Il ritorno dalla pausa estiva in F1 diventa traumatico per una Ferrari che incappa in un GP d'Olanda da dimenticare: Sainz ottiene una quinta posizione al traguardo, mentre Leclerc conclude DNF a causa di un ritiro per noie tecniche. La monoposto di Maranello non ha mai dato l'impressione in tutto il fine settimana di avere un minimo di competitività rispetto alla concorrenza diretta. I box non danno una mano alla causa: pasticci, ma soprattutto una gestione gara che pare quasi sempre rincorrere gli eventi in pista.

Nelle fasi iniziali, con le vetture su gomme slick e meteo che velocemente vira verso la pioggia, Charles Leclerc chiama bene un tempestivo pit-stop per montare le intermedie. Il monegasco, in lotta con Oscar Piastri dal quale rimedia un danno all'ala anteriore a causa di un contatto, rientra ai box al primo giro, ma al cambio gomme i meccanici non sono pronti per servirlo: mancano le gomme. Charles deve attendere, per questo, tredici secondi supplementari durante i quali il danno all'ala anteriore pare non interessare, visto che nessuno svolge operazioni nella zona. Leclerc rientra attardato, ma un problema al fondo lo porterà al ritiro al giro 43. Effettivamente il monegasco non ha mai avuto il ritmo per pensare anche solo di impensierire i primi posti (perlomeno dal terzo in poi).

Subito dopo il ritiro, Charles ha dichiarato: "L'ingresso ai box? La chiamata era giusta, abbiamo perso tempo perché non eravamo pronti. La chiamata era mia, ma abbiamo guadagnato più che perso. Il contatto con Piastri ha influenzato fortemente la macchina, non c'è stato più nulla da fare, ho perso 60 punti di carico. Non penso che questa sia una Ferrari fragile, non ho visto dove è stato il contatto, ma era una parte importante della macchina e abbiamo perso tantissimo".

Carlos Sainz corre una gara più regolare rispetto al compagno di squadra e termina in quinta posizione. Nel caso dello spagnolo, la Ferrari sembra seguire passivamente gli eventi di gara nel prendere le decisioni. In ogni caso la SF-23 di Carlos non aveva passo per fare meglio del quinto posto e il raffronto nei GPV ne fornisce il contesto. Fernando Alonso segna il GPV del GP in 1:13.837, mentre Carlos Sainz non fa meglio di 1:14.934 (tredicesima tornata più veloce). Il gap di un 1.1" sulla tornata secca da la dimensione delle problematiche di equilibrio di una Ferrari mai in palla a Zandvoort. Nel frattempo, il gap dal podio del Costruttori aumenta.

Il pasticcio ai box di Charles Leclerc riporta alla mente dei tifosi più attempati un episodio piuttosto iconografico che descrive il "mistero della fede" ferrarista. Del resto come dimenticare il pit-stop di Eddie Irvine al GP d'Europa del 26 settembre 1999 al Nurburgring? Anche lì mancò una gomma, arrivata con estremo ritardo. Il pasticcio, trasmesso in mondovisione, gettò nel ridicolo la Ferrari e scatenò la stampa nella caccia ai colpevoli.

Da Maranello non uscirono mai spiegazioni ufficiali sull'accaduto. La ricostruzione più attendibile disegna una piccola catastrofe organizzativa ai box Ferrari, causata prima dall'ingresso inaspettato di Mika Salo con l'ala anteriore danneggiata su un cordolo, che sposta di un giro la sosta richiesta da Eddie Irvine, il quale, nel frattempo, cambiava idea sul tipo di gomma da montare, vista la situazione meteo in continua evoluzione.

Secondo le ricostruzioni di quanto avvenuto oggi a Zandvoort, il pasticcio deve la sua causa ad una chiamata all'ultimo minuto da parte di Charles Leclerc. Vale la pena domandare cosa intendiamo per "ultimo minuto" in una situazione gestionale abbastanza modellizzata dalla scuderia, ma tant'è. Il problema rimane solo uno: nel recap di gara scritto sul sito della Ferrari leggiamo che "il monegasco perde molto tempo a causa del caos che si crea in pit-lane".

Nella riunione del lunedì a Maranello in quel lunedì del 1999 dicono che caddero tuoni e fulmini, alla presenza di Luca Cordero di Montezemolo. Non ci furono tagli di teste, in nome della stabilità, ma tutti gli uomini del muretto (da Jean Todt a Ross Brawn, tanto per citare quelli più in vista) ne uscirono con una "lezione" imparata per il futuro. Mandando avanti il nastro del tempo ventiquattro anni dopo, domani a Maranello succederà qualcosa?

Luca Colombo

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