Lo start del GP dell'Emilia-Romagna 2024
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E dunque, la F1 a Spa dal 2027 almeno fino al 2031 ci tornerà a singhiozzo, saltando a piedi pari le edizioni 2028 e 2030 del Gran Premio del Belgio. Inutile sottolineare quanto tutto ciò rappresenti una sconfitta per il motorsport, checché se ne dica, e come sia in pratica la certificazione di come le cattedrali storiche (europee) del Circus siano in pericolo. Detto ciò, proviamo a trovare un lato positivo: lo slot lasciato aperto da Spa potrebbe essere occupato da una pista del Vecchio Continente? Se sì, c’è spazio per Imola

Sul Santerno del doman non v’è certezza, ma… 

L’Autodromo Enzo e Dino Ferrari di Imola è tornato stabilmente in calendario nel 2020, stagione falcidiata dal Covid, e ha contribuito non poco a salvare, insieme ad altri tracciati storici come il tanto bistrattato Nurburgring, un campionato che rischiava di finire gambe all’aria. Nella situazione attuale, l’impianto romagnolo ha la certezza di essere in calendario solo fino al 2025, nonostante le belle parole e l’impegno di Liberty Media a tornare nel 2026 per recuperare l’edizione 2023, cancellata in seguito all’alluvione che colpì la zona. In merito, però, non c’è ancora nulla di ufficiale, e in seguito la cancellazione del Gran Premio dell’Emilia-Romagna pare ormai inevitabile, visto il sovraffollamento del calendario. Abbiamo già discusso e espresso il nostro parere in merito a questa tendenza del Circus, ma ci teniamo a ribadire, giusto per essere chiari, che il solo dover parlare di queste situazioni a proposito di un certo tipo di tracciati dà la nausea. 

Ecco allora che, da una notizia di per sé non certo positiva come quella arrivata dalle Ardenne, potrebbe scaturire qualcosa di buono. Quale candidato migliore, infatti, per un’alternanza con Spa, dell’Autodromo di Imola? Storia, fascino, difficoltà e pubblico sono certamente di primo livello, e non lo diciamo certo solo per amor di patria: basta andare a ripescare le dichiarazioni di tutti i piloti in merito. Insomma, diciamo che se si dovessero alternare Eau Rouge e Acque Minerali il boccone sarebbe un po’ meno amaro per noi petrolhead. Certo che la concorrenza, per Imola, sarà tanta e spietata, senza dubbi. 

Barcellona attende di sapere il proprio destino

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Nubi nere si addensano sul futuro di Barcellona, e non solo metaforicamente…

Quando era iniziata a circolare la voce di un rinnovo ad anni alterni, si era lasciato intendere che Spa si potesse accordare con Zandvoort per un’eventuale staffetta. Oggi, però, sappiamo che l’evento olandese, una festa incredibile trascinata dall’effetto Verstappen, si terrà solo fino al 2026, per poi terminare. Da qui nascono dunque tutte le speculazioni del caso: oltre a Imola, quali sono le altre piste che potrebbero spingere per occupare il buco in calendario lasciato dall’evento belga?

Tra i candidati, una posizione particolare riveste il Circuit de Catalunya, a Barcellona. L’impianto ha infatti attivo un contratto fino al 2026, anno in cui, però, il Gran Premio di Spagna inizierà ad essere disputato sul cittadino ricavato nella capitale Madrid. Inoltre, lo stesso Domenicali ha più volte sottolineato di essere al lavoro per non perdere il tracciato catalano, a cui team e F1 in generale sono legati da anni ormai. Dunque, a partire dal 2028, ecco che potrebbe profilarsi anche qui una sorta di contratto ad anni alterni. 

Altre alternative nel Vecchio Continente faticano al momento a vedersi, anche se resta la speranza di veder tornare tracciati storici come lo stesso Nurburgring o, perché no, uno dei francesi. Prima dell’addio a Le Castellet si era più volte paventata l’ipotesi di un ritorno a Magny Cours, che nel frattempo era tornata ad ottenere la Licenza di Grado 1 da parte della FIA. Lo sappiamo, i problemi degli eventi europei erano in particolar modo legati alla fee di ingresso nel calendario, in un gioco al rialzo guidato da promoter che non hanno problemi di sorta ad alzare in continuazione l’asticella. Una partecipazione con le modalità sopra descritte potrebbe essere una chiave interessante per tornare a vedere importanti pezzi di storia giocare un ruolo da protagonisti. Ma attenzione, perché potrebbero esserci sviluppi da ben più lontano. 

Ruanda, Qiddyah, Turchia, Tailandia, Argentina… quanta coda per un posto al sole!

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Il futuristico scenario del tracciato di Qiddyah

Da più di vent’anni, ormai, la F1 e il motorsport in generale sono praticamente degli spot televisivi di tre o più giorni concessi a chi è in grado di spendere di più. E, in questo senso, ad approfittarne sono paesi, arabi e asiatici soprattutto, che non hanno un minimo di cultura motoristica, ma sono in grado di spendere milioni di dollari pur di accaparrarsi l’evento completo. Nei giorni scorsi, in un’intervista Stefano Domenicali ha tracciato un quadro delle località disposte nei prossimi anni ad ospitare un GP; il quadro che ne è uscito, sempre per noi “vecchi” appassionati, è disarmante. 

Non è un segreto che si voglia riportare il Circus in Africa, ma non nella buona e vecchia Kyalami, bensì in una nuova cattedrale nel deserto (pardon, nella giungla) costruita in Ruanda. Inoltre, tra qualche anno sarà la volta del futuristico tracciato di Qiddyah, seconda tappa in Arabia, e ci sono già Corea del Sud (come se non fosse già bastata l’esperienza passata), Tailandia, Turchia e Argentina a bussare alle porte della F1. Almeno stando a quello che Liberty Media ci tiene a far sapere, a mo’ di monito per tutti gli europei. 

La realtà è che tutte queste nuove gare che potrebbero entrare (e in alcuni casi entreranno) in calendario, non andranno ad essere “alternative” a quelle europee, ma saranno accolte in pianta stabile, con conseguente svuotamento della tranche europea, sempre più a favore di nuove realtà. Lo diamo per scontato, ma giova dirlo: nessuna delle gare medio orientali o asiatiche avrà mai un contratto sul modello Spa, per cui possiamo toglierci dalla testa, ad esempio, un’alternanza tra i due tracciati arabi, giusto per essere chiari. E così, non resta ora che attendere sviluppi, che probabilmente arriveranno a breve. Restiamo pessimisti, ma non ci dispiacerebbe per una volta essere stupiti in positivo… 

Nicola Saglia