Con questo annuncio, FCA entra a gamba tesa nella polemica statunitense lanciata dal neo-eletto Presidente Donald Trump, che ha criticato le scelte di Toyota di continuare a produrre in Messico. Lo stesso tycoon ha apprezzato la scelta della casa italo-americana, ma anche della statunitense Ford, a mezzo Twitter: "Fiat Chrysler ha appena annunciato piani per investire un miliardo di dollari in Michigan e Ohio aggiungendo 2.000 posti di lavoro. Questo dopo che Ford ha detto la scorsa settimana che si espanderà in Michigan e negli Usa invece che costruire uno stabilimento da un miliardo di dollari in Messico. Grazie Ford e Fiat C!". Marchionne ha subito risposto al nuovo Presidente: "Lo ringrazio di cuore per averci ringraziato. E' un atto dovuto al paese". L'AD ha anche aggiunto che secondo lui Trump vedrebbe di buon occhio l'unione tra FCA e Ford.

L'elezione del tycoon a Presidente degli USA non ha solo scosso l'opinione pubblica e la politica internazionale, ma sta anche agitando le acque del turbolento mondo dei costruttori di autovetture. Herbert Diess, Presidente Volkswagen, ha fatto sapere però di non essere spaventato dalle dichiarazioni di Trump ed a mezzo del Wall Street Journal ha voluto fare il punto della situazione per la sua azienda. Ha spiegato che il loro posizionamento negli USA è buono ed al riguardo del DieselGate ha detto: "Speriamo di chiudere l'indagine penale il prima possibile". La produzione di veicoli elettrici da parte loro può essere letto come un segnale rivolto all'opinione pubblica. L'altro grande big a stelle e strisce, la GM, non ha intenzione di rivedere i suoi piani strategici dopo le dichiarazioni di Trump. Mary Barra, AD General Motors ma anche consigliera del magnate, non è per niente preoccupata sull'eventualità di dazi tra Messico e USA.

L'effetto Trump sul mondo dell'auto si sta già facendo sentire. Marchionne non ha perso tempo e gioca in contropiede. La sua mossa è più astuta che una mano tesa verso il nuovo Presidente USA. Il manager italo-canadese spera di fare leva sul nazionalismo statunitense per trarre vantaggi per FCA. Per sue stesse dichiarazioni non vede molti anni davanti a sé come numero uno del gruppo da lui guidato e pertanto vuole stringere i tempi per quella che potrebbe essere l'ultima sua grande operazione: la fusione tra FCA e GM.

Fabrizio Crescenzi

 

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