Endurance, al via da Silverstone una stagione da sogno
Sono diverse le similitudini tra la Formula 1 ed il WEC, il Campionato Mondiale Endurance che scatta questa domenica con la 6 Ore di Silverstone. A partire dalla rivoluzione tecnologica che ha investito anche la categoria regina delle ruote coperte, alle prese con propulsori ibridi, diversi sistemi di recupero dell'energia, una nuova aerodinamica ed una quantità di sofismi elettronici da fare spavento. Per non parlare degli ex-protagonisti del Circus ora presenti in pianta stabile nel mondo delle corse di durata: sono ben tredici ai nastri di partenza, con nomi del calibro di Mark Webber, Sebastien Buemi, Alexander Wurz e Gianmaria Bruni su tutti. Senza dimenticare la qualità e l'impegno delle grandi Case coinvolte, con due Audi, due Toyota e due Porsche impegnate nella LMP1: ognuna dotata di caratteristiche diverse, ognuna figlia di una filosofia concettuale differente. Mai come quest'anno, probabilmente, il livello della sfida tecnica si era spinto a livelli così elevati, generando una soglia di attenzione da parte di media e appassionati degna dei tempi d'oro dell'Endurance. Otto appuntamenti in calendario, da Silverstone a San Paolo, con la mitica 24 Ore di Le Mans naturalmente a costituire il sogno proibito per molti, il successo che varrebbe una stagione. Lo sarà ancora una volta per lo squadrone Audi, con il team Joest che schiera sulle R18 E-Tron Quattro gli equipaggi formati da Di Grassi-Duval-Kristensen (quest'ultimo reduce da nove successi nella classica francese) e Fassler-Lotterer-Tréluyer. La casa di Ingolstadt ha puntato su un sistema di propulsione basato su un V6 turbodiesel di 4 litri, passando dal doppio Kers dell'anno passato al singolo Mgu-K utilizzato sull'asse delle ruote anteriori. Le cattive notizie sono arrivate con le recenti modifiche regolamentari, che hanno penalizzato ulteriormente le vetture tedesche in termini di quantità di carburante ed energia producibile per giro, in base ai risultati dei recenti test svoltisi al Paul Ricard. Dal canto suo, l'ambizioso progetto Porsche ha scelto di utilizzare un V4 benzina di 2 litri sovralimentato ed integrato da un Kers all'anteriore e un Ers sul turbo, puntando sulla voglia di riscatto di Mark Webber dopo le ultime stagioni difficili in Red Bull. Infine, la Toyota si è affidata ad una soluzione caratterizzata da un doppio Kers, impiegando un V8 aspirato di 3.7 litri a benzina. Insomma, una sfida di tecnologie, di uomini, ma anche di mentalità, che renderà senza dubbio quantomai esaltante ed avvincente la sfida in LMP1. Per quanto riguarda la classe LMP2, da segnalare il debutto delle nuove Ligier e Dome, mentre in GTE la Ferrari e Gimmi Bruni tenteranno di difendere il titolo conquistato con pieno merito nella passata stagione. In Inghilterra si alza il sipario: la Regina è servita. Marco Privitera
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