Credits: Red Bull Content Pool
Credits: Red Bull Content Pool

C’è un clima sempre più freddo in Formula 1 tra i piloti e la FIA: la Grand Prix Drivers Association (GPDA), dopo aver creato nei giorni scorsi un account su Instagram, ha pubblicato un primo post in cui ha criticato la Federazione e il suo presidente Mohammed Ben Sulayem a proposito del tema parolacce, una questione che sta monopolizzando le discussioni all’interno del Circus.

Le tappe precedenti della caccia alle F-word

Tutto era iniziato al GP Singapore quando la FIA ha cominciato a stringere la presa sull’uso delle parolacce nelle conferenze stampe e nei team radio, con tanto di dichiarazioni del presidente Ben Sulayem durante il weekend di Marina Bay. Ovviamente le reazioni dei piloti non si sono fatte attendere, soprattutto quella di un Max Verstappen che non si è certo trattenuto, tanto da ottenere “in cambio” una condanna ai lavori socialmente utili (che Leclerc ha rischiato di subire a sua volta dopo essersi lasciato scappare una F-word durante la conferenza stampa del GP Brasile).

Mohammed Ben Sulayem FIA
Credits: Mohammed Ben Sulayem Profilo X.com

Una situazione che non si fatica a descrivere paradossale, anche per via delle altre faccende che allora avrebbero dovuto ricevere la priorità N.1 dalla FIA, come ad esempio le ali flessibili e, in questi giorni, il trucco dell’acqua nelle gomme sollevato ad Interlagos dalla Red Bull che ha accusato la McLaren di farne uso. E invece si è continuato fino ad oggi con una sorta di caccia delle streghe che aveva causato pure la “protesta del silenzio” di Verstappen in F1 seguita a ruota da quella di Sébastien Ogier nel WRC.

Il silenzio rotto e le prime parole della GPDA

La GPDA, presidiata da Alexander Wurz e diretta da George Russell, ha deciso infine di rompere il silenzio e di dire la sua tramite un comunicato pubblicato sul suo primo post su Instagram:

Come accade in ogni sport, i competitors devono rispettare la decisioni dell’arbitro, che siano d’accordo o no. 

Così funziona lo sport, i Piloti (i nostri membri) non sono diversi e lo capiscono pienamente. I nostri membri sono piloti professionali che gareggiano in Formula 1, il pinnacolo del motorsport. Sono gladiatori e ogni weekend mettono in piedi un grande show per i fan. 

Per quanto riguarda le parolacce, c’è una differenza tra le parolacce usate per insultare altri e le parolacce casuali, che potrebbero essere usate per descrivere il maltempo, o un oggetto inanimato come una monoposto di Formula 1, o una situazione alla guida. 

Esortiamo il Presidente della FIA a rivedere il suo tono e linguaggio quando parla con i nostri piloti membri o a riguardo, che sia in pubblico o altrove. Inoltre, i nostri membri sono adulti che non hanno bisogno di istruzioni dai media riguardo questioni banali come indossare gioielli e mutande.

I piloti sulle multe: “Richiediamo trasparenza e dialogo aperto”

Il comunicato della GPDA però non si è fermato alle parolacce e all’esecutivo di Ben Sulayem. Proseguendo la nota, l’associazione dei piloti di Formula 1 ha voluto chiedere chiarimenti anche riguardo alle multe e a come tali soldi vengano spesi dalla Federazione, risollevando un tema mai toccato nel mandato dell’ex-pilota di rally arabo.

La GPDA ha, in innumerevoli occasioni, espresso la sua posizione che le sanzioni monetarie ai Piloti non sono appropriati per il nostro sport. Negli ultimi 3 anni abbiamo chiesto al Presidente della FIA di condividere i dettagli e la strategia a proposito di come le sanzioni pecuniarie vengano allocate e sul dove vengano spesi questi soldi. Abbiamo anche inoltrato le nostre preoccupazioni al danno d’immagine che queste sanzioni portano allo sport. Noi richiediamo ancora una volta che da parte del Presidente della FIA ci sia una maggiore trasparenza finanziaria e un dialogo aperto e diretto con noi. Tutte le parti interessate (FIA, F1, le scuderie e la GPDA) dovrebbero determinare congiuntamente come e dove questi soldi vengano spesi per il beneficio dello sport.

La GPDA desidera collaborare in modo costruttivo con tutte le parti interessate, incluso il Presidente della FIA, in modo da promuovere il nostro grande sport a beneficio di tutti coloro che ci lavorano, lo pagano, lo guardano e lo amano. Noi stiamo facendo la nostra parte.

La nota viene chiusa con #RacingUnited for our Safety, our Sport, our Fans”, un motto che è diventato il simbolo della lotta che i piloti stanno facendo per ricevere un miglior trattamento dalla Federazione. La speranza è che questo sia solo l’inizio e che Ben Sulayem e i vertici della Federazione comincino ad aprire gli occhi e a dare il giusto peso ai piloti che, per 24 weekend all’anno, portano avanti lo spettacolo tanto voluto ed etichettato da loro stessi in questo Circus della Formula 1.

Andrea Mattavelli