F1 | GP Las Vegas: una dichiarazione "senza scuse" per il caos di venerdì
I problemi che hanno portato al taglio delle FP1 ed un sostanziale ritardo delle FP2 per il GP di Las Vegas hanno aperto le porte ad una situazione piuttosto imbarazzante per l'evento più atteso e pubblicizzato della stagione 2023 di F1, tanto da indurre Renee Wilm, CEO dell'evento a Las Vegas, e Stefano Domenicali, CEO della F1, a rilasciare nella nottata italiana una dichiarazione congiunta.
Le priorità
Nella nota diramata alla stampa leggiamo un'introduzione piuttosto attenta nel definire chi fa cosa: "La nostra massima priorità in Formula 1 è la sicurezza e l’incolumità dei nostri piloti, dipendenti e fan. La responsabilità della supervisione di un evento di Formula 1 ricade sulla Formula 1 in quanto titolare dei diritti commerciali dello sport, sulla FIA come organismo di regolamentazione e sul promotore locale, in questo caso il Gran Premio di Las Vegas. Questo è importante da capire per coloro che sono nuovi alle corse".
Il comunicato procede con un riferimento al coperchio "saltato" della valvola dell'acqua sul rettilineo di Las Vegas Boulevard. Leggiamo testualmente che "la FIA, responsabile dello svolgimento sicuro delle attività sul circuito, ha interrotto la sessione per permettere l'osservazione del coperchio rotto (...) ed ispezionare la pista". Tra le informazioni riportate nella nota leggiamo che lo stesso problema è accaduto "occasionalmente su altre piste in altre gare in tutto il mondo". Mal comune mezzo gaudio?
Le attività
Il passo successivo ha avuto la forma di una rimozione precauzionale di tutti i coperchi delle valvole dell'acqua sull'intero tracciato, successivamente riempiti di sabbia e asfalto. Secondo la nota diffusa alla stampa, "l'intero processo, dalla determinazione del problema alla risoluzione, ha richiesto circa cinque ore" e, ovviamente, la sicurezza generale ha determinato la decisione di porre rimedio in questo modo. "La decisione di svolgere la seconda sessione di prove libere alle 2:30 PT è stata sostenuta da tutte le parti per garantire l’integrità sportiva del resto dell’evento", conclude la prima parte del comunicato.
Il problema avrebbe avuto un ambito circoscritto, ma ha avuto un impatto sull'esperienza dei fan (i quali, sottolineiamo, hanno pagato a caro prezzo un posto in tribuna). In maniera arbitraria organizzatore e F1 hanno "preso la decisione di chiudere le aree dei fan che sono sotto la competenza di LVGP all'1:30 PT e di rimandare i fan a casa". Tra le giustificazioni leggiamo la preoccupazione "per i nostri funzionari di pubblica sicurezza e protezione in servizio da molto tempo e ai quali viene chiesto di lavorare per le prossime tre notti".
Una delusione
Poi è la volta del trasporto pubblico: "In secondo luogo, eravamo preoccupati per i nostri dipendenti dei trasporti che sono responsabili di riportare i nostri fan negli hotel. Secondo la legge federale, si stavano scontrando con la quantità di tempo in cui possono guidare legalmente e in sicurezza gli autobus". Per concludere il comunicato cita che "il nostro personale addetto all’ospitalità aveva bisogno della capacità di pulire e rifornire le aree degli ospiti per garantire che l’esperienza dei tifosi fosse ottimale per tutti nei prossimi giorni". "Sappiamo che è stato deludente": con questa frase il comunicato entra nella fase finale in cui chiede comprensione ai fan accori sul tracciato per la situazione creata in pista.
Niente scuse
Fondamentalmente, con questo comunicato, l'organizzatore dell'evento e la F1 prendono una posizione nella quale non chiedono scusa dei disagi subiti a coloro che, a caro prezzo, hanno deciso di prendere posto in tribuna a Las Vegas, a quanto pare rimorsati con un voucher spendibile in merchandise. Poiché l'opportuna chiusura dei tombini rappresenta un problema comune a tutti i tracciati cittadini, risulta discutibile impostare tutta la questione sul concetto di "è successo anche da altre parti", soprattutto alla luce dell'enorme aspettativa costruita sull'evento in Nevada. In altre parole abbiamo la sensazione che l'organizzatore abbia deciso di tutelare il parco VIP che va a vedere la gara nel lussuoso Paddock Club, i quali sappiamo un vago interesse per le attività in pista.
Luca Colombo