F1 | Le pagelle di fine stagione: per la Red Bull un buon 2019 con la power unit Honda
Il 2019 doveva essere l’anno di svolta per la Red Bull e, per certi versi, possiamo dire che lo è realmente stato. La prima stagione della partnership del team anglo-austriaco con i giapponesi della Honda ha portato a Milton Keynes ottimi risultati, che fanno sicuramente ben sperare in ottica futura.
TEAM: VOTO 7,5. Il terzo posto finale nel Campionato Costruttori è stato il frutto di un’ottima stagione soprattutto da parte di Max Verstappen; l’olandese, infatti, è stato in grado di portare a casa tre vittorie e cinque ulteriori podi, spesso approfittando di situazioni favorevoli createsi intorno a lui o strategie perfette da parte del suo team. La RB15, dal canto suo, pur non essendo nata con i favori del pronostico, ha dimostrato di essere una vettura solida, a differenza della sua “progenitrice”, e di essere in grado di sviluppare ottime caratteristiche di velocità sui tracciati a lei più congeniali.
A differenza di altri team (leggasi Ferrari), la Red Bull ha saputo gestire al meglio la propria stagione, senza particolari picchi di prestazione in positivo o negativo, ma con una costanza che premierà soprattutto in vista del prossimo anno. E’ stata gestita al meglio anche la situazione interna dei piloti: Alex Albon, subentrato a Pierre Gasly dopo il GP d’Ungheria, ha dimostrato di poter stare in un top team, finendo in più di un’occasione davanti a Verstappen. Il francese, dal canto suo, ha vissuto una prima parte di stagione da incubo, sempre attardato rispetto al team mate, ma è sembrato essersi ripreso una volta tornato alla Toro Rosso.
Nel complesso, quindi, si è trattata di una buona stagione per la Red Bull, che però ora deve fare il salto di qualità definitivo per poter tornare a lottare con Mercedes e (forse) con Ferrari per il Mondiale. Nel finale di stagione, la power unit Honda ha dimostrato di poter lottare con i migliori, in particolare in Brasile. Combinando ciò alle caratteristiche aerodinamiche sempre dimostrate dalle vetture nate dal genio di Adrian Newey, il 2020 e, in particolare, il 2021 potranno certamente essere annate portatrici di grandi soddisfazioni.
MAX VERSTAPPEN: VOTO 7,5. Il leone olandese, i cui supporters riempiono di orange le tribune di tutti i circuiti, ha finalmente completato una stagione da top driver. Tre vittorie per lui, in Austria, Germania e Brasile, corredate da altri cinque podi in Australia, Spagna, Singapore, Ungheria e Abu Dhabi. La stagione era iniziata bene con il podio di Melbourne, ma poi la RB15 ha patito il gap di potenza che inizialmente Honda ha lamentato rispetto a Mercedes e Ferrari. La grande occasione è arrivata a Spielberg e Max è stato bravo a sfruttarla riportando la Red Bull davanti a tutti con una rimonta da campione dopo una brutta partenza. Magistrale è stata poi la vittoria sotto la pioggia di Hockenheim, così come i sorpassi e la gestione di un GP pazzo come quello di San Paolo.
Tutto bene, dunque? Non proprio! Max è sicuramente un top driver, ma spesso dimostra i suoi limiti caratteriali. Più ancora delle dichiarazioni su una presunta irregolarità della PU Ferrari (prontamente smentite dagli stewards) è l’episodio di Mexico City a mettere in mostra le sue difficoltà. L’olandese aveva la pole in tasca, quando con la sua Red Bull è transitato sull’ultima curva dove erano esposte bandiere gialle per l’incidente di Bottas, la cui vettura era pericolosamente in pista. Verstappen non ha minimamente alzato il piede, stringendo solo leggermente la traiettoria: un comportamento scorretto e non rispettoso, su cui peraltro ha ironizzato in press conference, costringendo i commissari a penalizzarlo. Se dal lato “tecnico” Max è ormai un top driver, deve crescere sull’aspetto caratteriale, ma deve essere più supportato dal team e dalla famiglia, spesso troppo inclini a spalleggiarlo.
PIERRE GASLY: VOTO 6,5. Arrivato in Red Bull dalla Toro Rosso, il francese era chiamato a non fare rimpiangere un top driver come Daniel Ricciardo. Purtroppo, le cose non sono andate come speravano lui e il management di Milton Keynes: sin dall’avvio di Melbourne, il francese non è riuscito a tenere il passo di Verstappen, e già dopo la terza gara in Cina sembrava essere in bilico. La reazione che tutti si aspettavano da lui non c’è stata e durante la pausa estiva Helmut Marko ha deciso di sostituirlo con Albon. Sembrava il colpo di grazia per la carriera di Pierre, che invece a Faenza ha ritrovato quella serenità che gli ha permesso di tornare ad essere competitivo, fino ad ottenere il primo podio della carriera a Interlagos. Peccato per Gasly non essere riuscito ad esprimersi al meglio in Red Bull; molto probabilmente aveva una possibilità di restare tra i top team e l’ha sprecata malamente. Vedremo cosa porterà il futuro per lui; nel 2020 sarà ancora in Alpha Tauri (l’ex Toro Rosso) a fianco di Daniil Kvyat.
ALEXANDER ALBON: VOTO 7. Da oggetto misterioso a top driver: così potremmo riassumere il 2019 di Alex Albon. Dopo il terzo posto della scorsa stagione in Formula 2, il pilota anglo-thailandese è stato chiamato ad inizio stagione in Toro Rosso al fianco di Daniil Kvyat; pur commettendo qualche errore (come in Cina e in Ungheria) ha dimostrato di avere il passo del team mate in diverse situazioni. Dal GP di Spa ha preso il posto di Gasly in Red Bull e, da subito, approfittando dei problemi e delle penalità dell’olandese, ha terminato le prime tre gare davanti a lui, dimostrando comunque di non temere il confronto. Ad Interlagos ha avuto la possibilità di arrivare a podio, sfumata a causa di un tamponamento da parte di Hamilton. In generale, Alex ha dimostrato di avere tutte le carte in regola per poter stare in Red Bull a fianco di un fenomeno come Verstappen. Ora resta da vedere se dall’anno prossimo sarà libero di lottare o se dovrà in qualche modo rassegnarsi ad essere il secondo dell’olandese in seno al team anglo-austriaco.
Nicola Saglia