Charlie, ma la Safety Car?
In più di un'occasione, il mondo della Formula 1 non si è certo distinto per coerenza. Regole spesso astruse e contraddittorie (una su tutte, la recente abolizione del FRIC) hanno causato e continuano a causare polemiche talvolta inutili e sicuramente evitabili, tali da mettere spesso a repentaglio la credibilità di un mondo che a volte sembra dare l'impressione di volersi complicare la vita da solo. Ma ben più grave è quando tale attitudine coinvolge l'aspetto legato alla sicurezza. Negli anni, la FIA ha fatto tantissimo per migliorare le cose sotto questo punto di vista, intervenendo sia dal punto di vista della sicurezza attiva (vetture) che passiva (circuiti), ed adottando misure volte a sanzionare comportamenti scorretti da parte dei piloti (probabilmente perfino esagerando) nonché a prevenire situazioni di pericolo. Alla luce di tutto ciò, dunque, appare ancora più incomprensibile quanto accaduto domenica scorsa nel corso delle fasi finali del Gp di Germania. Per ben due volte, infatti, il direttore di corsa Charlie Whiting ha "sorvolato" su situazioni di evidente pericolo, preferendo non mandare in pista la Safety Car, ma limitandosi ad esporre nel tratto incriminato le bandiere gialle. Un'imperizia alla quale non eravamo più abituati, e che ha rimandato molti appassionati indietro con la memoria, a circostanze ed epoche in cui un'analoga superficialità ha causato situazioni ancor più drammatiche.
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