Sebastian Vettel: voto 9,5. Leader della classifica con 202 punti, frutto di quattro vittorie e otto piazzamenti a podio complessivi. E chi se lo sarebbe aspettato prima di Melbourne? Probabilmente nemmeno lui. Il tedesco è tornato ad essere implacabile, lontano parente di quel pilota opaco e infelice visto lo scorso anno, a tratti addirittura feroce: vedasi lo "scontro" di Baku, il quale gli costa mezzo punto in meno nell'ambito di una stagione sin qui corsa con una determinazione e un'intelligenza che potranno rivelarsi armi decisive in un'annata tiratissima.

Lewis Hamilton: voto 8,5. Solito "mastino", quando azzecca il weekend buono non ce n'è per nessuno. Ma il problema è proprio "quando": già, perchè le sue pause quest'anno gli sono costate diversi punti in campionato. Fine settimana in cui sembrava essere con la testa altrove, senza quella cattiveria indispensabile per spremere al meglio la propria vettura. Sochi, Montecarlo e anche l'Austria rappresentano casi che non dovranno più ripetersi nella seconda parte di campionato, altrimenti potrebbero costargli molto caro.

Valtteri Bottas: voto 9. E' lui la vera sorpresa di questa prima metà di stagione? Probabilmente sì. Per molti "sorprendentemente" veloce, ma altrettanto concreto, solido e maturo. Sta incarnando alla perfezione il ruolo disegnatogli dal team, senza per questo disdegnare la possibilità di ergersi a principale protagonista, come dimostrato in occasione dei successi colti in Russia e in Austria. Difficile vederlo nel ruolo di antagonista di Hamilton nel finale, ma nel frattempo si sta guadagnando a pieno voti il rinnovo anche per il prossimo anno.

Daniel Ricciardo: voto 8. Gli manca solo un mezzo all'altezza di Mercedes e Ferrari, altrimenti per intensità, velocità e dedizione il suo rendimento sarebbe stato pari a quello dei suoi avversari. Animale da gara, capace di sfruttare a proprio vantaggio ogni situazione, correndo con intelligenza e sagacia tattica: la vittoria di Baku rappresenta un suo piccolo capolavoro, così come i cinque piazzamenti consecutivi a podio nonostante la palese inferiorità della sua Red Bull rispetto ai diretti rivali.

Kimi Raikkonen: voto 7,5. Nella stragrande maggioranza dei casi è l'ultimo dei quattro, almeno per quanto riguarda il campionato a parte che stanno correndo Mercedes e Ferrari. Ma il suo distacco in classifica dal compagno quest'anno è più figlio di sfortune e giochi di squadra vari che derivante da sue negligenze: l'apporto fornito alla squadra in occasione come Montecarlo e Budapest sottolinea il suo valore di prezioso uomo-squadra, al punto tale da potergli fornire l'ennesima chance di rinnovo contrattuale anche nel 2018.

Max Verstappen: voto 7. Il grande deluso di questa prima parte di campionato. Ma attenzione: deluso, non delusione. Perchè la sequenza di guasti meccanici di cui è stato vittima (ben tre su undici gare) la dice lunga sui perchè del suo distacco in classifica. Lui comunque ci mette del suo, sportellando il suo compagno a Budapest e vanificando una gara dove sarebbe forse potuto salire sul podio. Per il resto, eccellente in qualifica, ma in gara è pressoché ingiudicabile. Almeno per ora.

Sergio Perez: voto 7. Dire che ha sofferto il compagno di squadra sarebbe forse eccessivo. Ma che avverta la pressione di un rivale giovane, arrembante e irriverente, quello sì. Il caso emblematico di Montreal, dove ha voluto dimostrare di essere lui il capo-squadra, è lì a dimostrarlo. Insieme a tutto ciò, anche la consapevolezza degli anni che passano e del fatto che gli sbocchi per una nuova chance in un top team potrebbero restare un'utopia.

Esteban Ocon: voto 7,5. Arrivare in un team di fascia medio-alta, dopo la mezza stagione nella disastrata Manor, ed essere sempre lì pronto a soffiare col fiato sul collo ad uno come Perez non è certo impresa semplice. Eppure il giovane Esteban sta confermando quanto di buono aveva messo in mostra nelle formule minori, dando ragione alla scelta Mercedes di voler puntare su di lui come cavallo di battaglia del proprio vivaio. A volte andando anche un po' troppo sopra le righe, come a Baku: per il resto, difficilmente gli si sarebbe potuto chiedere di più.

Carlos Sainz: voto 8. Nella stagione della sua definitiva consacrazione, corre paradossalmente il rischio di rimanere un'eterna promessa. E per colpe non certo sue, intendiamoci: le porte in Red Bull sembrano essere chiuse anche per il 2018, ed è inevitabile per lui doversi guardare attorno, senza però trovare alternative molto più attraenti della sua attuale Toro Rosso. Dove comunque, ogniqualvolta non venga buttato fuori dal compagno di squadra o frenato da un guaio tecnico, è l'unico in grado di valorizzare il potenziale della vettura, anche in termini di risultati.

