Nel giorno del suo 52esimo compleanno, ripercorriamo la vita e la carriera di un pilota italiano che probabilmente ha raccolto meno di quanto avrebbe meritato in carriera, cimentandosi in diverse categorie, dalla Formula 1 alle ruote coperte, su entrambe le sponde dell'Oceano. Stiamo parlando di Fabrizio Barbazza, il cui nome è recentemente tornato alla ribalta per le dichiarazioni in merito al caso-Alonso, ma che va soprattutto ricordato per essersi distinto quale pilota veloce ed eclettico, la cui carriera è stata bruscamente interrotta in seguito al drammatico crash di Road Atlanta nel 1995 nella serie americana IMSA, giunto dopo essersi tolto comunque soddisfazioni quali la disputa di otto Gran Premi in Formula 1 e, soprattutto, il terzo posto colto alla 500 Miglia di Indianapolis nel 1987.

Fabrizio Barbazza nasce il 2 Aprile 1963 a Monza. Dopo aver cominciato nel motocross, decide a 19 anni di passare alle quattro ruote, iniziando a correre in Formula Monza nel 1982. L'anno seguente si trasferisce nella Formula 3 italiana non riuscendo ad ottenere buoni risultati nella sua prima stagione, mentre nell’edizione 1984 conclude al sesto posto e nel 1985 ottiene quattro vittorie ed il terzo posto finale.

Dopo questo successo, Fabrizio decide di lasciare l’Europa e di trasferirsi in America, dove disputa il neonato campionato Indy Lights, ottenendo immediatamente il titolo con quattro vittorie. L'anno seguente passa direttamente al campionato CART, dove riesce nell'impresa di concludere da debuttante al terzo posto nella 500 Miglia di Indianapolis: grazie a questo risultato viene proclamato Rookie of the Year. Nonostante questo successo, Barbazza non riesce a trovare un sedile per la stagione 1988, partecipando in quell'anno soltanto ad alcuni appuntamenti di Formula 3000, in cui non riesce a qualificarsi in tre occasioni e non ottiene punti nelle altre due a cui prende parte.

Nel 1989 ritorna nuovamente a correre nel campionato CART e in otto gare il suo miglior piazzamento si rivela l'ottavo posto a Toronto. Inoltre, Barbazza nello stesso anno prende parte a otto gare di Formula 3000 giapponese, ottenendo punti a Suzuka con un sesto posto.

Nel 1990 entra a far parte della F.000 internazionale per l'intera stagione guidando per il team Crypton, con cui termina in tredicesima posizione con 3 punti ottenuti, grazie al quarto posto ottenuto nella sua pista di casa a Monza, che di conseguenza si rivela il miglior risultato della stagione.

Per la stagione 1991 Barbazza riesce a ottenere un ingaggio in Formula 1 con la scuderia AGS squadra, dove prende il posto di Stefan Johansson a partire dal Gran Premio di San Marino. La stagione si rivela però fallimentare, in quanto a causa della scarsa competitività della vettura non riesce a qualificarsi in nessuno dei dodici appuntamenti a cui prende parte. Dopo questa brutta delusione in Formua 1, il monzese torna nuovamente nella CART, firmando un nuovo contratto con la Arciero Racing. Partecipa alle prime quattro gare cogliendo un punto a Surfers Paradise, mentre nella 500 Miglia di Indianapolis distrugge completamente la sua monoposto durante la qualifiche, non riuscendo quindi a qualificarsi.

Sarebbe stata questa la sua ultima apparizione in IndyCar, visto che nel 1993 Barbazza rientra in Formula Uno grazie alla Minardi. Con il team faentino riesce ad entrare in zona punti in due occasioni, con il sesto posto ottenuto sia nel Gran Premio d'Europa a Donington sotto l'acqua sia in quello di San Marino. Dopo otto gare, Fabrizio viene però sostituito da Pierluigi Martini, non riuscendo più a trovare un sedile in Formula 1 e terminando la stagione con due punti e il 19° posto in classifica.

Nel 1995 gareggia nel campionato IMSA, ma è vittima di un gravissimo incidente mentre si trova al volante di una Ferrari 333SP sul circuito di Road Atlanta. Finito in testacoda per evitare una vettura a sua volta incidentata, viene centrato in pieno dal sopraggiungente Jeremy Dale, con la sua vettura che si spezza letteralmente in due tronconi. Barbazza riporta ferite alla testa e al torace che lo tengono diversi giorni in coma. Dopo l'incidente riesce lentamente a riprendersi, anche se la sua carriera di pilota è ormai definitivamente conclusa. Rimane comunque nel settore fondando un'azienda che produce materiale assorbente per guard-rail e barriere protettive, prima di trasferirsi a Cuba dove attualmente vive dedicandosi anche alla pesca.

Chiara Zaffarano - Marco Privitera

 

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