Casa dolce casa. Avrà pensato sicuramente questo Nico Rosberg, tagliando per primo il traguardo del Gran Premio di Spagna. L’aria d’Europa infatti, dove la F1 con questa gara ha fatto finalmente ritorno, ha decisamente “ispirato” il tedesco della Mercedes, regalandogli un fine settimana da assoluto dominatore. Ma andiamo ad analizzare i singoli box, per cercare di scoprire chi ha fatto il salto in avanti migliore con le evoluzioni portate a Barcellona.

Mercedes: Dominio assoluto. Se qualcuno pensava di poter impensierire le Frecce d’Argento in questo Gran Premio, si vada a rileggere i distacchi di fine gara. Incontrastati sin dal venerdì, devastanti in qualifica e decisamente superiori in gara. Terza doppietta stagionale per loro, anche se con ordine dei piloti invertito. Il team continua a lavorare senza sosta, nonostante l’evidente superiorità che dimostrano ad ogni weekend. Batterli, sarà veramente dura.

Ferrari: Ancora una volta le Rosse fanno il possibile, lottando per ottenere il massimo risultato possibile in questo momento. Una vettura sul podio e l’altra a lottare per il quarto posto, confermando di essere la seconda forza del Mondiale. Sveglio il muretto con la strategia di Vettel, facendo sudare a Hamilton il secondo posto. Da segnalare che il team, per cercare di ridurre il gap tecnico dalla Mercedes il più in fretta possibile, ha persino scelto di “sacrificare” un po’ la gara di Raikkonen, facendogli portare “a spasso” una vettura senza gli aggiornamenti che invece montava il compagno di squadra. Operazione che permetterebbe di raccogliere più dati utili per una comparazione tra le due monoposto. Stanno lavorando come dei matti, insomma, raccontando una favola molto più bella rispetto a quella dell’anno scorso. Ma ancora non basta, visto che i distacchi dal vincitore sono da calcolare con la clessidra. Lo stesso team principal Arrivabene non si dimostra soddisfatto, segno che il team ci crede e vuole davvero lottare per qualcosa di più grande.

Williams: Prestazione a due facce per il team di Sir Frank. Il “solito” Bottas impressiona ancora una volta, non concedendo nulla a Raikkonen che sul finale ha cercato di “impallinarlo” da tutte le parti. Gara anonima invece per Felipe Massa, che è sì arrivato in sesta posizione, ma a più di 20 secondi dal compagno di squadra. In generale comunque, il "piccolo" team inglese continua a far parlare di sé, confermando alla Ferrari che loro non hanno intenzione di mollare la presa.

Red Bull: Il famoso spot secondo cui “Red Bull mette la ali”, non è mai stato più lontano dalla verità come in questa stagione. I “bibitari” stanno forse attraversando il periodo più buio della loro storia in Formula Uno. Mai competitivi e ancora una volta doppiati. Fanno addirittura fatica a star davanti al loro team minore (la Toro Rosso). Segno che forse il problema non è solo il motore. Stagione in salita dunque per Ricciardo e Kvyat, che certo non si aspettavano una macchina così. Che si senta la mancanza dell’esperienza di Vettel?

Toro Rosso: Ancora una volta, i “ragazzini” del team italiano hanno dato spettacolo in qualifica, con Sainz addirittura quinto sulla griglia di partenza. Peccato però, che alla piccola scuderia di Faenza manchi spesso qualcosa in gara. Solo un nono posto infatti per la "sorella minore" di casa Mateschitz, con due “miseri” punti in saccoccia. Ci si aspettava sicuramente di più dopo le performance di sabato. Ma se si pensa al budget praticamente inesistente rispetto a quello speso dalla casa madre, la stagione sta andando decisamente a gonfie vele. Bravi.

Lotus : Poco da dire. Nonostante la motorizzazione Mercedes, non si riesce a venire a capo di un progetto che continua ad avere pochi alti e molti bassi. La vettura è competitiva a tratti, con i piloti che ad ogni weekend non hanno la minima idea del passo che possono tenere in gara. Segno forse di uno sviluppo tecnico un po’ “dispersivo”, senza avere ben inquadrato la direzione da prendere. Rimandati.

Sauber: Zero punti per il team in questa gara. Dopo l’ottimo avvio di stagione, la scuderia non sta riuscendo a portare sviluppi importanti, tornando ad occupare la posizione in classifica che realisticamente forse si aspettavano anche loro prima del debutto stagionale. Magari servirebbe un pilota d’esperienza, capace di prendere per mano il team per riuscire a sfruttare le doti del motore Ferrari.

Force India: completamente invisibili sino a qui. Montano il miglior motore e i piloti hanno parecchia esperienza. Ma non si riesce a venire a capo dei problemi per una vettura che non appare assolutamente competitiva. Il team sembra “rinunciatario”, lontanissimo dalla mentalità che fino ad un paio di stagioni fa li faceva spesso combattere per i punti pesanti.

McLaren: anche in Spagna, per loro, non è stata una sconfitta. E’ stata un’umiliazione. La situazione tecnica è disastrosa. Il budget impiegato nel progetto, è astronomico, cosi come il “salario” dei due piloti che sono “abbastanza” titolati. Ma niente da fare. Il loro distacco dai primi si calcola usando i “minuti” come unità di misura, e i finti sorrisi di Alonso prima e di Button poi, appaiono sempre più tirati. Bisogna fare qualcosa, e in fretta anche. La macchina è lenta e il motore non ha potenza. E come se ciò non bastasse, quelle poche volte che le vetture sono arrivate al traguardo si è gridato al miracolo. Decisamente non bello per uno dei team più titolati della storia e per una casa (la Honda) famosa per “l’affidabilità dei motori”.

Manor: a chiudere la nostra analisi, come al solito, il team Manor ex-Marussia. Non si è ancora ben capito cosa ci stiano a fare nel paddock. Hanno una vettura che a fatica potrebbe lottare con le Gp2, ma si ostinano a mantenere l’iscrizione per la Formula Uno. Per carità, fa piacere vedere un team in più in gara, ma se queste sono le performance forse è meglio rimanere a casa. Dispiace per i piloti Merhi e Stevens, ma andando avanti cosi, il loro contratto diventerà “a progetto”.

Ora appuntamento fra due settimane. Dove a mischiare ancora di più le carte, ci penserà il circuito. Si corre infatti nell’angusto tracciato cittadino di Montecarlo, dove tutto quello che abbiamo visto fin’ora, non vale "niente"...

Daniel Limardi

{jcomments on}