La Red Bull non mette le ali. Parafrasando lo slogan della famosa bevanda energetica, si potrebbe dire che la gara di casa non abbia certo aiutato le RB10 a...decollare, anzi. A distanza di ben undici anni dall'ultimo Gp disputatosi in Austria, infatti, il Circus della Formula 1 è finalmente tornato a correre tra i saliscendi di Spielberg. Il circuito che fino all'ultima edizione era conosciuto come A1 Ring, dopo essere stato acquistato dal patron della Red Bull Dietrich Mateschitz, è stato come noto ribattezzato con il nome di Red Bull Ring e, dopo un consistente investimento dello stesso magnate austriaco, è finalmente entrato nel calendario del Mondiale 2014. Una mossa ardita quella dell'imprenditore austriaco, ma sicuramente ben riuscita, anche se portata a compimento nel periodo meno felice della scuderia austro-inglese delle ultime cinque stagioni. Non solo, infatti, il team di Milton Keynes non è stato in grado di replicare i risultati ottenuti negli scorsi anni fino a questo momento del campionato, ma è riuscito ad incassare il peggiore risultato stagionale proprio sul circuito di casa, in seguito all'ottavo posto di Ricciardo ed all'ennesimo, mesto ritiro di Sebastian Vettel. Davvero un peccato dunque per Mateschitz, al quale comunque vanno tutti i meriti per aver "riesumato" un circuito storicio ed averlo riportato nel calendario, così come sottolineato dallo stesso Bernie Ecclestone, il quale ha voluto ringraziare in mondovisione il proprietario della Red Bull con un messaggio apparso in sovraimpressione nelle ultime battute di gara. In ogni caso, l'atmosfera in Red Bull, nonostante la vittoria di Ricciardo a Montreal ed il recente rinnovo del contratto di Adrian Newey, appare quantomai tesa: a causa del notevole cambiamento regolamentare introdotto a partire da quest'anno, la scuderia campione del mondo in carica ha ormai perso la supremazia manifestata nelle scorse stagioni, con figure chiave del team (tra cui Christian Horner ed Helmut Marko) che in diverse occasioni non hanno mancato di addossare la responsabilità dei recenti insuccessi ai nuovi propulsori Renault. In evidente difficoltà sin dai primi test invernali, le power unit della casa francese sembrano complessivamente le meno efficaci, con un deficit rispetto ai rivali sia in termini di potenza che di affidabilità.

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