Credits: monzanet.it
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Il GP Italia di Formula 1 è alle porte e per i tifosi della Ferrari è arrivato il momento della settimana “sacra” che li condurrà al weekend di gara nell’Autodromo Nazionale di Monza. Un circuito che quest’anno presenta una veste nuova, specialmente dal punto di vista delle strutture ma anche volendo da quello di un layout che dalla sua inaugurazione nel 1922 ha ricevuto diverse modifiche per adattarsi al contesto di un motorsport in continua evoluzione.

Le ultime modifiche al circuito

Innanzitutto andiamo subito a precisare: la pista è rimasta praticamente lo stessa che è in vigore dal 2000. I lavori di ristrutturazione, cominciati all’inizio di quest’anno, miravano soprattutto a rifare le strutture quali le tribune, l’area paddock e i sottopassi per la circolazione delle vetture e dei pedoni. Sulla pista c’è stato invece l’appoggio di un nuovo manto stradale, la modifica di alcuni cordoli e l’ampliamento della carreggiata in vari punti del circuito.

Il layout rimane dunque pressoché identico a quello che abbiamo visto negli scorsi anni, se non per una modifica lieve alla Variante del Rettifilo dove l’angolo della prima curva è stato leggermente portato verso l’interno mentre curva 2 (e anche in parte curva 1) si presenta più larga verso l’esterno per facilitare lo scorrimento delle macchine nella fase di partenza. Un cambiamento che però risulta impercettibile per i piloti in quanto la traiettoria da fare è rimasta la stessa.

Monza Variante Ascari Kateyama Test Day LMP3
Credits: Autodromo Nazionale Monza / X.com

La modifica più grande però l’ha subita la Variante Ascari non tanto per il layout ma per i cordoli, completamente rifatti e ora più larghi e piatti rispetto al passato. Questo permetterà ai piloti di aggredire l’interno di curva più facilmente così da portare più velocità nel rettilineo prima della Parabolica. In conclusione si è vociferato che l’ultima curva intitolata a Michele Alboreto si presenti ora con una pendenza più marcata rispetto al passato, ma tali voci non trovano al momento conferma.

Storia e cambiamenti del layout

Se vogliamo parlare invece di vere modifiche alla configurazione del circuito dobbiamo fare un ripasso di storia. Il layout originale è stato edificato dall’insieme delle allora strade pubbliche del parco di Monza e l’Anello ad alta velocità voluto dagli organizzatori sulla scia degli ovali americani ed entrambe venivano percorse nell’arco di un giro per una lunghezza totale di 10 chilometri. Nel 1935, al seguito  nel corso degli anni degli incidenti fatali di Materassi, Campari, Borzacchini e Czaykowski, il conte Vincenzo Florio Jr. disegnò un nuovo layout denominato per l’appunto “Circuito Florio” che combinò tratti stradali a quelli dell’Alta Velocità e rallentandoli con delle chicane messe in vari punti della pista.

L’Anello venne abbattuto nel 1939 a seguito di altri lavori ma l’Autodromo non ospitò più gare fino al 1950, quando il circuito venne restaurato dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale e comparì nel calendario dell'inaugurale Campionato del Mondo di Formula 1. L’uso frequente della pista per i record di velocità fece sì che l’Anello ad alta velocità venne ricostruito nel 1955 e in tali lavori venne sostituita la Curva Sud con l’attuale Parabolica. Il circuito combinato venne utilizzato fino al 1961, dopodiché il GP Italia di Formula 1 a Monza venne disputato sempre solo sul circuito “stradale”.

Monza Parabolica Anello Alta Velocità
Credits: monzanet.it

Nel 1965, in occasione della prima 1000 km di Monza del Campionato del Mondo Sport Prototipi, vennero aggiunta due chicane, una nel rettifilo e una alla curva Ascari, quella che nei prossimi anni prenderà il nome attuale di Variante Ascari. Quelle del Rettifilo e della Roggia verranno aggiunte nel 1976 mentre le due curve di Lesmo vennero rifatte nel 1995 con la riduzione del raggio di curva e una velocità di percorrenza più lenta. Infine, nel 2000, la Variante del Rettifilo venne completamente rivoluzionata fino alla configurazione attuale.

Nel mezzo tante modifiche alle strutture in nome della sicurezza e di un panorama delle corse sempre in evoluzione e che a Monza ha vissuto fino agli anni 70 gravi incidenti in cui abbiamo perso alcuni dei più grandi campioni del motorsport. In questo macabro elenco spiccano soprattutto i nomi di Alberto Ascari, scomparso nel 1955 durante una prova con la Ferrari 750 Sport e di Jochen Rindt, con l’austriaco che perse la vita nel 1970 durante le qualifiche e divenne pochi mesi dopo l’unico Campione del Mondo postumo nella storia della Formula 1. Eroi di altri tempi che, insieme agli altri che persero la vita a Monza, hanno plasmato la storia e l’eredità nel tempo del “Tempio della Velocità”.

Andrea Mattavelli