Oscar Piastri, vincitore nel... caos McLaren
Credits: McLaren Official X page

Oggi la McLaren è riuscita in un’impresa incredibile: far passare in secondo piano il fatto di aver ottenuto una doppietta, cosa che non avveniva da Monza 2021. Intendiamoci: il successo è stato schiacciante, Piastri ha ampiamente meritato la prima vittoria in carriera e la vettura è oggi la più veloce del lotto. Però è parso chiaro a tutti che qualcosa nel team ancora manchi; una settimana fa parlavamo di “salto” da fare per essere una squadra di campioni. Ecco, ad oggi, la sensazione è che quel balzo in avanti ancora una volta non sia stato fatto. Al netto, chiaramente, delle dinamiche contrattuali e manageriali interne di cui nessuno, se non i diretti interessati, è a conoscenza. 

Piastri merita la vittoria anche senza il regalino

Lo ribadiamo ancora una volta, a scanso di equivoci: Oscar Piastri ha assolutamente meritato la gara. Nei momenti decisivi, infatti, è sempre stato migliore del team mate, a partire dallo start bruciante e poi nella gestione della gara. Assolutamente superbo all’Hungaroring l’australiano, che merita di raccogliere finalmente quel successo che fino ad oggi gli è sfuggito per colpe non sue. Ad oggi, la McLaren è la vettura più forte in pista, e lui la porta veramente al limite senza mai rischiare, mettendo in netta difficoltà il team mate. 

Mi sto godendo la vittoria e la macchina, che è buonissima da guidare. Quando hai la macchina per vincere è un piacere riuscire a farlo. Gli ultimi giri sono stati molto difficili da gestire, ma mi ero messo nella condizione di vincere sin dall’inizio della gara. Per il resto, ho sempre avuto tanta fiducia nel team e in Lando, sapevo quello che sarebbe successo. 

Già, Lando Norris; il suo secondo posto è forse quello più amaro di tutti. L’inglese era davanti dopo l’ultima tornata di pit stop, ma ha rispettato tutti gli accordi e ha fatto passare Piastri a tre giri dal termine. Sarà anche vero che pensarlo in lotta per il Mondiale ad oggi è utopistico; certamente ancora una volta non è stato in grado di puntare i piedi come avrebbe dovuto. Intendiamoci, la velocità c’è, c’è sempre stata; è la cattiveria che manca, e che oggi lo avrebbe fatto restare primo davanti a Piastri. 

La McLaren si mette in confusione da sola

Credits: F1 Official X page


Un pasticcio enorme e assolutamente non necessario. Ecco quello che ha messo in scena oggi il team McLaren, nonostante fosse senza dubbio l’indiziato numero uno per la vittoria. Il secondo pit stop scaglionato tra i due piloti ha generato poi quella massa di critiche e dubbi che sono piovuti in testa alla squadra ancor prima della bandiera a scacchi. Al 45° passaggio, infatti, è stato fermato Lando Norris, che era a due secondi da Piastri: questo gli ha permesso di effettuare un undercut importante, facendolo passare davanti due giri più tardi, quando l’australiano a sua volta si è fermato. 

Da qui il continuo richiamo dai box a rispettare gli ordini, continuato fino a tre giri dal termine, quando è avvenuto il famigerato swap. Ora, analizzando i dati, è chiaro che tutta questa situazione era evitabilissima, e la gestione gara del team di Woking, duole dirlo, ma lascia ancora tanto a desiderare. Perché fare fermare Piastri (leader incontrastato fino a quel momento), per poi dirgli di non preoccuparsi di Norris, di guidare come se lui non ci fosse? È chiaro che il guaio se lo sono creati da soli. 

Ora, per l’ennesima volta: siamo tutti molto contenti per Piastri. Nessuno nega l’evidenza, e cioè che Norris sia stato ancora una volta imperfetto, e si sia trovato secondo anche perché Verstappen gli ha restituito la posizione dopo quella prima curva. Ma, se si vuole essere veramente in lotta per il Mondiale, si devono capitalizzare tutte le possibilità, e prendere più punti possibili su Max, rendendolo ancora più nervoso e preoccupato. Altrimenti, parliamoci chiaro, si tratta di proclami e parole al vento, costantemente smentite dalla pista, che alla fine ha sempre l’ultima parola e difficilmente racconta bugie. 

Nicola Saglia