L’intervista | Matteo Ferrari a Motorbike Circus: “Punto al titolo in entrambi i campionati”
Nel corso della puntata 321 di Motorbike Circus è intervenuto Matteo Ferrari, Campione MotoE 2019 e vice campione della MotoE nel 2020. Il riminese classe 1997, ai microfoni di LiveGP, ha parlato dell’evoluzione dell’elettrico e della categoria di cui è tra i protagonisti assoluti in pista, senza tralasciare il suo impegno anche nel Campionato Italiano in Supersport. Attualmente, infatti, l’italiano si divide tra il team Gresini in sella all’Energica ed il team Toccio Racing sulla Ducati.
Matteo Ferrari com’è cambiata la categoria della moto negli anni?
"Sicuramente fin dal primo anno ci sono stati diversi cambiamenti. Siamo sempre andati un pochino più veloce degli altri, ma diciamo che è quest’anno c’è stato un vero e proprio cambiamento. Il peso è diminuito molto, è cambiato il format delle qualifiche dove adesso abbiamo la Q1 e la Q2, mentre prima avevamo l’E-pole. Causa COVID-19 non ci sono stati grossi cambiamenti dal secondo e terzo anno, ma dall'inizio del 2022 (ovvero il quarto) ho visto diversi step evolutivi verso la direzione giusta. È chiaro che dobbiamo ancora lavorare tanto sul peso della moto, ma il prossimo anno ci sarà Ducati ed ancora più sviluppo. Sicuramente nel 2023 l'interesse aumenterà".
Preferisci il nuovo format Q1 e Q2 o il giro secco?
"Mah… devo dirti che io non avevo mai fatto l’E-pole nella mia carriera ed a me piaceva tantissimo. Infatti, quello che gradisco meno della Q1 e Q2, è la preparazione della strategia. Devi uscire nel momento giusto, non devi farti prendere la scia dagli altri. A me piace uscire dal box e dare il 100%. Si alzava anche il livello di difficoltà che ti spronava a dare ancor di più, anche se era molto più facile sbagliare e compromettere la gara per una posizione in partenza non idonea. Quello che mi piaceva della E-pole era quello di studiare i miei avversari, capire i loro punti di forza e quelli di debolezza, mentre ora è molto più difficile farlo.
Quest’anno c’è la doppia tappa, quant’è importante per la Moto E?
"Tra gara1 e gara2 si può sempre migliorare, semplicemente perché hai già fatto una corsa e conosci meglio i tuoi avversari e questo sicuramente aiuta già solo per il pilota. Poi è chiaro che per gara2 abbiamo già dei riferimenti e delle indicazioni sulle temperature, sapendo già come lavora la moto e quindi qualche miglioria la si fa".
Guardando il calendario di quest’anno, hai già portato a casa 3 podi: un primo, un secondo ed un terzo posto. Adesso arriva Assen dove lo scorso anno hai fatto quarto, poi Austria e nuovamente Italia con Misano.
"Sono molto contento della mia prima parte di stagione perché sono andato in crescendo. Questo è stato molto positivo perché non serve fare alti e bassi in un campionato, ma partire da una base e da lì crescere. Noi lo abbiamo fatto nei migliori dei modi. Assen mi piace molto, lo scorso anno ho sbagliato la qualifica, ma avevo il passo per stare davanti. Sono fiducioso e arrivo in una pista che mi piace. Anche l’Austria è una location dove sono sempre andato bene e lo scorso anno partivo terzo. Nonostante delle ottime prove non sono mai riuscito a concretizzare in gara. E poi c’è Misano… è la pista di casa e dove sono andato meglio in assoluto. Non vedo l’ora di correrci".
Comparaci il livello del primo anno dove hai vinto la Moto E contro il livello di quest’anno.
"Ho visto in questi anni quello che è successo in tutte le categorie ovvero che i piloti conoscono sempre meglio il mezzo e hanno sempre più una base solida di lavoro, archiviando anni dopo anni. Sono cambiate tantissimo anche le gomme, ora sicuramente più stabili, poiché noi come Michelin ci siamo ritrovati su una categoria completamente nuova senza riferimenti. Al primo anno ci sono state numerose cadute ed erano derivate dalle gomme nonostante avessero una buona performance, ma molto difficili da usare. Il balance è sicuramente cresciuto e la differenza la fanno proprio i team. Anche un rookie che entra a far parte di questa categoria si ritroverà sicuramente più avvantaggiato di noi che abbiamo dovuto scoprirla turno dopo turno. Per rispondere in sintesi alla tua domanda: si, il livello dei piloti è aumentato, ma soprattutto quello dei team che conoscono sempre meglio la moto".
Parlaci dell’imminente weekend al Mugello in Supersport.
"È una categoria nuova e Ducati ci è appena entrata. Mi aspettavo di partire più avanti però sono contento di aver centrato il nostro problema e sapere come poterci muovere al Mugello. Con la base che avevamo prima posso affermare che abbiamo già fatto grandi cose. Da questo week-end mi aspetto di crescere, di migliorarmi e, sull’onda positiva dei test, avvicinarmi ai miei avversari puntando al podio. Poi quando siamo lì vediamo qualche gradino ci piace di più".
Ti piacerebbe fare il Mondiale Supersport come tanti dei tuoi colleghi MotoE?
"Mi piacerebbe molto, ma quello che mi preme da sempre è poter fare un campionato con cui potermi giocare il titolo. Ho preferito rifare il campionato italiano perché era tutto nuovo ed ero curioso di mettermi alla prova. Il Mondiale ha tante tappe, tante trasferte. Le potenzialità di giocarmi le gare le ho, ma c’è bisogno che si incastrino tante cose per arrivare al risultato. Ora mi concentro sull’italiano dove siamo in forte crescita e sono fiducioso di potermi giocare il titolo. Come ho sempre detto in Moto E i conti si fanno all’ultima gara sotto alla bandiera a sacchi, quindi spero di arrivare ad Imola e giocarmela fino all’ultima staccata".
A proposito di Imola, ti piace come pista?
"Si mi piace molto, quando ci ho corso con la Ducati sono sempre andato forte, sia nel CIV che nella gara del Mondiale. Non vedo di correre lì perché so che la V2 ha dei bei punti di vantaggio e so già come sfruttarli"
Benedetta Bincoletto