F1 | GP Canada, le voci dei piloti Ferrari: "A Montreal possiamo fare bene"
Dal nostro inviato - Quello canadese per gli uomini Ferrari è il weekend del cosiddetto “O la va’ o la spacca”: sul circuito intitolato a Gilles Villeneuve, infatti, la rossa può ridurre il gap che paga da inizio stagione rispetto alle due Mercedes. Il team di Maranello ne è ben consapevole e cercherà in tutti i modi di rendere difficile la vita alle frecce d’argento. Non sono state portate novità di rilievo qui a Montréal, ma il team del Cavallino, come dichiarato da Mattia Binotto, ha stilato una road-map che cercherà di risollevare le sorti della SF90 a partire dal GP di Francia fino alla pausa estiva. In occasione del giovedì, entrambi i piloti hanno stilato una fredda, ma giusta, analisi del campionato che si accinge a mettere in archivio il primo terzo di stagione.
Sebastian Vettel è attualmente il primo pilota non Mercedes in campionato: il tedesco si è presentato sereno alla stampa, dicendo candidamente che le prossime gare saranno cruciali per la Ferrari nel suo tentativo di recuperare punti alla Mercedes. "Non abbiamo avuto lo slancio iniziale che ci saremmo aspettati ma, nonostante ciò, siamo stati in grado di segnare punti importanti - ha così esordito il tedesco – penso che le prossime gare saranno davvero cruciali per noi per cercare di tornare in lotta e dare del filo da torcere alla Mercedes.”
"Sarà importante farlo il prima possibile - ha continuato Vettel- siamo subito dietro a Hamilton e Bottas ma, allo stesso tempo, c’è un bel divario da recuperare, ma sono fiducioso che la vittoria arriverà presto. I nostri uomini stanno lavorando sodo, ora sappiamo le cose che non hanno funzionato e stiamo cercando di risolverli.”
In merito al circuito di Montréal, considerata pista “amica”, Sebastian si è mostrato molto prudente: “Non posso fare previsioni, ma teoricamente saremo più vicini al vertice; certo l’asfalto liscio, e che man mano andrà gommandosi, non gioca a nostro favore: sarà difficile portare le gomme nella giusta finestra di esercizio. Ma il circuito premia decisamente alcuni punti forti della nostra SF90.”
Sulle illazioni circolate in merito al suo ritiro a fine stagione ha così risposto: “Non ho mai detto nulla del genere e queste voci non so da dove provengano, personalmente sono soddisfatto di come sta lavorando la squadra e spero lo siano anche loro di me. Sono ancora affamato e ho ancora voglia di vincere, è l’unica cosa che conta per me.”
Immediatamente dopo, come una staffetta, è toccato all’altro portacolori del Cavallino raccontare le sue impressioni: Charles Leclerc è chiamato ad un pronto riscatto dopo il mesto ritiro di Montecarlo. A tal proposito, il monegasco ha così esordito: “Ho riguardato più volte la corsa e posso ammettere che sono stato troppo aggressivo, ma per risalire dal fondo era l’unico atteggiamento concesso, forse con Hulkenberg avrei dovuto aspettare qualche giro in più prima di sferrare l’attacco, ma ormai è andata così.”
Leclerc ha poi fatto un bilancio della prima parte di stagione: “Gli errori commessi hanno pesato molto e ci serviranno da lezione per le gare future, ma ci sono stati anche aspetti positivi come la velocità e l’adattamento al team. Abbiamo analizzato gli errori e ho migliorato il mio approccio in qualifica dopo gli errori che ho commesso a Baku e Barcellona. Il mio obiettivo però non è cambiato: resta quello di combattere per il mondiale, e la pista di Montréal è decisamente più nelle corde della SF90, qui possiamo fare bene.”
La stagione del monegasco è stata un continuo crescendo anche per merito dell’enorme esperienza del suo ingegnere Jock Clear: “Jock mi ha aiutato tanto nella visione globale del weekend di gara, grazie alla sua esperienza mi sono trovato subito a mio agio nel team facendomi relazionare in maniera precisa con tutti i componenti della squadra: è di vitale importanza far capire agli ingegneri le tue sensazioni in pista per migliorare il feeling con la monoposto. E ogni volta che abbiamo messo tutti i tasselli a loro posto siamo andati sempre forte, speriamo di farlo anche qui in Canada.”
Da Montréal – Michele Montesano