Nico Hulkenberg: voto 6,5. La Renault ha fatto un passo avanti rispetto allo scorso anno, ma di certo non al punto tale da consentire al tedesco di esprimere tutto il proprio valore. Il quale si può se non altro intravvedere dal confronto interno col malcapitato compagno di squadra: i 26 punti racimolati dal team sono tutti opera sua.

Felipe Massa: voto 6.5. Non male la sua stagione del "rientro" fino a questo punto, dopo il ritiro-lampo prima annunciato e poi frettolosamente rinnegato. La Williams si sta dimostrando poca cosa, ma lui assolve bene al suo ruolo di chioccia a Stroll, lottando costantemente ai margini della zona punti con mestiere e saggezza. E un ritiro a fine 2017 potrebbe essere meno scontato di quanto possa sembrare...

Lance Stroll: voto 6. Ribattezzato (non certo a sproposito) "disa-stroll" nel suo primo approccio con le monoposto 2017, il giovane canadese non si è perso d'animo, cercando di imparare gara dopo gara e limitando progressivamente i propri errori. La gara della svolta in Canada, prima dell'insperato (e in parte anche fortunoso) terzo posto di Baku. Bisognerà vedere se però la modesta Williams possa soddisfare le esigenze di papà Lawrence in vista della sua crescita futura...

Romain Grosjean: voto 6,5. Una stagione tutto sommato positiva sino a questo momento per il francese, il quale ha corso in maniera intelligente e attenta, ben lontano dagli eccessi del passato. A brillare soprattutto il sesto posto colto in Austria, nonostante la costante rappresentata dai problemi ai freni che anche questonso 'anno lo sta condizionando. Difficile però vederlo spiccare il volo verso un top team in futuro...

Kevin Magnussen: voto 6,5. Sta convincendo anche i più scettici, grazie ad un positivo approccio con il nuovo team, dove si sta esprimendo su livelli sostanzialmente simili a quelli del compagno e garantendo quella dose di punti e regolarità che con Gutierrez sarebbe stato impossibile trovare. Peccato solo per quella malcapitata uscita "verbale" contro Hulkenberg in Ungheria: un po' di scuola a Oxford non gli farebbe di certo male...

Fernando Alonso: voto 8. Elogio alla pazienza, alla costanza e alla professionalità. Del resto...certe scommesse si pagano, e quella da lui giocata con la McLaren-Honda ha sortito gli effetti che sono da tempo sotto gli occhi di tutti. Eppure lui c'è sempre: pronto a dannarsi l'anima per un misero piazzamento ai margini della zona punti, in attesa che il futuro gli riservi lidi migliori...

Pascal Wehrlein: voto 7. L'inizio della sua stagione è stato pesantemente condizionato da quel pericoloso incidente alla Race of Champions, ma una volta tornato in pista il tedesco ha confermato di che pasta è fatto, riuscendo nell'impresa di portare la Sauber per due volte in zona punti. In attesa di capire se il futuro possa portarlo altrove...

Daniil Kvyat: voto 4,5. In piena confusione. Disarmante la differenza con il compagno di squadra in termini di punteggio (35 a 4), ma preoccupante anche la frequenza con cui si ritrova coinvolto in incidenti nelle prime fasi di gara. E se ciò accade proprio con la vettura gemella, allora c'è da porsi seriamente qualche domanda...

Jolyon Palmer: voto 4. Ancora fermo a quota zero punti in classifica. E' vero che la sua Renault lo ha piantato in asso in più di un'occasione, ma dalla sua seconda stagione ci si attendeva decisamente qualcosa in più. Il talento però latita e adesso dovrà cercare di cogliere l'occasione per centrare qualche buon risultato nella speranza di guadagnarsi un posto per il 2018.

Stoffel Vandoorne: voto 5,5. Del fenomeno che aveva letteralmente strapazzato gli avversari due anni fa in GP2, finora si è visto ben poco. Colpa di una McLaren che sicuramente non gli consente di mettersi in evidenza, ma anche di un compagno di squadra che definire "tosto" sarebbe ridutivo. Non a caso, finora si è dovuto accontentare di osservarlo soltanto da dietro...

Marcus Ericsson: voto 5. Non è andato malissimo nel confronto con Wehrlein: ma se nel caso del tedesco la sensazione è che vi sia del rammarico per un potenziale non sfruttato, lo svedese sembra plafonato e già al limite delle proprie prestazioni. L'unica speranza per il suo futuro è quella di vedersi confermato dai suoi "santi protettori" in Sauber anche per il 2018.

Marco Privitera