A venticinque anni di distanza da quel giorno, sono ancora in molti a ricordare lo schianto che vide come protagonista Gerhard Berger a Imola. Una disavventura che si concluse a lieto fine per il pilota austriaco, il quale fortunatamente non subì gravi conseguenze dall'impatto e dal successivo rogo che avvolse la sua Ferrari. Ma se tutto quel giorno si risolse nel migliore dei modi, lo si deve soprattutto al pronto intervento di alcuni Angeli, o per meglio dire Leoni, vestiti di rosso. Gli uomini della CEA, il servizio antincendio presente quel giorno sull'autodromo, che domarono l'incendio in pochi secondi strappando Berger alle fiamme. E ad una fine che sarebbe stata quasi certamente tragica. A raccontarci cosa accadde quel giorno sulle rive del Santerno è proprio Rossella Amadesi, allora e a tutt'oggi responsabile della CEA Squadra Corse: "Quel giorno mi trovavo in servizio a Imola osservando quanto accadeva in gara dalle telecamere a circuito chiuso dell'autodromo. A quei tempi, il problema del fuoco nelle corse automobilistiche era particolarmente sentito, anche se tutt'ora continuano ad essere presenti gli elementi di rischio che ci impongono di tenerci pronti a fronteggiare simili inconvenienti. Come sempre, anche in occasione di quel Gran Premio avevamo predisposto un servizio pronto ad intervenire in caso di necessità: erano presenti qualcosa come 180 addetti con circa 35-40 automezzi, dislocati lungo tutto il circuito. Appena accadde l'incidente - ricorda la Amadesi - i nostri addetti presenti sul posto capirono che molto probabilmente sarebbe scoppiato un incendio, vista l'entità dell'impatto e considerando che si trattava soltanto del terzo giro di gara, con le vetture ancora cariche di benzina; difatti, ancor prima che la vettura si fermasse, iniziarono a correre verso il luogo dell'incidente. Nella zona del Tamburello avevamo due postazioni: il primo ad intervenire, esattamente 14 secondi dopo le prime fiamme, fu il personale accorso a piedi, mentre immediatamente dopo giunse sul posto il nostro primo mezzo, visto che questi ultimi potevano muoversi esclusivamente seguendo il senso di marcia della pista. Cosa ho pensato in quegli istanti? Come tutti, quei secondi mi apparvero interminabili, anche se i nostri ragazzi fecero un ottimo lavoro spegnendo rapidamente l'incendio. Fu proprio grazie a quell'intervento che Berger riportò solo lievi ustioni". Al punto che l'austriaco si rimise in fretta, pronto per tornare al volante della propria monoposto dopo solo un mese, in occasione del Gran Premio del Messico. Negli anni successivi, l'ex-pilota ha poi dimostrato più volte la propria riconoscenza nei confronti degli uomini che intervennero in suo soccorso (primi fra tutti Bruno Miniati, Paolo Verdi e Gabriele Vivoli) donando tra l'altro un modello in scala della Williams-Bmw del 2002 ancora oggi esposta all'ingresso della sede di Castenaso.

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