Intervista a Pantano: "Nessun italiano in F.1? La Ferrari potrebbe fare di più"
Lui è uno dei migliori talenti espressi dall'automobilismo italiano nel corso degli ultimi quindici anni. Ma anche uno dei tanti, troppi piloti di casa nostra non valorizzati come invece avrebbe meritato. Giorgio Pantano, 33 anni di Conselve (Padova), in carriera si è tolto più di una soddisfazione, riuscendo a vincere in diverse categorie: ma, su tutti, il successo più prestigioso rimane quello nel campionato Gp2, stagione 2008, con il team Racing Engineering. Un successo che avrebbe dovuto consentirgli di spiccare definitivamente il volo verso la Formula 1, così come era successo ai suoi predecessori, nomi del calibro di Nico Rosberg e Lewis Hamilton. Invece, quella prestigiosa affermazione ebbe l'effetto di chiudere a Giorgio, almeno per un certo periodo, le porte dell'automobilismo che conta. Vuoi per sfortuna, vuoi per carenza di sponsor, vuoi perchè una chance in Formula 1, in realtà, Pantano l'aveva già avuta. Nella stagione 2004, difatti, il padovano era stato protagonista al volante della Jordan. Anche se "protagonista" è forse un aggettivo non esattamente appropriato. Alle prese con una vettura poco competitiva, e con un compagno di squadra "scomodo" come Nick Heidfeld, Pantano aveva vissuto una stagione priva di soddisfazioni, conclusasi addirittura con tre gare di anticipo per lasciare spazio a Timo Glock. Il motivo? Il mancato pagamento alla scuderia da parte di alcuni sponsor. Un leit-motiv, quello dei soldi, che ha rappresentato una costante nella carriera di Pantano e, ahimè, non solo nella sua. Ma, nonostante tutto e forte del proprio talento, Giorgio si rimise in moto, "riciclandosi" nel campionato Gp2, fino alla conquista del titolo alla quarta stagione nella categoria. Probabilmente il punto più alto nella carriera del padovano il quale, all'apice della propria maturità e velocità agonistica, non ebbe la chance che si sarebbe invece meritato. Un colpo che avrebbe demolito chiunque, invece Pantano si rimboccò ancora una volta le maniche, trovandosi dapprima un posto in Superleague per poi coltivare il sogno americano. Il quale si concretizzò nel 2011, con tre presenze nel team Dreyer&Reinbold al posto dell'infortunato Justin Wilson, e ancora l'anno seguente, gareggiando per il prestigioso team Ganassi a Mid-Ohio. Oggi Pantano corre nel campionato GtOpen al volante di una McLaren MP4 12C, ed è un pilota soddisfatto. Lo incontriamo nel suo box a Monza, poche ora prima della partenza di gara-1: "E' un'esperienza molto positiva per me, le macchine sono molto performanti e insieme al team stiamo crescendo gara dopo gara. Insomma, sono qui per vincere". Non dev'essere semplice ritrovare le motivazioni per uno che la Formula 1 l'ha toccata con mano, e che forse una chance pensa ancora di meritarla: "La situazione è sotto gli occhi di tutti - evidenzia - in Formula 1 la maggior parte dei piloti gode di appoggi economici importanti. Io purtroppo non li ho, e come me tanti altri piloti italiani: ma se ci fosse un appoggio maggiore da parte della Ferrari, tutto sarebbe molto più facile per noi". E la Indycar? Capitolo chiuso o ancora qualche speranza di tornarci? "Mantengo sempre i contatti con l'America, nella speranza che possa saltare fuori qualcosa. Nel frattempo, però, sono concentrato su quello che sto facendo con il team Bhai Tech, e spero che l'avventura possa proseguire nel migliore dei modi". Detto fatto: giusto il tempo di scendere in pista ed andarsi a conquistare la vittoria di gara-1. Giusto per non perdere l'abitudine.
{jcomments on}