Moto2 | GP Olanda, Jake Dixon ed il suo sogno: la prima vittoria nel Motomondiale
Il GP di Olanda ha visto Jake Dixon conquistare la prima agognata vittoria in Moto2 al termine di una gara emozionante per il pilota britannico. Dopo 73 Gran Premi nella classe di mezzo del Motomondiale, finalmente il figlio d'arte sente "God Save the King" su un podio iridato.
ASSEN TOGLIE, ASSEN DÀ
C'è un rapporto di amore e odio tra il GP di Olanda e Jake Dixon. Il #96 è sempre andato forte ad Assen: nel 2019, il primo faticoso anno in Moto2, Dixon ha conquistato i primi punti iridati col 12° posto. Dopo un 18° posto nel 2021, lo scorso anno il nativo di Dover ha conquistato un 3° posto, il secondo podio della sua carriera dopo quello del Gran Premio delle Americhe. Ovviamente, nel 2023, sono proprio i Paesi Bassi il teatro della prima vittoria in carriera di Dixon.
C'è però un episodio che ha fortemente influenzato la carriera del britannico proprio ad Assen e risale ai tempi del British Superbike. Nel 2018 Dixon, allora in forza al RAF Regular & Reserves Kawasaki, era in lotta con la Kawasaki ufficiale di Leon Haslam per la conquista del titolo. Dopo aver ottenuto tre vittorie nell'arco della stagione (e reduce da una doppietta a Oulton Park, ndr), le speranze di Dixon si frantumano proprio all'"Università del Motociclismo" in occasione di Gara 2. In uscita di curva 5, un problema tecnico alla moto di Akashi guidata da Dixon ha costretto l'allora #27 al ritiro, perdendo di fatto la possibilità di giocarsi il tutto per tutto nel round finale di Brands Hatch.
LA GARA
Il GP di Olanda ha visto Jake Dixon partire dalla seconda casella dietro alla Boscoscuro di Alonso López. Dopo una partenza discreta, il pilota del Team Aspar ha girato in 3^ piazza dopo la prima curva. Lo spagnolo di Boscoscuro ha tenuto saldamente la testa della corsa per buona parte della gara, ma a 10 giri dal termine sia Dixon che Ai Ogura hanno rotto gli indugi e si sono messi al comando. Il britannico ha commesso un piccolo "errore" due giri dopo, quando la sua moto non ha scalato correttamente la marcia a curva 5, cosa purtroppo comune in questa Moto2. Il risultato è una banale "sfollata", col #96 che perde la traiettoria e cede la leadership a Ogura e Pedro Acosta. Alla fine del giro Acosta perde l'anteriore all'ultima chicane, tagliandola e cedendo la piazza d'onore a Dixon.
A due giri dal termine il britannico ha compiuto il sorpasso ai danni di Ogura, portandolo anche leggermente largo in curva 1. Un attacco perentorio, che non ha lasciato alcuna risposta al pilota giapponese. Dixon si è così involato senza alcun disturbo verso la bandiera a scacchi, che lo ha visto per la prima volta vincere nel Motomondiale. Un digiuno di vittorie che si chiude dal 16 Settembre 2018, ben 1743 giorni senza successi per Jake Dixon.
"HO APPENA VINTO IL MIO PRIMO GRAN PREMIO!"
Ancora incredulo, una volta raggiunto il parc fermé, il vincitore del GP di Olanda Jake Dixon si è espresso così ai microfoni di Simon Crafar: "Non riesco nemmeno a trovare le parole: ho appena vinto il mio primo Gran Premio! Sono solo un ragazzo di Dover con il sogno di raggiungere il gradino più alto del podio e finalmente l'ho raggiunto. Ci è voluto del tempo ma ho una grande squadra al mio seguito ed una famiglia fantastica, ringrazio ognuno di loro".
UNA VITTORIA PASSATA IN SECONDO PIANO: CI SONO COLPE?
Il motociclismo porta con sé una miriade di storie che vale la pena raccontare, come quella avvenuta al GP di Olanda con Jake Dixon. Il raggiungimento di un sogno merita il rispetto di colleghi, avversari, appassionati e addetti ai lavori. Purtroppo, la vittoria di Dixon è passata in secondo piano in virtù del mancato secondo Long Lap Penalty dato a Pedro Acosta, vincitore delle ultime due gare in Moto2.
Questo è successo maggiormente in Italia, disgraziatamente: non è un caso. Nel nostro Paese, almeno per quanto riguarda il motorsport, c'è un'incessante tendenza a ridurre lo sport ad un semplice dualismo, specie se un pilota o una casa italiana sono coinvolti. Il che è normale e completamente giustificabile, ma se fatto nei modi e nei tempi giusti. Gridare al complotto nel bel mezzo di una gara, portando in secondo piano la lotta per la vittoria, non è rispettoso nei confronti dei piloti, delle loro squadre e soprattutto del pubblico che ascolta la telecronaca. Inoltre, ridurre la classe Moto2 ad una continua lotta tra Pedro Acosta e Tony Arbolino a meno di metà stagione, è esagerato. Certo, la classifica parla chiaro, ma comunque il focus è stato prevalentemente su di loro per tutta la gara nonostante non si giocassero la vittoria.
Valentino Aggio
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