F1 | GP Australia: il complicato venerdì della Red Bull
Una prima giornata senza acuti ma con tanti dubbi per gli uomini di Christian Horner, mentre le RB volano in top ten.

Un solco netto è sembrato dividere i quattro top team nel venerdì australiano. Da una parte ci sono Ferrari e McLaren, dall’altra Red Bull e Mercedes. Il team di Milton Keynes, in particolare, è parso in grandissima difficoltà dal punto di vista degli assetti e del bilanciamento, proprio mentre la “sorella minore” Racing Bulls stupiva tutti in FP2.
Tante difficoltà sull’anteriore, Lawson: “Siamo lenti”
Il settimo posto finale di Max Verstappen e il 17° di Lawson sono lo specchio di una situazione non facile in casa Red Bull, anche se chiaramente il kiwi avrà un potenziale ben maggiore di quello espresso fino ad ora. La sensazione è che manchi qualcosa dal punto di vista del bilanciamento e del feeling che i piloti non riescono a trovare. Il tanto tempo passato ai box, specialmente per Max, alla ricerca dell’assetto migliore, denota tanti problemi.
Al momento è la parte anteriore della vettura quella che preoccupa di più. I piloti della Red Bull, infatti, sembrano fare fatica a tenere la monoposto in frenata, soprattutto nelle curve a 90° e nelle staccate più violente. Questione di altezze da terra e di rigidezze, da trovare al più presto. Da sottolineare come, nelle prossime sessioni, il grip aumenterà sensibilmente, e questo potrebbe aiutare gli uomini di Milton Keynes. Nel frattempo, Lawson ha parlato al termine della sua giornata, lasciando trasparire una certa dose di preoccupazione.
Siamo semplicemente troppo lenti, anche per questo non ho commesso errori. C’è tanto da fare: è una pista nuova e me lo aspettavo, anche se non così tanto. Non avevamo idea di essere così tanto in difficoltà. Ci mancava grip, specialmente nella simulazione di qualifica, ma anche sul passo gara. Sicuramente abbiamo ancora tanto su cui lavorare, e nei briefing cercheremo una soluzione.
Racing Bulls sugli scudi

Nel frattempo, mentre gli uomini Red Bull si arrovellavano nella ricerca del grip, la “sorella minore” di Faenza è salita alla ribalta. Yuki Tsunoda e Isaac Hadjar hanno chiuso la FP2 con un quarto e un sesto posto che lasciano certamente ben sperare in vista della giornata di domani. La simulazione di qualifica è stata certamente ottima e, al netto di possibili cambi del meteo e variazioni a livello di grip, da questo punto di vista le vetture in livrea bianca sembrano avere veramente una ottima possibilità per effettuare il colpaccio già alla prima uscita stagionale. Centrare una top ten con entrambi i piloti sarebbe una grande impresa, specialmente considerando che uno dei due è un rookie.
Come sottolineato da tanti dei protagonisti, l’evoluzione della pista e quindi del grip saranno fondamentali. Trattandosi di un tracciato non permanente, quello che oggi si sono trovati di fronte i piloti era un asfalto molto “green”, poco gommato. Come sempre a Melbourne, l’evolversi della situazione, considerando anche la presenza di F2 e F3, potrebbe portare a repentini cambiamenti nella situazione dei tempi, e tutti i team dovranno essere bravi a capire i vari punti di crossover nelle prestazioni.
Al momento, nella galassia Red Bull è il team “satellite” ad aver trovato la soluzione migliore ai problemi, ma non è detto che non ci possano essere cambiamenti importanti tra domani e domenica. Certamente, all’interno del box del Campione del Mondo in carica si lavorerà duramente per tutta la notte, perché anche la simulazione gara non ha certamente dato i risultati voluti. Se a Sakhir, nei test, Verstappen era parso ancora una volta in grado di fare paura, qui fino ad ora sembrano essere un po’ mancati gli artigli al leone olandese.
Una cosa però va ripetuta: è solo venerdì, e Melbourne da sempre è uno dei tracciati in cui l’evoluzione in termini di grip conta di più. Resta la sensazione che gli uomini di Christian Horner, questa volta, debbano veramente tirare fuori qualcosa di importante dal cilindro.
Nicola Saglia