Credits: MotoGP
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Nella mattinata italiana si sono disputate le prove libere del GP della Malesia, penultimo appuntamento della stagione MotoGP. Le due sessioni hanno dato delle indicazioni molto interessanti su quelli che potrebbero essere i valori in campo, in ottica soprattutto della lotta mondiale. Una lotta che ha il retrogusto di sfida finale, viste le incertezze sul Gran Premio conclusivo di Valencia.

Martin all'attacco, Bagnaia insegue

Alla fine, i protagonisti sono sempre loro: Jorge Martin e Francesco Bagnaia. I due pretendenti alla corona iridata hanno mostrato qui a Sepang di avere una marcia in più rispetto agli altri, soprattutto lo spagnolo. Il primo run del pilota Prima Pramac Racing è particolarmente interessante, dato che ha stampato diversi giri sul 1'59" basso deviando spesso e volentieri sul 58" alto. Bagnaia ha risposto ma la sensazione è che gli manchi qualcosa per stare al passo con il rivale. Nel secondo run il piemontese ha infilato tre tornate consecutive sul 59.5", pagando all’incirca tre decimi da Martin. I due hanno avuto uno scontro diretto nel time attack, risoltosi a favore del torinese. Jorge ha provato a rispondere ma ha rimediato una scivolata a due minuti dalla conclusione. Uno scontro a distanza che sa di guerra psicologica, in quel che potrebbe essere la sfida decisiva per il mondiale 2024.

Ducati “vecchie” in difficoltà, bene le giapponesi

Pedro Acosta è ancora una volta l’alzabandiera della KTM, pur essendo stato battuto da Jack Miller nella sessione del pomeriggio. Ma mentre lo spagnolo può girare sul 59" alto di passo, l’australiano non sembra avere possibilità di farlo. Sorprende la fatica delle Ducati Desmosedici GP23, forse penalizzate dal motore depotenziato che soffre di più con il caldo. I fratelli Marquez ci hanno messo del loro, entrando in Q2. Riguardo il passo, Marc ha il potenziale per girare sul 59" basso in configurazione gara, obiettivo che per Alex appare fuori portata.

Zarco Sepang
Credits: X @Michelin_Sport

Buone sorprese arrivano dalle case giapponesi. A Sepang Yamaha ha portato una nuova specifica di motore, con qualche cavallo in meno ma con un’erogazione migliore. Fabio Quartararo ha centrato agevolmente la Q2 come poche volte gli è capitato quest’anno, e anche Alex Rins ha beneficiato dei progressi della M1 (con l’aiutino del traino di Bagnaia, ndr). Nel primo run il francese ha lambito il 59 basso in un paio di occasioni, il che fa sperare. Johann Zarco ha fatto volare la Honda mostrando un passo ipotetico sul 59" e mezzo. Il pilota di Cannes ci ha messo del suo, ma sembra che in Malesia il gap della RC213V dalle altre moto sia inferiore al solito.

Fattore gomme (con uno sguardo al cielo)

Nelle Practice i piloti hanno scelto la combinazione di gomme soft all’anteriore e media al posteriore. Secondo Michelin, questa potrebbe essere la coppia giusta per la Sprint, mentre c’è qualche dubbio in più per il Gran Premio. Sepang è un tracciato dove la gomma posteriore tende a surriscaldarsi, spingendo tanto sul davanti. Nel caso la pista rimanesse asciutta, con temperature elevate, la media e la dura diverrebbero opzioni plausibili. La media anteriore è stata provata da tutti i piloti nel corso della sessione del pomeriggio, con prestazioni inferiori alla soft e qualche problema a far fermare la moto (si sono visti diversi lunghi specie all’ultima curva). La hard è stata assaggiata nelle FP1 in condizioni non ideali, quindi il suo potenziale resta un’incognita. Non bisogna dimenticare, infine, il fattore meteo. In Malesia la pioggia è sempre in agguato e le previsioni non escludono tale eventualità per il sabato e per la domenica. In caso di bagnato tutti i ragionamenti fatti finora saltano, costringendo tutti a ripartire quasi da zero.

Riccardo Trullo

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