Credits: Cadillac Europe Official Fb page
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Viene da chiedersi se gli organi dirigenziali della F1 pensino che gli addetti ai lavori e gli appassionati siano pronti a bersi tutte le panzane che escono nei comunicati ufficiali. Ora, intendiamoci, l’avvicinarsi dell’ingresso di un nuovo team nel Circus e l’apertura verso GM e Cadillac è qualcosa di molto positivo per tutta la categoria. Ma la questione qui è un’altra: tutte le parole dette e ridette in primavera, da Stefano Domenicali e non solo, sono quindi da considerarsi lettera morta? Perché qualcosa che fino a sei mesi fa sembrava impossibile ora pare vicinissimo a diventare realtà?

Fuori Andretti, dentro GM?

L’impegno di General Motors e Cadillac in questo progetto è una dimostrazione positiva e importante dell’evoluzione del nostro sport. Non vediamo l’ora di vedere i progressi nella loro applicazione, certi della piena collaborazione e del sostegno di tutte le parti coinvolte.

Parole e musica di Stefano Domenicali. Il CEO di Liberty Media ha salutato con entusiasmo, almeno a parole, l’impegno del costruttore americano, che molto probabilmente andrà a costituire l’undicesimo team in griglia a partire dal 2026, spinto dalla PU Ferrari almeno per le prime due stagioni. Ci sarebbe da essere contenti di tutto ciò, ma a un occhio attento alcune situazioni non possono sfuggire, e di conseguenza porsi delle domande diventa un obbligo. Una in particolare: cosa è mai successo in questi mesi, quale situazione si è sviluppata in maniera tale da far cambiare completamente idea al promoter sull’ingresso di un nuovo team? Basta il passo di lato (molto probabilmente solo formale) di Michael Andretti a giustificare il tutto? 

Non nascondiamoci dietro ad un dito: quello che Domenicali diceva (e presumibilmente pensava) fino a qualche tempo fa era molto evidente, e ben diverso da ciò che è uscito nel comunicato pubblicato nella giornata di ieri. È vero, all’epoca si parlava più che altro di Andretti, ma l’appoggio di Cadillac era già palese. Si tratta di una vicenda che abbiamo seguito passo dopo passo, e dopo le uscite di scena (perlomeno formali) dei grandi rivali Maffei e Michael Andretti, sembrava già aver preso una direzione precisa. Ma, in ogni caso, tutto questo non basta a giustificare una giravolta che francamente toglie ancora di più credibilità ad un ambiente già di per sé screditato. Ma, attenzione, perché non c’è solo Liberty Media: i team cosa faranno adesso?

Wolff e soci, la battaglia persa 

Credits: Mercedes AMG F1 Official website

Hanno già cominciato a ritrattare, Toto Wolff in testa su tutti. Parlando di grande opportunità, di un grande costruttore che entra in scena e di crescita sempre più grande della F1. Ma, anche qui, c’è qualcosa che agli appassionati più attenti non può sfuggire. Perché a mettersi di traverso all’ingresso di Andretti e Cadillac/GM in prima battuta, erano stati soprattutto i team, capeggiati in particolare dal manager austriaco e Zak Brown. Allora, come oggi, era evidente quale fosse il focus, il perché di tale chiusura, totalmente antisportiva e contraria ad ogni logica: l’ingresso di un nuovo attore avrebbe portato ad un ridimensionamento nella redistribuzione degli utili. Questo, soprattutto, era il punto focale della discussione, anche se nessuno ovviamente poteva dirlo esplicitamente. 

Veramente pensiamo che la situazione del team entrante, rispetto a quanto visto in precedenza, sia cambiata? La struttura di Cadillac, nel caso si concretizzasse l’ingresso in griglia nel 2026, sarebbe esattamente quella impostata da Andretti, con il dipartimento inglese di Silverstone e i telai già da tempo in fase di studio. Quindi? Cosa è cambiato? Forse che l’interesse del Dipartimento di Giustizia del Governo degli Stati Uniti in merito alla chat incriminata abbia veramente creato uno scossone importante? O forse l’elezione di Donald Trump, da sempre amico della famiglia Andretti, abbia creato qualche ripensamento, onde evitare problematiche maggiori in futuro? Tra l’altro, è da ricordare come diversi esponenti del Congresso degli Stati Uniti, di entrambi gli schieramenti, avessero presentato delle interrogazioni in merito al rifiuto nei confronti del team americano di Liberty Media, paventando anche l’accusa di abuso di posizione dominante. 

Possiamo parlare, allora di una sconfitta politica per i team, e in particolare per team principal come lo stesso Wolff, oppure Brown e Vasseur? Difficile dirlo, ad oggi. Anche perché non abbiamo idea di quelle che possono essere le garanzie economiche e gli accordi che entreranno in vigore a partire dalla stagione 2026 e, soprattutto, dal 2028, anno in cui gli americani dovrebbero diventare un team autonomo e quindi ufficiale a tutti gli effetti. 

In ogni caso, ora che tutto sembra essersi risolto, siamo pronti a sentire e leggere l’entusiasmo strombazzato a destra e a manca da parte di tutti i protagonisti, da LM, dai team, dai piloti stessi. Nulla di male, ci mancherebbe: un nuovo team in pista potrà fare solo il bene della F1. Ma questo noi lo abbiamo sempre pensato e scritto, qualcun altro, almeno a parole, no. E, ci dispiace sottolinearlo, coloro che stanno cambiando opinione e direzione ora che il vento è cambiato, il bene del Circus non lo hanno fatto, e molto probabilmente non lo faranno mai. 

Nicola Saglia