F1 | Budget cap: sanzionate Red Bull e Aston Martin
Chiusa la questione budget cap 2021 in F1: la FIA ha annunciato di aver stipulato un ABA con la Red Bull, come definito nel regolamento finanziario. Per il team di Milton Keynes arriva una multa di 7 milioni di dollari e nel 2023 avrà una riduzione del 10% dei lavori in galleria del vento e dei tempi di sviluppo nel campo della fluidodinamica computazionale.
Infrazione
Secondo quanto diramato dalla FIA, Red Bull ha superato il cost-cap di 1864000,00 sterline, ovvero l'1.6% del tetto di spesa. La FIA ha inserito tale infrazione nel contesto dei "minor breach", poiché risulta al di sotto del limite del 5%. Red Bull ha erroneamente escluso tredici articoli dal bilancio relativo al 2021, sforando così il tetto. La FIA ha affermato che "non ci sono accuse o prove che Red Bull Racing abbia cercato in qualsiasi momento di agire in malafede, disonestamente o in modo fraudolento, né abbia nascosto intenzionalmente alcuna informazione dall'amministrazione Cost Cap". La scuderia avrà trenta giorni di tempo dalla ratifica di tale decisione per pagare la multa.
Epilogo scontato
Finisce così, nella maniera più scontata possibile, la vicenda legata al budget-cap 2021, che ha visto protagonista la Red Bull, seconda nel campionato Costruttori passato e vincitrice del Piloti con Max Verstappen. Una decisione che non andrà ad accontentare nessuno, visto il bailamme suscitato dalla vicenda.
La vicenda legata al budget-cap, deflagrata nel paddock del GP di Singapore, ha portato alla luce tutti i punti deboli del regolamento finanziario. Fondamentalmente ha evidenziato come il controllo finanziario abbia un'intrinseca complicazione, che lo rende quasi impossibile da implementare. Non solo: la vicenda ha portato in superficie un modo di agire molto lento e macchinoso della FIA, intrecciato da troppi arzigogoli legali e da un regolamento che legifera troppo sui concetti, ma non su punti pratici.
Punti deboli
L'Aston Martin, pizzicata in un errore "procedurale", pagherà una multa di 450000 dollari, per un'infrazione non ben definita dallo stesso regolamento. Infatti l'articolo 8.2, che contiene gli esempi di infrazioni procedurali, al punto (e) porta l'esempio di "submitting Reporting Documentation that is inaccurate, incomplete or misleading". Un "mondo" potenzialmente senza confini e quindi poco controllabile.
Lo stesso meccanismo dell'Accepted Breach Agreement (ABA) prevede un'intrinseca debolezza, perché apre la strada ad una potenziale negoziazione della pena qualora un team si dichiari colpevole di un'infrazione minore. Teniamo in mente che quanto deciso oggi costituirà un precedente.
Lo spettro del 5% del minor breach, applicato al 2021, spazia da un centesimo a sette milioni e mezzo di dollari, numero quest'ultimo che ha un impatto deciso sull'attività di una scuderia (tenendo conto che una sovrapposizione di effetti tra soldi spesi e prestazioni guadagnate sia impossibile da dimostrare). La competizione in F1 spinge per natura ad esplorare i limiti delle regole, anche quelle del budget cap. In altre parole: se la FIA impone un limite di budget a 145 milioni di dollari, più una "zona franca" di 7,5 milioni di dollari, allora il limite reale di spesa sarà di 152,5 milioni di dollari più la relativa sanzione. Per chi può permetterselo.
Luca Colombo
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