I voti ai protagonisti del Gp Ungheria
Lewis Hamilton: voto 10. Per chi sostiene che in Formula 1 sia il mezzo a fare la differenza, vada a rivedersi il week-end dell'inglese in Ungheria. Arriva il venerdì e si ritrova una macchina in crisi, passa la serata con i tecnici ad analizzare tutti i dati e il giorno dopo sfodera in qualifica una prestazione alla Ayrton Senna. Quando la domenica lo danno tutti per spacciato (e lui stesso, a dir la verità, invoca un miracolo per poter vincere) taglia il traguardo in carrozza. A Budapest l'uomo nero ha fatto vedere i sorci verdi agli avversari. Talvolta non serve rivolgersi alla Divina Provvidenza: basta avere Lewis Hamilton al volante.
Kimi Raikkonen: voto 9. Iceman rischia di sciogliersi al sole di Budapest, e difatti Grosjean lo bastona per buona parte del week-end. Se non fosse che il finlandese è il solito animale da gara: corre senza la minima sbavatura, amministra le gomme e attacca quando ne ha la possibilità, difendendosi magistralmente dagli attacchi di Vettel nel finale. Alle cui lamentele nel dopo-gara risponde facendo spallucce.
Mark Webber: voto 9. In prova è penalizzato da un guaio al Kers che finisce per danneggiare il cambio: chissà perchè capitano quasi tutte a lui. Risponde nel modo migliore, con una gara perfetta che lo vede risalire dalla decima alla quarta posizione finale. Fosse sempre così in palla, sarebbe un vero peccato vederlo andare in pensione.
Romain Grosjean: voto 8. L'unica leggerezza la commette dando quella ruotata inutile a Button: un errore di valutazione che gli costa una penalità di 20" in classifica. Per il resto il suo è un grande week-end, dove va fortissimo in prova e in gara compie il sorpasso più bello della stagione, quello ai danni di Massa. Peccato che gli steward probabilmente non abbiano nemmeno il foglio rosa perchè altrimenti non si capisce il motivo del drive-through comminatogli.
Sebastian Vettel: voto 8. Fa il suo dovere avendo tra le mani il pacchetto in assoluto più competitivo, ovvero stare tra i primi. Peccato che faccia un pò la zitella isterica nel dopo-gara quando si lamenta con Kimi del fatto di non avergli lasciato spazio. Vada da Grosjean a farsi dare qualche istruzione sul come superare alla curva 4.
Jenson Button: voto 7. Su una pista che lo ha visto trionfare due volte, l'inglese porta a casa una prestazione convincente, con sei punti che di questi tempi per la McLaren valgono oro. Bravissimo al via è poi attento a non rovinare le gomme: uno con la sua guida pulita è di certo tra i migliori interpreti da questo punto di vista.
Fernando Alonso: voto 6. Bravo ed aggressivo al primo giro, con una bella manovra all'esterno su Rosberg, sembra poi deprimersi strada facendo: la Ferrari non lo aiuta ma lui bada a limitare i danni senza riuscire a cambiare ritmo. Avrebbe preferito festeggiare il compleanno in maniera diversa, ma le grane se le va anche a cercare con certe dichiarazioni.
Pastor Maldonado: voto 6. Ci voleva anche un pizzico di fortuna per agguantare il primo punto stagionale, che alla fine si concretizza grazie al ritiro di Rosberg nel finale. Forse in Williams si vede la luce in fondo al tunnel, anche se si ha l'impressione che questo risultato possa servire al morale ma a poco altro.
Nico Hulkenberg: voto 6. In molti lo danno come il principale candidato al futuro sedile Ferrari. La cosa certa è che lui meriterebbe di avere tra le mani una vettura più competitiva, visto che in Sauber oltre a non pagargli lo stipendio non sono nemmeno in grado di dargli una monoposto all'altezza delle sue potenzialità.
Daniel Ricciardo: voto 6. La sufficienza la ottiene solo per la bella prestazione nel Q2, dove rifila mezzo secondo a Vergne e si qualifica per la fase finale in un week-end dove la Toro Rosso non brilla certo per competitività. In gara poi parte (al solito) male e sprofonda presto alle prese con il degrado delle gomme. Nel dubbio, lui continua a sorridere.
Sergio Perez: voto 5. E' vero, finisce a punti, ma compromette la propria qualifica (e parte della propria gara) con il botto nelle libere, dove almeno ammette le proprie colpe. Vedendo il potenziale a tratti messo in mostra, dovrebbe mangiarsi le mani.
Felipe Massa: voto 5. Se non fosse per la macchina rossa, in Ungheria nessuno l'avrebbe notato. Week-end anonimo, mai un acuto, uno sprazzo di velocità: almeno stavolta non sbatte. Forse anche lui sta iniziando a realizzare che i suoi giorni in Ferrari volgono al termine.
Jean-Eric Vergne: voto 5. Neanche lui riesce a capire come faccia ad andare puntualmente nel pallone ogni volta nel Q2. Con una qualifica così, la gara è poi tutta in salita: almeno si toglie la soddisfazione di arrivare davanti a Ricciardo.
Nico Rosberg: voto 5. Male, decisamente male. Hamilton lo sovrasta in prova, poi al primo giro si tocca con Massa e la sua gara è già compromessa. Il "botto" finale (in tutti i sensi) lo fa quando gli esplode il motore a poche tornate dal termine. Ma ormai la sua gara era già andata. Come le sue aspirazioni di capitano in Mercedes.
Adrian Sutil: voto 5. Force India inguardabile a Budapest. Gli sviluppi latitano, e il caldo non fa altro che accentuare questa situazione. Lui lotta con le sue delicate manine da pianista, ma stavolta il talento non basta a compensare un fine settimana da dimenticare.
Paul Di Resta: voto 5. Idem come sopra. Con l'aggravante che lui subisce l'onta di non riuscire nemmeno a qualificarsi per il Q2. Chiede via radio al suo ingegnere cosa sia successo, ma probabilmente nel team ancora adesso se lo stanno chiedendo.
Valtteri Bottas: voto 5. Il suo unico acuto stagionale rimane quel terzo posto sulla griglia di Montreal. Troppo poco, per chi veniva descritto come l'erede di Raikkonen. Con Maldonado a punti, era lecito attendersi di più.
Giedo Van Der Garde: voto 5. Ogni tanto riesce ad assomigliare ad un pilota vero. Riesce a vincere il "gran premio dei piccoli", ed è già una notiziona. Forse il suo week-end migliore, ma di strada da fare, per lui e la Caterham, ce n'è ancora un'infinità.
Charles Pic: voto 4. Riesce nell'impresa di arrivare in fondo alle spalle del proprio compagno di squadra. Si chiamasse Alonso o Vettel, potremmo anche comprenderlo. Ma così risulta difficile poterlo fare.
Esteban Gutierrez: voto 4. Eccolo, il messicano "volante". L'auspicio è che i soldi dei russi possano portare alla Sauber un pò di talento in più. Lui, semplicemente, non ne ha abbastanza.
Jules Bianchi: voto 4. Può fare poco con una Marussia che ormai è decisamente la monoposto più lenta del lotto. Forse pensare ad un futuro in un team più competitivo.
Max Chilton: voto 4. Il solito voto non glielo leva nessuno. Lui fa poco o nulla per dimostrare di meritare altro. Forse si era divertito di più la scorsa settimana nell'esibizione a Mosca che a girare nel forno di Budapest.
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