Antonio Fuoco premiato a Monza con il LiveGP Award
Finalmente ce l'abbiamo fatta. E non poteva esserci occasione migliore del weekend sul circuito di Monza per consegnare il LiveGP Award 2014 ad Antonio Fuoco, vincitore del sondaggio indetto tra i nostri lettori per eleggere il miglior pilota italiano della passata stagione. Il 19enne della Ferrari Driver Academy aveva infatti stravinto conquistando il 55% delle preferenze, davanti ad altri due giovani talenti nostrani quali Antonio Giovinazzi e Matteo Cairoli. L'ennesima dimostrazione dell'affetto e del calore che circonda il pilota calabrese, attualmente impegnato in GP3 Series al volante della vettura del team Carlin. Al punto che giungerà sul tracciato brianzolo proprio da Cariati (paese natale di Antonio) un pullman pieno di fans "infuocati", pronti a sostenere il proprio idolo nel Tempio della Velocità.
Noi lo abbiamo incontrato nel paddock, alla vigilia dell'appuntamento sulla pista di casa. "Per me aver conquistato questo premio rappresenta un motivo di grande orgoglio - esordisce Fuoco - e desidero ringraziare tutti i tifosi che mi sostengono e mi seguono praticamente in tutte le piste. Il loro sostegno ed il loro tifo caloroso è per me di fondamentale importanza, anche perchè so che non è usuale avere così tanti fans quando gareggi nelle cosiddette categorie minori". Prima stagione per te in GP3: nuova categoria, nuova squadra e nuovo contesto. Qual è il bilancio sino a questo punto del tuo campionato? "Direi buono, anche se non come avrei voluto. Siamo partiti nelle prime gare con qualche problema, non eravamo proprio al top ma adesso stiamo risalendo progressivamente verso la parte alta della classifica. Io ho talvolta commesso qualche errore, che mi ha impedito di incamerare punti preziosi per il campionato. Ovviamente non è stato semplice cambiare squadra e categoria, anche perchè ogni team utilizza un metodo di lavoro diverso, ma ora abbiamo intrapreso la strada giusta e puntiamo a cogliere dei buoni risultati da qui a fine stagione".
Quest'anno hai avuto l'opportunità di salire a bordo della Ferrari nei test a Spielberg. Che sensazione hai provato nel provare per la prima volta una monoposto di Formula 1 e, soprattutto, nel sederti al volante di una Rossa? "Per me è stato un sogno, un desiderio che avevo sin da quando ero bambino. Purtroppo il meteo non è stato favorevole, anche se per me era importante girare e cercare di dare un aiuto alla squadra. Quando si è al volante poi non si ha il tempo di emozionarsi, bisogna rimanere concentrati sulla guida e cercare di dare il massimo". Anche alla luce di questa esperienza, reputi che la GP3 possa essere considerata una categoria adatta a formare i giovani che aspirano alla Formula 1? "Dal punto di vista del pilotaggio, la differenza più evidente riguarda la potenza del motore, in particolar modo grazie alle nuove Power Unit. Le gomme sono Pirelli in entrambe le categorie, quindi più o meno il meccanismo è simile. Naturalmente in Formula 1 si ha un carico aerodinamico molto più elevato, anche se questo elemento per noi piloti non rappresenta un problema, anzi è un motivo di piacere. Le piste sono quasi sempre le stesse, il che rende la GP3, insieme alla GP2 e alla Formula 3, una categoria particolarmente valida e formativa".
Infine, Monza rappresenta la gara di casa: quali sono i tuoi obiettivi per il weekend e da qui a fine stagione? "E' sempre lo stesso, punto a dare il 100% in tutte le condizioni e in tutte le piste. E' normale che nella gara di casa esista una grande voglia di fare bene, soprattutto per regalare delle soddisfazioni ai tifosi, ma in ogni caso voglio essere al top in questo weekend e da qui sino al termine del campionato". Propositi battaglieri, per un Fuoco che punta a bissare il podio ottenuto in Austria e, magari, cogliere il primo successo stagionale: un obiettivo di certo non semplice, visto l'elevato livello della concorrenza e l'equilibrio presente nella serie. Ma avere "il Fuoco nelle vene", come recita un'enorme striscione realizzato dal suo fan club, a Monza può realmente rappresentare un'arma decisiva.
Marco Privitera
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