in Formula 1 alla guida di una Ferrari SF90 nell'ambito dei test dopo il Gran Premio del Bahrain, accompagnato ai box da Corinna, sua mamma, e sfoggiando il numero 29 sul musetto. Ad essere precisi non si tratta della prima volta in assoluto di Mick a bordo di una Formula 1: due anni fa aveva guidato a Spa-Francorchamps la Benetton B194 - Ford del padre in una demo-run.
Rispetto ai giri dimostrativi sul tracciato delle Ardenne, percorsi a bordo di una vettura datata 1994, il test odierno è qualcosa di più sostanziale. Il test, infatti, è inserito in un contesto serio, visto che Mick è stato l'unico rookie in azione (contando Pietro Fittipaldi, che ha girato nel pomeriggio con la Haas, come un pilota già "rodato"), mentre attorno giravano i piloti titolari delle altre scuderie, con McLaren e Toro Rosso doppiamente impegnate in virtù del programma di sviluppo delle gomme Pirelli per il 2020. Potete leggere di più sui risultati dei test odierni qui.
Il programma di giornata ha subito delle variazioni, con la sessione pomeridiana bloccata per buona parte del tempo a causa della... pioggia, che bizzarramente ha fatto capolino in Bahrain. In mattinata il tedesco conclude in ottava posizione con il tempo di 1:32.552 (a circa 1.5 dal più veloce, Romain Grosjean su Haas - Ferrari) e 33 giri all'attivo, mentre nel pomeriggio migliorerà scendendo fino a 1:29.976, tempo valido per la seconda posizione di giornata dietro al solo Max Verstappen di circa sei decimi. Mick Schumacher ha coperto complessivamente 56 tornate e, in entrambe le sessioni, è andato a cogliere i tempi più veloci nei giri finali.
Dal punto di vista mediatico il debutto non è passato inosservato e, ovviamente, i social media sono stati lo spazio privilegiato per esprimere un ampio spettro di opinioni ed emozioni, un po' come era successo con il ritorno di Robert Kubica al volante di una Formula 1 con la Renault qualche anno fa: in un certo senso, determinate storie sono ancora in grado di fare presa sul pubblico.
Guardando il mondo di Twitter, sono arrivati tanti messaggi da parte dei tifosi, per di più presi dal richiamo nostalgico dell'accostamento Schumacher - Ferrari, ed addetti ai lavori, principalmente da chi ha avuto modo di lavorare a stretto contatto con Michael, come Felipe Massa, l'AMG Mercedes, e Nico Rosberg, autore di un messaggio dal contenuto piuttosto "forte":
Now this is pretty cool. ? Special to see the @Schumacher name back on an @F1 car! https://t.co/KAKAPaqAO3
— Mercedes-AMG F1 (@MercedesAMGF1) 2 aprile 2019
very emotional to watch Mick also driving the red car. Hoping that he will keep up the good work and will unify Germany again in front of the TV in the future ✊? #mickschumacher #formulaone #f1 pic.twitter.com/nsYkgj9244
— Nico Rosberg (@nico_rosberg) 2 aprile 2019
Non ci rimane dunque che mettere nero su bianco alcune considerazioni. La prima è abbastanza semplice: Michael è stato Michael, Mick è Mick, sono padre e figlio, ma hanno storie personali e storie sportive differenti. Meglio non farsi travolgere nelle valutazioni da quello che fu o da eventi suggestivi che alimentano la nostalgia, come vedere Corinna che guarda sfrecciare il figlio come se fossimo tornati indietro a Monza 2006 o Jock Clear (tecnico di Jacques Villeneuve nel 1997) che fornisce indicazioni a Mick sulle gomme.
Secondo: i risultati di questi test non sono una base attendibile sulla quale ricamare circa il potenziale del pilota. Ci sono programmi (a noi ignoti) da seguire e da portare a termine, anche se chi guida è un debuttante. Inoltre Mick ha fatto il suo esordio nel campionato FIA Formula 2 solo quest'anno, dunque corre in un contesto tecnico differente e con un background ben lontano rispetto alla Formula 1.
Terzo: chiamarsi Schumacher e far parte della Ferrari Driver Academy è una combinazione che, nel processo di maturazione in pista, somiglia di più a un'arma a doppio taglio che ad altro. Solo il futuro ci dirà il valore del ragazzo, perciò lasciamo Mick Schumacher così come ha dichiarato di essere prima del test: meravigliato e felice della chiamata da parte di Maranello, ma concentrato e focalizzato sulla Formula 2.
Rivedremo Mick Schumacher alla guida di una Formula 1 nella giornata di domani, questa volta al volante dell'Alfa Romeo Racing C38.
Luca Colombo