On The Road | Test Kawasaki Z900: tutta un’altra Zeta
La differenza tra le vecchie 750 e la nuova Kawasaki Z900 che abbiamo provato in test è talmente eclatante da aver lasciato noi di LiveGP quasi senza parole. Se il motore ha perso un po’ della cattiveria delle vecchie versioni (in funzione della fruibilità), il telaio è di tutto un altro pianeta. Proprio come i ragazzi di Automotomania ci avevano preavvisato
MA DAVVERO SI CHIAMA ZETA?
Sono sbalordito dal momento in cui ci salgo sopra. In dieci anni da blogger-tester, le “Zeta” le ho provate tutte: la prima scorbutica 750, la versione successiva, la 800 ed infine questa Kawasaki Z900 che i ragazzi di Automotomania ci hanno gentilmente concesso in test per un weekend intero. Le differenze sono talmente tanto eclatanti da risultare evidenti quando la moto è ancora sul cavalletto. La seduta è larga la metà, c’è tantissimo spazio in sella, il passeggero non sta comodo (in questo è uguale alle precedenti) ed è sparita quella sensazione fastidiosa di un manubrio troppo vicino al pilota.
UNO, DUE E HOP
Se le vecchie Zeta erano delle impennatrici nate, questa ha bisogno comunque di poca convinzione per lasciare l’anteriore a galleggiare nell’aria ad una spanna dall’asfalto. Il motore, aumentato nella cubatura fino a 948 CC, esprime 125 cavalli alla ruota (non tantissimi) ma la sua coppia pronta già a bassi regimi lo fa sembrare un 3 cilindri. E invece il nuovo 4 in linea della marca di Akashi è bellissimo, pastoso, facile da utilizzare e sempre brioso. Unica pecca, essendo già pronto Euro5, necessita di uno scarico come si deve per farlo cantare come merita.
MA CHE TELAIO!
La cosa più sbalorditiva resta però il telaio. Abbandonato il vecchio e pesante bitrave, in Kawa hanno pensato di passare al traliccio per risparmiare peso. E meno male che lo hanno fatto! La moto è agile, facile da inserire in curva e sicura nella percorrenza, oltre a non allargare la traiettoria a meno di evidenti esagerazioni con la manopola del gas. Le sospensioni, tarate leggermente morbide, non sono male neppure nell’uso cittadino, con una buona agilità di risalita nel traffico ed un angolo di sterzo decisamente utile anche in un traffico mediamente congestionato.
TFT E MAPPE, MA NIENTE QUICKSHIFTER
Se da un lato attualmente la Kawasaki Z900 del test può vantare uno schermo al TFT nettamente più bello rispetto alla Ninja ZX-10RR, ad Akashi si sono “dimenticati” di aggiungere il Quickshifter, non disponibile neppure come optional. Strano, perchè il sistema a 3 mappature standard + 1 personalizzabile prevede il settaggio ad hoc sia di KTRC (controllo di trazione) su 3 livelli che delle mappe di potenza su 2. Considerando i € 9.590,00 della versione Dominate ossia quella del test, la Kawasaki Z900 si attesta su una spanna più alta rispetto alla concorrenza, confermando che le Z sono ancora sull’onda delle naked attuali. Ringraziamo i ragazzi di Automotomania per la disponibilità e cortesia dimostrateci.
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Alex Dibisceglia