WSBK | Marco Melandri: “Fino a pochi giorni fa ero a piedi, non avrei mai corso solo per far numero”
Ed è proprio lui, manager di Marco Melandri e titolare di Nolan (eccellenza del Made in Italy nella realizzazione di caschi, ndr) a spiegare come si è arrivati alla firma con Yamaha GRT: “Col suo commercialista scherziamo sempre perché con Marco non ci si annoia mai. Abbiamo rischiato di rimanere a piedi. Ma siccome sono un ottimista dico sempre che qualcosa di buono succederà: Lukas Mahias ha rifiutato la proposta di Yamaha GRT e si è liberato quel posto che all’inizio sembrava di Marco salvo poi allontanarsi per motivi di budget”. E spiega anche che originariamente Ducati aveva previsto 4 moto, le due affidate a Chaz Davies e Marco Melandri e altre due per sistemare Alvaro Bautista e Michael Rubén Rinaldi, poi probabilmente per questione di budget una moto è stata eliminata ed a farne le spese è stato Marco. Marco crede molto nei valori umani, il team verrà completato nel corso di questa settimana, a pochi giorni dai primi test ma Andrea Dosoli (capo progetto per la SBK, ndr) conosce molto bene Marco Melandri ed insieme a Michele Gadda costruiranno un team all’altezza di Marco. Alberto Vergani ricorda come Livio Suppo in un intervista ha definito Marco Melandri l’unica persona che non si è attaccata ai soldi quando ha rinunciato a continuare con la Ducati MotoGP nel 2009, rinunciando ad un contratto a sei zeri. Questo racconta tanto di quanto Marco sia legato da sani principi, non a caso lo abbiamo incontrato in Nolan:
Nolan ti segue dall’inizio della tua carriera, che rapporto hai con loro?
“È dal 1994 che uso Nolan, avevo 12 anni in mini moto e da lì non li ho mai mollati, siamo cresciuti insieme mi hanno sopportato in momenti non facili, io ho aiutato lo sviluppo in pista insieme a tutti i miei colleghi di Nolan perché di fatto quello che riesci a migliorare in pista viene poi trasferito sul casco di serie: il X803 è lo stesso casco che utilizziamo noi, modifichiamo solo leggermente l’interno per farlo più adatto a livello di misure.”
Passando al piano sportivo, cosa pensi del regolamento SBK, della terza gara che non è ancora ben chiaro cosa assegnerà?
“Ti dico la verità, non ne ho idea, fino a dieci giorni fa davo per scontato di non correre quindi non ero interessato alla cosa, la prossima settimana cercherò di capire cosa succederà ma prima dovrò sistemare altre cose.”
Sarai già presente ai test di Aragon della prossima settimana?
”No, partirò per i test di Jerez della settimana successiva.” (26/27 novembre, ndr)
Sono tanti i piloti,oltre a te, che hanno rischiato e che rischiano di non avere una sella per la prossima stagione tra questi anche Lorenzo Savadori, che possibilità ci sono per questi piloti di trovare una sella?
“Con Lorenzo ci siamo sentiti per cercare di capire e darci dritte su che direzione andare, io se non avessi trovato una sistemazione abbastanza valida avrei valutato altro, stare qui in Europa solo per fare numero a me non interessava, stavo guardando in America qualche situazione interessante. Avevo letto anche di Lorenzo (Savadori, ndr) allora l’ho contattato per capire con chi stava parlando e dargli consigli sulle mie esperienze e capire le sue per cercare di trarre informazioni. Lui e Xavi (Fores, ndr) secondo me meriterebbero una moto buona. Purtroppo io non ho mai visto tante difficoltà come in quest’anno con una mancanza di moto per piloti validi, ha preso una direzione decisamente strana.”
Oltre ai piloti della SBK, senza una sella ci sono anche tutti i piloti della STK...
“Purtroppo credo che nessun team della STK abbia la forza di salire nel mondiale, quindi saranno costretti a ripiegare sui campionati nazionali, che da una parte si infoltiranno e dall’altra ne perderà la SBK.”
Mathias Cantarini