EWC | Roberto Rolfo a Radio LiveGP: “A Le Mans il riscatto del Bol D’Or, ora cerco una moto per Suzuka”
Non potevamo certo mancare di intervistare il podista della famosa 24H di Le Mans del campionato EWC: Roberto Rolfo racconta a Radio LiveGP come è andata la sua gara al Bugatti con il team MotoAin Yamaha, dei problemi avuti nel corso della contesa e dei suoi progetti a breve termine riguardanti il Mondiale Endurance.
Complimenti per il secondo posto Stock alla 24H di Le Mans!
“Sono contentissimo, per il secondo anno siamo riusciti a confermaci molto veloci in una gara difficile come la 24 ore di Le Mans, per me è stata una delle più belle in assoluto. Purtroppo al Bol D’Or poco prima della fine ci siamo dovuti ritirare per una rottura al cambio, invece qui siamo riusciti a bissare il risultato del 2018. Le prove però non sono state affatto facili, un applauso al mio team che è stato velocissimo nelle soste al box.”
Le Yamaha sono state più in difficoltà in questa edizione. Sono cresciuti gli avversari?
“Sicuramente si, quest’anno è stato sicuramente più difficile. Risultato a parte siamo stati il team Yamaha più veloce, ma a livello di regolazioni rispetto all’anno scorso mi sono trovato peggio. Dopo le prove che hanno deluso ho temuto che avremmo avuto problemi anche in gara, ed in effetti la moto si impennava molto di più, ma fortunatamente siamo riusciti a contenere i danni. È stato un problema di pacchetto, tutte le Yamaha erano in questa situazione, e ne ho subito soprattutto io che ho fatto 10 ore e più turni di tutti.”
Come l’anno scorso...
“Si ma l’anno scorso nel caso di Bergman il problema fu che toccò con il piede durante le qualifiche ed ha corso la gara con una grande infiammazione. In quel caso è normale che deve subentrare qualcun altro, anche Masbou non si era sentito bene di notte. L’anno scorso feci ben 11 turni, quest’anno 10: Mulhauser ha preferito fermarsi un turno in più di notte perché era la sua prima volta, a me fa piacere di essere stato il più veloce del gruppo.”
Anche per Hill è stata la prima volta...
“Certamente è stata una prima edizione per tanti rookies. Durante i test il team mi chiese cosa pensavo di Stefan, se valesse la pena puntare su di lui: risposi di si, evidentemente la cosa ha pagato. È anche normale non essere esageratamente competitivi alla prima 24H, ci sono tante cose da apprendere e l’esperienza ti permette di stancarti di meno e conservare le energie per tutta la gara, o quasi! Comunque direi che il team è stato molto unito, abbiamo fatto un ottimo lavoro.”
Le temperature sono state un problema?
“Ci sono effettivamente stati un sacco di problemi con l’usura gomme nella notte. Gli anni scorsi di notte si è arrivati anche allo zero termico, mentre tra 2018 e 2019 non si è scesi sotto gli otto gradi. Di giorno poi faceva davvero caldo e questo sbalzo termico sicuramente ha complicato le cose: di notte bisognava andare con mescole molto dure e questo rendeva si il rendimento più omogeneo, ma creava problemi per i tempi sul giro.”
Come hai vissuto la Safety car in chiusura di gara?
“Mi ha preoccupato da un lato perché eravamo quasi arrivati e io dovevo fare uno “Splash and go” (rifornimento rapido, ndr), e questo ha complicato il controllo dei consumi e dei tempi. In pratica sono rientrato in pista per 5 giri, fortunatamente è andato tutto bene e, a costo di ripetermi, ribadisco che è merito del lavoro fatto al box dal mio team. Non abbiamo avuto nessun problema per tutto l’arco della gara, sono stati eccezionali!”
Voi e Yart: sorti alterne?
“Al Bol D’Or è toccato a noi, a Le Mans a loro. È un peccato e dispiace sempre, soprattutto perché non porti a casa nemmeno i punti delle 8 e 16 ore quando accade troppo presto. Per noi almeno è accaduto dopo 20 ore, loro sono stati tagliati fuori veramente nelle prime ore di gara. Non può che dispiacere per Niccolò (Canepa, ndr)”
Tu e Kevin Manfredi siete stati i migliori del pacchetto italiano...
“E loro all’inizio andavano veramente forte! Durante la notte stavano facendo dei tempi incredibili, fino all’alba sono stati davvero veloci. Poi dopo il sorgere del sole hanno iniziato a perdere qualcosa sul giro, ed è anche vero che per essere cosi forti di notte hanno dovuto esporsi a qualche errore, come la scivolata, e soprattutto a soste ai box prolungate. Probabilmente hanno usato mescole più morbide, ed hanno dovuto sostituire gli pneumatici più spesso.”
Per le 8H come ti senti?
“Io molto bene, mi preoccupa un po’ lo Oschersleben. Onestamente vedo che il livello di preparazione dei team Stock è decisamente più alto: i team sono gli stessi, ma la loro attenzione e preparazione è decisamente migliorata. Per darti un esempio, a parità di piloti e di moto a Le Mans quasi tutti hanno tolto un secondo al giro di passo. Le 8H a maggior ragione, io non amo la pista tedesca e quindi li dovrò cercare di gestire, per lo Slovakia Ring invece sono molto fiducioso visto che amo quella pista. Nel complesso però saranno tutte gare più complesse rispetto allo scorso anno.”
Prevedi di correre a Sepang?
“Non con MotoAin, non hanno il budget ed ovviamente per loro non ha molto senso. Il campionato Stock per l’EWC termina in Europa, io però vorrei correre Suzuka perché è una gara che mi piace molto. Fortunatamente non sono legato in alcun modo perché corro con una moto non ufficiale, quindi sto cercando una sistemazione per correre a Sepang perché mi piace tantissimo come pista. Ci sto lavorando.”
Photo courtesy of MotoAin Team EWC | 24 ORE DI LE MANS: JEREMY GUARNONI PORTA LA KAWASAKI SRC ALLA VITTORIAAlex Dibisceglia