Non sembra ancora giungere ad una soluzione, almeno a breve termine, il nodo power unit per la Red Bull. Dopo aver annunciato il divorzio da Renault per la prossima stagione, la scuderia di Milton Keynes è ancora alla costante ricerca una nuova partnership che possa garantire alla scuderia quattro volte campione del mondo costruttori un pacchetto adeguato per poter tornare all’assalto del titolo iridato.

Facciamo però un passo indietro: lo scorso settembre al Salone di Francoforte Carlos Ghosn, gran capo del gruppo Nissan-Renault, aveva posto la parola fine alla collaborazione tra Red Bull e la Casa della Losanga. Renault aveva poi dichiarato che a partire dalla stagione 2016 non avrebbe più concesso l’appoggio motoristico ad alcun team e che il loro nome si sarebbe potuto vedere in Formula 1 solo con il ritorno della scuderia Renault.

Questo divorzio era ormai nell’aria da molto tempo, con Red Bull che diverse volte questa stagione si è pubblicamente lamentata dell’inefficienza motoristica a loro disposizione. Per quanto riguarda la nuova fornitura, le trattative sono state portate avanti per diverse settimane con i tedeschi della Mercedes, senza escludere a priori un romantico ritorno alla collaborazione con i rivali delle stagioni 2010-2012 della Ferrari.

La trattativa con la casa di Stoccarda è andata avanti a lungo e sembrava destinata ad andare in porto, prospettando così lo scenario di un ritorno ai vertici della casa austriaca che, con un motore performante come quello tedesco e l’abilità di uno staff tecnico sempre capace di tirar fuori dalla propria matita telai stupefacenti, sarebbe tornata ad essere una seria pretendente al titolo. Così però non è andata, in quanto nel weekend di Singapore Toto Woff ha fatto "dietrofront" rifilando un brusco “no”. Il motivo è facile da intuire: il fatto di fornire un motore prestazionale come quello tedesco ad un diretto rivale come la Red Bull avrebbe significato volersi tirare la "zappa sui piedi", concedendo ad un team cliente di battersi potenzialmente ad armi pari con quello ufficiale.

Gli austriaci hanno quindi intensificato le trattative, già precedentemente avviate con la Ferrari, anche per il loro team satellite Toro Rosso. Anche in questo caso la trattativa è sembrata procedere liscia e destinata quindi ad una chiusura positiva. Ssotto un certo punto di vista è andata proprio così, visto che sembrerebbe ormai raggiunto l’accordo per la fornitura delle power unit in versione 2015 alla Toro Rosso. Il problema principale riguarda però la casa madre, ovvero la Red Bull. Il team di Milton Keynes ha infatti preteso da Maranello la concessione della stessa power unit 2016 che verrà montata sulle due Rosse, con aggiornamenti identici a quelli delle vetture di Vettel e Räikkönen. Marchionne e soci stanno però facendo muro su questa clausola, pur rimanendo generalmente disponibili alla fornitura di motori, mentre in Austria non sembrano intenzionati ad accettare un motore inferiore a quello ufficiale. Ecco quindi che a questo punto potrebbe clamorosamente fallire anche la trattativa con Ferrari.

Tra le figure più importanti che si sono esposte per permettere a Red Bull di ottenere un motore per la prossima stagione ci sono anche il pilota della Ferrari Sebastian Vettel, quattro volte iridato con la casa di Mateschitz, e il patron del circus Bernie Ecclestone. Naturalmente il tedesco è molto legato alla sua vecchia scuderia che lo ha scovato nei kartodromi e fatto crescere nel loro prolifico vivaio fino a portarlo sulla vetta del mondo.

Non è invece un legame altrettanto romantico quello che ha portato mister E. a scoprirsi così tanto per tenere la Red Bull in Formula1: la scuderia sponsorizzata dalle bibite energetiche garantisce infatti grandissimi introiti al business della Formula 1, come ad esempio dimostrato dal rientro in calendario del GP d’Austria che si corre sul Red Bull Ring.

Ad oggi il problema motori non vede ancora una soluzione. Dato per scontato che essi non saranno Renault e Honda, non è comunque da escludere un improvviso riavvio delle trattative con Mercedes o Ferrari, dietro una clamorosa cancellazione del limite imposto dal regolamento di tre forniture a team clienti.

Esiste anche il rischio di non vedere più Red Bull in formula1, ma francamente al momento è un'ipotesi piuttosto improbabile: Ecclestone non vuole assolutamente perdere la scuderia di Mateschitz e quando il boss britannico si mette in testa un’idea è dura che non la porti a termine.

Insomma, oggi il futuro della scuderia dominatrice in Formula 1 tra il 2010 e il 2013 è ancora molto incerto. Solo nelle prossime settimane si potrà scoprire come questa faccenda potrà risolversi. Ma intanto il tempo stringe.

Alessandro Gazzoni